L' incubo di Gemma

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Mi svegliai tremando e battendo i denti, mi guardai intorno, nevicava e Alex non c' era. Lo chiamai urlando impaziente a squarciagola ma nessuna risposta.
Nevicava così tanto che sotto i miei piedi si era formato il ghiaccio in un secondo, il prato verde era sparito e mi trovai su un pavimento fragile e vulnerabile che minacciava di spezzarsi. Erano spariti anche gli alberi, al loro posto c' erano lastre di ghiaccio.
Spaventata corsi in quel mondo non reale. "Mondo non reale". Quella frase mi fece riflettere frullandomi in testa. Allora era frutto della mia immaginazione, pensai.
Rabbrividii quando in una lastra di ghiaccio vidi una ragazza alta come me, con una vaga somiglianza al mio volto, ai miei occhi celesti, ai capelli. Aveva nei polsi delle catene strette e un modo di vestire strano: maglietta con un teschio al centro, leggins neri e una rosa rossa tra i capelli. Ma i suoi capelli mi colpirono profondamente, il vento glieli scompigliava facendole arrivare sul viso tre ciocche bionde, il cuore mi si fermò a vederla: era Lorena.
Quando mi vide mi osservò dalla testa ai piedi e cominciò a chiamarmi. " Gemma! Aiutami! " Urlò Lorena e lessi la paura nei suoi occhi.
" Lore, come faccio? " Dissi. Ero felice di vederla e impaurita al tempo stesso.
" Vieni da me! Salvami, ti prego! " Urlò Lorena e gemette. Cadde di lato svenuta, la rosa rossa perse tutti i petali.
Urlai e corsi verso di lei ma il ghiaccio aprì una voragine dividendomi da Lorena, separandoci di nuovo.
Urlai disperata e il ghiaccio sottile cedette sotto i miei piedi.
Caddi nell' acqua più gelata che la mia pelle avesse mai provato.
Mi sforzai, mi diedi una spinta e riemersi tossendo. Come facevo a tornare su? Dovevo aggrapparmi a qualcosa ma non c' era nessuna corda.
Agitai i piedi per restare a galla, sentii una risata roca e una voce agghiacciante.
" Preparati a morire! La tua sorellina l' ho uccisa io con i miei poteri e ora è il tuo turno! Alex non verrà mai a salvarti! Ahahah! " Disse la voce e ancora la sua risata rimbombante.
" No!!!!! " Urlai.
Non potevo morire così, affogata o per assideramento ma la temperatura dell' acqua non prometteva niente di buono e mi avrebbe uccisa nell' arco di cinque minuti.
Un onda mi sommerse, ritornai a galla muovendo le braccia.
Vidi il volto di Alex riflesso nell' acqua, lo chiamai e l' acqua cancellò con le onde il suo volto facendo apparire una sostanza liquida e paurosamente rossa. Era sangue, per me il sangue aveva il significato della morte e infatti stavo per morire io.
Alzai lo sguardo al cielo, non avevo più forze perché le avevo esaurite muovendo le braccia e i piedi, tremai e un onda più alta della precedente mi sommerse.
Sott' acqua smisi di trattenere il respiro, aprii la bocca liberando mille bolle d' aria, chiusi gli occhi e caddi lentamente sul fondo di quella buca ghiacciata lasciando che i miei lunghi capelli mi accarezzassero il viso per l' ultima volta venendomi sulle guance.

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