Capitolo 29

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Giulio

Il dolore alla spalla e' diventato quasi insopportabile e io me lo merito, sono uno stronzo.
Non dovevo comportarmi così con Simone, ne sono consapevole. Vederlo così nervoso e insicuro per essere stato sorpreso a guardarmi mentre mi vestivo mi ha spinto a provocarlo e non so bene il perché. Mi ha fatto sentire forte ma sopratutto desiderato ed e' stato meraviglioso
Quando quel ragazzino mi parla sembra così fragile e spaventato. So che sono il suo capo ma so anche che c'è del altro, mi accorgo che basterebbe una mossa in più per averlo e forse ci sto pensando.
Bussano alla porta.
" Scusi il disturbo di nuovo, ho gli antidolorifici" la sua voce e come una carezza
" Simone entra dentro per favore e dammi del tu" gli dico solo
"Certo mi scusi" poi si corregge con un colpo di tosse " scusami"
Si scusa lui?
" mi dispiace per prima non sono sempre così scontroso solo che ieri ho avuto una brutta serata"
Lui si avvicina e appoggia il sacchetto con gli antidolorifici sul tavolo
" non ti preoccupare, capita a tutti." Poi prosegue " anche se devo farmi gli affari miei mi sono permesso di comprarti una pomata da mettere sulla spalla"
Il fatto che si preoccupi per me fa sparire un po' di quel peso che ho sullo stomaco.
Senza pensarci un attimo allungo la mano verso la borsa, afferro la crema, muovo leggermente il collo allentando la cravatta fino a slegare il nodo in modo che i lati del tessuto cadano lungo il mio addome, dopodiche' sbottono la camicia e la scosto dalla parte che necessita della pomata. Poi vedo i suoi occhi.
Simone osserva ogni mio movimento in modo minuzioso come se se lo dovesse scolpire nella mente, non ho mai visto nessuno guardarmi così. Nei suoi occhi vedo la voglia che ha di me e questo inspiegabilmente mi eccita. Adoro sentirmi desiderato ed e' una sensazione totalmente nuova. Lui mi vuole.
" Simone tutto bene?" Gli domando
Lui si schiarisce la gola "Si credo di sì "
"Credi?" Alzo un sopracciglio
"Forse se ti abbottonassi la camicia e rimettessi la cravatta starei meglio, anzi forse il nodo alla cravatta potresti farlo dopo che sono uscito"
Diretto.Mi piace.
Non mi da il tempo di rispondere
" scusa Giulio di nuovo, so che sei il mio capo ma tu sei anche questo " e mi indica con una mano " io non credo di aver archiviato ancora quel bacio e so come la pensi delle relazioni sul luogo di lavoro, non che tu ne voglia una con me, certo che non la vuoi, sono un ragazzino e tu sei così perfetto..." mentre continua a straparlare io mi alzo, faccio il giro della scrivania e lo raggiungo, con la camicia aperta e la cravatta che penzola dal collo. Mi piazzo davanti a lui, gli appoggio un dito sulle labbra e mi avvicino al suo orecchio " ne parliamo sta sera a cena, ora torna al lavoro" volutamente gli sfioro il lobo con le mie labbra e lo vedo chiudere gli occhi.
Torno alla mia scrivania e lui fa per girarsi quando io lo fermo
" Simone?"
" Si?" Si volta e la sua voce e' solo un sussurro
" sta sera posso mettere la cravatta?"
" a patto tu che tu mi faccia togliere il nodo"
Poi apre la porta e davanti a lui la mia realtà torna più dura che mai.
" buongiorno Giu'" Luca mi guarda, non riesco a cogliere l emozione nei suoi occhi, senza salutare Simone gli chiude la porta in faccia e viene verso di me.
"Di che nodo parlavate? E perche cazzo sei mezzo nudo?"

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