24. Who is my enemy?

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Le domande riecheggiano nella mia testa, tanto che la sento scoppiare.

"Come fa a essere ancora vivo?" mi chiedo, ma nessuna risposta sussegue, anzi, nascono altre domande. "Come mai non si è mai mostrato? Come mai sbuca fuori ora? Sa o meno, di Sam?"

Torno a casa e mi catapulto sul divano. Gos mi ha chiaramente chiesto di non andarci per qualche strana ragione. Ha insinuato di aver capito tutto e che questo tutto, sia alquanto pericoloso.

Mi rialzo solo per aprire le ante dell'armadio e fissare quel benedetto ammasso di diversa stoffa: Non ho idea di cosa mettermi. Il buio fuori si inoltra, e lui mi ha detto di andare al trentaseiesimo albero della fila centrale. Tanto valeva, dirmi, In mezzo al bosco, ti aspetto. E invece no.

Opto per una canottiera semplice, nera ovviamente e una giacca di pelle sopra. Infilo i Jeans e con il coraggio che mi manca, mi avvio verso il luogo.

Quando arrivo, noto che intorno a me, non c'è nessuno, né per la strada, né tanto meno lì. Il bosco è gigante, ma non mi sono mai addentrata tanto dentro, tranne la prima volta che sono scesa da Krynox, ma ricordo poco del resto.

Riconosco la casa di Ivana, ma per una volta, cerco di fare meno rumore possibile così che lei non possa notarmi.

"Uno"

"Sette"

"Tredici" conto, via via, a ogni singolo albero. Vedo il buio e devo dire che mette quasi paura questo posto, persino a me. Ho paura che sia tutta una trappola e magari pure lui vuole uccidermi per prendersi la chiave da solo.

Sospiro e sospiro diverse volte, ma non riesco a sentirne la presenza, nessun cuore che batte, se non il mio che per poco ho paura esca dal petto e scappi, lasciandomi inerme qua.

<<Sapevo saresti venuta alla fine>> dice una voce dietro di me, ma nemmeno il tempo di voltarmi che sento un dolore allucinante sul braccio. Abbasso lo sguardo e vedo sangue, cospargere ovunque sotto di me.

<<Tu... mi h-hai...>> cerco inutilmente di dire, ma non ci riesco. Sono stata fregata e uccisa con un coltello da Connor, il fratello di Sam, che sicuramente, ha chiesto a Robin di ucciderlo. Si, ne sono sicura. È un bastardo, dovevo ascoltare Gos.

Sono a terra e il dolore si espande. La ferita è profonda e cadendo, sbatto anche la testa, facendomi sentire ulteriore dolore.

<<Che fai? Alzati>> urla lui a pieni polmoni, avvicinandosi, ma non troppo, a me. Abbiamo questa cosa della scarica elettrica che ci caratterizza.

Lo guardo un'ultima volta in modo truce, poi sento la pesantezza delle palpebre che minacciano.

<<Ma non ti hanno insegnato nulla? Bastardo di un Gos – commenta, poi si ricorda di me – attiva il processo di guarigione>>

<<C-cosa?>> balbetto.

"Di che diavolo parla?"

<<Guardami, Hol, Guardami. Puoi guarire, tranquillamente. Devi crederci però>>

<<Mi hai accoltellato>> urlo, per quanto possibile.

<<Ho un motivo, ma se non guarisci non te lo posso spiegare. Poi, mi servi viva ancora per un po', almeno>>

Per quanto il dolore sia palpabile in me, anche la rabbia non sembra fare di meno.

"Crederci" mi dico. Chiudo allora gli occhi definitivamente e continuo a ripetere che posso guarire, che ce la posso fare. Miracolosamente, a ogni parola, sento il dolore farsi meno e il respiro che prima era debole, ora si sta regolarizzando.

The Death Key (The death Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora