40. The Door

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Ci sono un bel paio di persone dietro a lui. Personaggi strani che non riesco a definire, non ho idea da quale pianeta vengano, a quanto pare non siamo i soli in questo universo.

Sospiro, mentre, mi perdo negli occhi di Connor, ancora davanti a me e ancora una volta delusi.

Cerco di fare un passo avanti, voglio avvicinarmi e spiegare... ma spiegare cosa? Non lo so.

Sono confusa.

<<Non ti fidi di me?>> mi domanda con la voce fredda, distaccata. Niente a che fare con il Connor di prima. Ma come dargli torto? L'ho quasi accoltellato, è vero l'ho fatto per Sam, ma forse il modo non è stato giusto, non così alle sue spalle.

<<Si che mi fido, io cercavo solo...>>

Gli altri, quasi a comando silenzioso si allontanano e ci lasciano soli, non sono sicura però che sia una buona idea.

<<Di uccidermi?>> prende da terra il pezzetto tagliente come un coltello, mentre avanza verso di me.

Mi ritrovo in questo muro schiacciata, niente di romantico.

<<No...>> le parole muoiono in gola. Non riesco a dirle perché il suo sguardo fa da barriera. Perché sono incastrata tra il muro e il suo corpo, che non mi sfiora. Vorrei che lo facesse però, in tutta questa confusione, tra gli occhi assassini che ci scambiamo, vorrei sciogliere la tensione con un bacio, od aumentarla volendo, ma in modo piacevole.

Sento battere il mio cuore, lo sento impazzire, quasi a sfasciare il petto.

Con la lama, struscia sul mio braccio, senza premere.

<<Vorrei farti male ora, dimostrare quanto ne hai fatto a me... ma non ci riesco, però brava, sei riuscita a farmi capire che l'imprinting non ti ha condizionato>>

Ci rifletto un attimo, ma quel pezzettino sembra aumentare la mia pressione sanguigna, lo allontano mettendo solo un piede avanti, capisce che deve indietreggiare, altrimenti finiamo male.

<<Hai ragione. Hai ragione, volevo farti fuori Connor, eliminarti. Voglio far tornare Sam. Mi manca la sua calma, la sua dolcezza, tu sei...>> agito le mani a casaccio, non riesco a capirci nulla. Ha degli occhi bellissimi, limpidi, dolci. Mi perdo dentro. Voglio Sam, ma...

L'imprinting non l'ho rifiutato, non posso farlo e lo ha dimostrato la mia mira, è perfetta.

<<Mi hai sempre usato?>> domanda ora arrabbiato.

<<No, non lo so. Connor sei piombato nella mia vita dopo che io già amavo lui>>

Rimane perplesso, stavolta davvero. Non si aspettava le mie parole e a dirla tutta nemmeno io, però se le ho dette un motivo ci sarà, no?

<<Connor, muoviti però>> alle sue spalle risuona la voce di Robin.

Usciamo dalla stanza e vedo oltre a lui anche gli altri: Rudolf, Helki, Enola e una miriade di sconosciuti, ma che l'ultima sembra conoscere.

Seguiamo delle strade, fino a raggiungere una porta, una porta chiusa con lo stemma della famiglia Kinsky nove infilare le chiavi, o insomma le collane che portiamo al collo noi tre.

Ci siamo.

Sono qua senza Ester, senza Gos, forse non riuscirò mai a rivederli, a parlargli, ma ora come ora non importa. Entriamo, poi provvediamo a far scendere le persone da Krynox e poi portarle qua, nella Death City.

Ho ancora diversi conti in sospesi, soprattutto con il mio vecchio capo, ma non mi interessa riallacciare i rapporti. Mi ha privato della mia conoscenza.

Connor si avvicina alla porta, ma abbassandosi, nota una cosa particolare ci sono quattro caselle con sopra dei numeri da combinare. Come vanno combinati però?

<<Ma un indovinello alla fine? Ma scherziamo>> commenta Connor. Siamo riuniti a questa porta, in una stanza illuminata solo da una fievole luce. Ci stiamo sforzando per capire:

<<Forse una data? Quella dell'inizio della Death City?>> commenta una lupa della fazione Oscura che non riconosco.

<<Le possibilità sono immense>> interviene Rudolf. Prova, quindi, a fare un incantesimo per cercare di capire almeno il numero, ma sembra risultare impossibile. Non ci sono possibilità per indovinare questo maledetto codice.

<<Lo sapevo io che sareste riusciti a portarmi direttamente al punto>> commenta una voce alle nostre spalle. Alzano tutti la testa, io no. Riconoscerei la voce di Gos ovunque e stavolta, è un lupo bianco dalla folta pelliccia bianca, non più le sembianze di Arthur, ciò significa che lui è vivo e che proprio come Ester, con tutte le nostre divergenze, non ho potuto salutare. E mi dispiace tanto, perché entrambi sono stati fondamentali, mi hanno accolto in questo mondo, con tutti i problemi che poi si sono creati, mi hanno aiutato immensamente. Mi dispiace pure di Ivana, a quanto pare, scoprirò ora la relazione che ha con Gos.

<<Non ti ha ucciso nessuno?>> domanda Enola avanzando con le sue sembianze da Lupo.

Sorrido. su qualcosa andiamo pure d'accordo, visto.

<<No, siete stati molto bravi>>

"Come non detto, risolverò qua le questioni con Gos"

*Spazio Autrice*
Salveee, scusate l'assenza ma ho avuto due esami importanti in questi giorni e scrivere è stati possiamo dire impossibile.
Che ne pensate del capitolo?
È un po' corto, ma diciamo è un capitolo di passaggio per il prossimo che sarà molto ricco di particolari... manca sempre menoo riusciranno ad entrare nella D.C i nostri protagonisti?
A voi domande/risposte ❤

The Death Key (The death Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora