15. Who are you?

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Allento la corsa iniziando pian piano a camminare, da svelto poi sempre più lento fino ad arrestarmi completamente ai piedi di un albero.

Appoggio la schiena sul tronco e cerco invano di regolarizzare questo respiro, ma per stavolta non ne vuole sapere e rimango a respirare come se fossi un lupo affamato, e non una preda ai termini della sua vita.

"Che schifo essere umani" commento con me stessa.

E rido a quella mia battuta così insignificante. Ma che vuoi farci, quando l'esasperazione arriva a tal punto, non ti rimane altro la risata.

Si, mi metto a ridere di tutta la situazione.

Mi siedo ai piedi di un albero con la schiena appoggiata al tronco e guardo il cielo dipinto di un azzurro chiaro con qualche leggera nuvola schizzata qua e là. Un panorama che riesce a calmarmi per quanto basta a dar via ai miei pensieri:

Ester. Un nome che si ripete e si ripete. Pensavo sarebbe stata dalla mia parte ed invece non lo è, è naturale la faccenda, non si può cambiare ciò che è destinato a succedere, specialmente in un mondo sovrannaturale. Per quanto assurdo possa sembrare, le cose tra noi funzionano con una via che non segue regolarità. Se vedi una strega avere un animo nero, mai potrà trasformarsi in bianco, così come un lupo non potrà mai diventare di un'altra fazione o essere somigliante a un altro.

Poi penso a Sam e mi agito ancora di più.

"E se lo scopre?" rido a quella domanda. Perché se mai dovesse succedere una cosa del genere, questa nostra storia finirebbe prima di iniziare.

Sospiro più volte e fisso il cielo come se fosse l'unica soluzione e momentaneamente, non ne vedo davvero altre. Vorrei sentire la voce di Gos, forse riuscirebbe a calmarmi o a darmi informazioni utili per capire come sia possibile tutto questo, ma lui non sa che può fare altre telefonate e sicuramente Hel non sarà andato a riferirgli questo segreto.

Fisso il cielo e so che in questo momento lui sta impazzendo dall'altro lato per capire cosa succede. Perché diciamocelo, Gos è il primo che va si matto appena le cose fuoriescono dai binari.

Beh, qua ne sono sicura, questa non se lo aspettava.

Voglio alzarmi per andare da qualsiasi parte, ma non ne ho la forza e quindi me ne rimango seduta ancora e ancora, fino ad appisolarmi.

<<Tutto bene?>> accanto a me una donna, una vecchietta per l'esattezza. I suoi capelli bianchi sembrano quasi belli lasciati al vento leggero di Praga ed ha delle guance rosse che la fanno sembrare giovane e perfetta che nessuna Dea potrebbe competere. La donna porta in sé la bellezza naturale che nessun trucco può comprare ed è incredibile. Gli umani questo, non tutti lo sanno, ma il mio occhio lo percepisce più a fondo.

<<Si, signora, ho avuto un momento, dato che stavo correndo>> rispondo con un sorriso quanto più convincente.

<<Sembrava quasi stesse scappando>> dice, ma lo fa ridendo e ciò non mi tranquillizza, ma le regalo fiducia, senza dover ricorrere alla modalità-lupo.

<<Ma no, da cosa dovrei scappare? Mi piace sfidarmi al limite delle mie forze>> le dico rimanendo sul vago anche perché "Sai, scappo da una strega che per poco non mi uccide" mica glielo posso dire.

L'anziana mi sorride.

<<Non si fa così ragazza, rischi di non avere più fiato. Che ne dici, se vieni a mangiare a casa mia? Abito qua vicino, probabilmente dopo la tua corsa avrai fame>> propone facendomi avere dei sospetti.

"Come mai questa premura?" La domanda venne spontanea e continuavo a domandarmi cosa potesse farci una vecchietta da queste parti, in mezzo a un bosco desolato in cui nemmeno Ester, strega consapevole, ci aveva messo piede.

The Death Key (The death Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora