33. Go Down

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*Un mese prima*
Lia mi ha staccato il telefono in faccia, non ci posso credere. La guardo e le ho praticamente pregato di non seguire Helki. Non sa quanto sia malvagia la sua anima, non sa quello che ha fatto e soprattutto come l'ha fatto.

Ha ucciso il suo capobranco nel modo più brutale possibile, non ha usato il metodo veloce, ma l'ha fatto soffrire, ha usato una lentezza straziante mentre stava di fronte a lui a godere di quell'immagine.

Tutto questo perché non accettava la separazione di sua madre. E la cosa peggiore di tutto questo? Non h potuto salvare il mio migliore amico: Balto.

È vero, eravamo di fazione diversa, ma prima che la maledizione fosse scagliata, io e lui giocavamo sempre insieme, cacciavamo insieme. Quando successe poi quel che successe, decidemmo di rimanere amici e governammo questo pianeta, noi due, infatti, tra gli altri i Grigi e i Bianchi hanno più potere, perché a differenza loro, siamo riusciti a farci strada da soli. Ma tutto questo a cos'è servito? È stato ucciso da un misero cucciolo che coltivava l'odio dentro.

Non mi sono pentito di quello che ho fatto a lui, del modo volendo brutale, ho utilizzato quel metodo antico che gli umani richiamano con l'espressione: "Occhio per occhio, dente per dente". In sostanza, lui ha tolto il mio amico, considerato come parte della mia famiglia, io gli ho tolto suo fratello, facendo in modo di far vivere entrambi, ma senza che i due si incontrassero. A dirla tutta, è stato Rumal a cacciarlo, ma devo ammetterlo di averci messo il mio.

<<Non andare>> continuavo a ripetere nel mentre guardavo Lia andare a casa e pensare sul da farsi.

Le avevo urlato di allontanarsi, ma conoscendola, non ero tanto sicuro che mi avrebbe seguito.

Infatti, poco dopo vidi che riuscì di casa per andare dietro a lui.

Provai a richiamarla, ma aveval deciso di spegnare il telefono. Molto saggia.

"Ti ucciderà" pensavo mentre con lo sguardo stavo dietro ogni suo movimento. Non passò nemmeno un secondo, che appena mise piede in quel bosco fu aggredita e dopodiché dal lago, in cui la guardavo, non vidi più lei, ma solo il mio riflesso.

Iniziai a smuovere l'acqua, per ritrovarla, ma niente, era del tutto scomparsa.

"No, spero per te che non l'abbia fatto, maledetto Helkii" imprecai mentalmente, ma capii subito che l'aveva separata da me.

Non persi tempo quindi a convocare l'assemblea generale nella zona condivisa per avvertire di quello che stava succedendo.

<<Che succede?>> fu proprio Rumal a fare la domanda, quando tutti fummo riuniti nel luogo.

<<Tuo figlio è vivo>> un grido si alzò tra la folla. Sapevamo di averlo cacciato, ma non pensavo davvero fosse sopravvissuto.

<<Cosa cavolo centra?>> stavolta la domanda fu di Hel, il migliore amico di Lia.

<<Lia e lui si sono incontrati, ora lei è in pericolo>> ammisi, pensando di far leva su di lui, almeno se, stava dalla mia parte era un vantaggio.

<<Di che parli? Perché?>>

Iniziai a raccontar loro la verità, omettendo solo alcuni fatti. Rumal, in tutto il mio discorso mi guardava perplesso e con le lacrime agli occhi. Alla fine, era pur sempre suo figlio, comprensibile.

<<Mandiamo qualche altro?>>

<<Mi sacrificherò io stesso – dissi rassicurando quel pubblico – Però prima...>>

The Death Key (The death Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora