Capitolo 10

301 14 3
                                    

Alice

Quando mi sveglio vado in sala e sul divano dove ha dormito Giulio trovo un biglietto " sono andato a correre, porto io la colazione, a dopo". Guardo il grande orologio sulla parete che segna le 8.30, ma a che ora si è alzato? Voi avete mai visto qualcuno che dopo una sbornia colossale va a correre? Io mi sento un rottame. Gambe molli, stomaco sotto sopra, testa che gira. Credo di essere ancora un po' ciucca. Mi faccio un caffè e prendo un aspirina . Penso a ieri sera e sorrido. Giulio che bacia qualcuno. Ha sorpreso se stesso e anche me, penso che stia cercando in tutti i modi di farsi uscire il mio gemello dalla testa.
A pensarci bene non ho ricordi di loro separati, dove c'è Giu' c'è Luca e dove c'è Luca c'è Giulio. E' sempre stato così, tutte le cose importanti e anche quelle meno rilevanti le hanno sempre fatte insieme. Penso a come possa essere stato difficile certe volte per Giu'.
Amare qualcuno e sapere che non potrà mai ricambiarti. Ho sperato tante volte che mio fratello si accorgesse di Giulio nel modo in cui lui lo desiderava ma sul fatto che Luca sia etero non ci sono decisamente dubbi.
Ricordo il giorno in cui ho scoperto che a Giu' piaceva mio fratello. Io sapevo che era gay ma non sospettavo minimamente che fosse innamorato di qualcuno, ok forse nel ultimo periodo avevo notato che era un po' strano ma pensavo centrasse suo padre, ogni tanto lo chiamava per chiedergli del azienda senza mai ricordarsi di chiedere se lui stava bene e sia io che Luca sapevamo che doveva essere lui a venire da noi a parlarcene perché nominarlo o tirarlo in ballo se poi avevamo preso un abbaglio faceva riaffiorare ricordi che facevano troppo male. Era già capitato troppe volte.
Eravamo a cena da Luca e aspettavamo la sua ragazza di turno, mio fratello stava cucinando, io e Giulio eravamo seduti sul isola della cucina con due bicchieri di vino in mano, il mio gemello ci dava le spalle immerso nella sua opera da grande chef. Io ammiravo il grande prato verde che si stagliava oltre la vetrata della cucina, era all incirca metà giugno quindi le giornate erano lunghe e nonostante fossero le 20.00 di sera il sole non era ancora tramontato, le mie narici venivano deliziate dal profumo di cipolla e basilico. Giu' era perso in chissà quali pensieri poi mio fratello aveva rotto il silenzio " questa volta mi sa che mi fidanzo" ed era scoppiato a ridere. Giulio stringeva il bicchiere che aveva in mano talmente tanto che credevo sarebbe andato in mille pezzi.
Avevo spostato i miei occhi sui suoi e avevo visto dolore, stanchezza, rassegnazione. Mai come prima di allora avevo capito la frase " gli occhi sono lo specchio del anima" . Quando si era reso conto che lo stavo guardando aveva mollato la presa sul bicchiere e mi aveva sorriso. Mio fratello stava per dire qualcosa ma il suono del campanello ci aveva interrotto, Luca era corso ad aprire e ci aveva presentato la ragazza, pensate che mi ricordo il profumo che c era in cucina ma non ricordo il suo nome, questa la dice lunga sul numero di donne di mio fratello. Per avere un ulteriore conferma avevo guardato gli occhi di Giulio che guardavano lei, si erano posati su ogni minima parte del suo corpo, dai capelli, alle labbra, alla scollatura del vestito fino alle mani dove una era intrecciata a quella di mio fratello.
Come se cercasse di capire cosa c' era in lei che lui non aveva, anche se in realtà lo sapeva perfettamente. C'erano state le solite presentazioni e poi ci eravamo seduti a tavola, dopo poco Giulio si era congedato lamentando un forte mal di testa e se ne era andato al piano di sopra.
Quando stavamo sparecchiando e la ragazza di turno si era dileguata in bagno ( tipico, la maggior parte delle donne che sceglieva mio fratello erano delle snob a cui non piaceva lavorare ma mi facevano comunque pena, la maggior parte se ne innamorava davvero) Luca si era avvicinato al mio orecchio " comunque non ti spaventare non sono diventato pazzo non mi fidanzo davvero, prima non sono riuscito a dirvi che questa ragazza non me la vuole dare a meno che non siamo in una relazione seria quindi mi toccherà dirle che stiamo insieme per prendermi la sua virtù, solo che poi è arrivata e non ho fatto in tempo e in un certo senso mi è piaciuto vedere le vostre facce sconvolte" poi era scoppiato a ridere, io mi ero girata e lo avevo guardato in faccia " non so come io possa avere un fratello così stronzo e superficiale, a volte non penso sia possibile che oltre ad essere fratelli siamo anche gemelli" lui mi aveva fatto spallucce e una linguaccia " come sei cinica" poi mi aveva spinto verso lo specchio " quando ti vengono dei dubbi basta che ti guardi allo specchio, stessi occhi, stessi capelli neri, be per il fisico ovviamente il mio è più tonico, guarda qua" aveva piegato il braccio ed era spuntato il muscolo sul suo bicipite " e poi sono più alto di te" mi aveva stampato un bacio sulla guancia. Io avevo preso la mia borsa e mi ero girata " vado a vedere come sta Giù e poi me ne vado" avevo salito la scala ed avevo aperto la porta rossa.
Giulio era in mezzo al salone che tirava pugni ad un enorme sacco con tutta la forza che aveva in corpo. A quel tempo praticava ancora la box. Quando mi aveva visto si era fermato asciugandosi il sudore dalla fronte con un braccio, eravamo rimasti un po' a guardarci in silenzio
" da quanto tempo Giu? "gli avevo chiesto, lui aveva fatto un sorriso amaro " e' meglio che non te dica"
Poi aveva continuato " a volte sembra più facile di altre, spesso va a periodi, a volte a mesi altre volte a settimane o giorni, cerco sempre di essere felice ma a volte è difficile" aveva sospirato " e' diverse settimane che esce con questa ragazza, ho cercato di nascondere il più possibile il mio turbamento ma a volte crollo anche io. Sono umano"
" esce con lei da diverse settimane perché lei non gliela dà, lo farà solo se si metteranno insieme, prima non è riuscito a finire di dircelo perché è suonato il campanello e da una parte penso che volesse vederci un po scombussolati per prenderci poi per il culo per aver anche solo pensato che si volesse impegnare" avevo parlato veloce perché volevo che lo sapesse subito. Lui mi aveva guardato negli occhi " mi sento meglio lo sai? Non dovrei perché tanto non cambia un cazzo ma sto meglio, capisci a che punto sono arrivato?" dal tono di voce capivo che era incazzato, incazzato con se stesso.
" perché non me lo hai mai detto?" Gli avevo chiesto " ti avrebbe fatto bene ogni tanto parlarne con qualcuno"
" lo so ma non ho mai trovato il coraggio" poi mi aveva abbracciato e non me ne importava niente che fosse tutto sudato e appiccicoso, lui era il mio fratellone.
" ho bisogno di un favore Ali"
"Dimmi"
" ma non mi giudicare ti prego" poi aveva continuato " quando vai via di qua di a tuo fratello che abbiamo fatto due parole e sono andato a dormire, che stavo meglio, così non verrà su a vedere come sto, io vado a dormire in ufficio"
Io lo avevo guardato male
" non riesco a immaginare che qui sotto, be insomma hai capito"
" dimmi da quanto vai avanti così"
" no meglio di no, potresti spaventarti"
Poi mi aveva abbracciato di nuovo e io avevo fatto il mio favore.

Chiudi la porta? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora