Non ci siamo nemmeno cambiate per uscire ed io indosso gli indumenti di questa mattina, senza l'apposito grembiule. Anche la mia amica è messa nel mio stesso modo, ma lei è vestita elegante e soprattutto sta comodissima con quei tacchi, al contrario di me, che persino quella mezza corsetta di prima sembravo un dinosauro per la poca grazia che avevo.
<<Siete venute entrambe>> rispose quasi sorpreso.
"Ma sei scemo? Ci hai invitato tu" sospirai annuendo nel mentre Ester sorrideva con le labbra da un orecchio all'altro.
<<Allora, vi ho riservato un tavolo, offre la casa quindi non pensate di pagare niente>> ci informa e io quasi quasi riesco a trovarlo più simpatico.
<<Ma no>> cerca di ribattere la mia amica e io le sbatto il gomito sul fianco, tentando di non farle male, ma dalla smorfia del suo viso penso di non esserci riuscita.
<<Tranquilla>> sussurra a lei, però guarda me come se si aspettasse che dicessi anche io qualcosa.
<<Va bene, se vuoi offrire>> mi limito a dire nel mentre lo supero. Entro e rimango a fissare quel luogo gigantesco immerso da tavoli e luci soffuse, tranquillo ed accogliente:
Ci sono tavoli da due, da tre, da quattro e poi si uniscono le gigantesche tavolate di persone. Le finestre sono fatte ad arco e mostrano, un pezzo di città allo sfondo che dà un'idea di calore umano, poi ci sono i lampadari che sembrano tanti diamanti messi insieme. Rimango a fissarlo persa da quel lusso. Anche se è misto di semplicità dato che su ogni tavolo c'è una candela sembra quasi artigianale. Non so bene come definirlo questo posto, ma è incantevole.
<<Qual è il nostro?>> domanda Ester.
<<Quello>> dice lui indicando proprio il punto dove stavo guardando.
I miei occhi si spostano sui suoi bellissimi e resto a fissarlo per un po', sentendo a ogni battito di ciglia il suo cuore che puntualmente, aumenta.
"Perché?" mi domando, ma non riesco a capire la natura della sua velocità. Che sia ansia? Non può essere altro, non può trattarsi di amore qui.
"Cosa sente questo ragazzo? Perché mi cerca sempre?" comincio a preoccuparmi e decido di togliere lo sguardo dai suoi occhi per andare al nostro tavolo per due. Mi siedo e il mio sguardo rimane al di fuori di quella finestra a immaginarsi i peggiori degli avvenimenti.
<<Holly, che succede?>> mi chiede la mia amica e io solo in questo momento mi ricordo della sua presenza.
<<Niente, non mi sento molto bene>> invento con un debole sorriso.
<<Mi dispiace, vuoi che ce ne andiamo?>> domanda premurosa, ma abbassando la voce nell'ultima parola, aspettandosi una risposta negativa da parte mia.
<<Tranquilla, oramai mangiamo>>
Sam ricompare poco dopo vestito in giacca e cravatta, tipico dei camerieri, ma al tempo stesso un fascino... particolare. Scuoto la testa per i miei pensieri strani e noto il piatto che porta senza aver prima chiesto l'ordinazione. Sto per ribattere, ma noto che nel mio piatto di pasta al pomodoro non ci sono i pezzetti di carne come in quelli di Ester.
<<Tu non mangi carne, quindi...>>
<<Te ne sei ricordato>> mormoro a una voce a mala pena udibile da me, ma che lui sente, dato che risponde:
<<Ovvio>> Sorride e rivolge uno sguardo veloce anche alla mia amica.
Poi scompare dietro una porta, mentre io ne approfitto per buttare fuori il respiro, che senza accorgermene, stavo trattenendo.
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The Death Key (The death Series)
WerewolfTalia ha da sempre sentito parlare degli umani, ma non ha mai pensato di finire in mezzo a quella razza che ha sterminato la sua specie. Gos, capobranco della tribù dei Bianchi già aveva deciso il suo destino, senza però avere il suo consenso. Per...