Un altro ballo

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Arrivai nel giardino della locanda davanti a una scalinata. Mi guardai intorno e dietro di me vidi un labirinto fatto di siepe verde.
Odren mi aveva anche spiegato che la fiala la potevo fare apparire e scomparire tramite il pensiero.
Sospirai e mi incamminai verso le scale.
I vasi di tulipani e rose ornavano gli scalini.
Entrai dentro, non c' era nessuno però vidi una luce in un' altra sala con la porta appena accostata.
Aprii la porta e scesi altre scale verso la sala da ballo.
Molte dame ballavano nei loro abiti lucenti ma i loro in confronto al mio dovevano fare molta strada. Sembrava di essere al Carnevale di Venezia.
Continuavo a camminare e vidi Alex che rideva con un altro ragazzo.
Alex spostò lo sguardo su di me, smise di ridere e sorrise nello stesso momento in cui gli si illuminarono gli occhi. Salutò il ragazzo con cui rideva e mi venne incontro.
Arrossi fino alle orecchie e le gambe cominciarono a tremare seguite dai battiti del cuore.
Alex si inchinò baciandomi una mano come aveva fatto allo scorso ballo. Rimasi lì come una scema continuandomi a ripetere che potevo farcela a non morirgli davanti e respirai silenziosamente.
" Ci rincontriamo. Vedo che ami i balli, non è così? " Disse Alex senza togliere gli occhi dai miei. Annuii e abbassai lo sguardo nel vuoto. Che imbarazzo! Mi stava venendo la pelle d'oca e Alex mi alzò il volto delicatamente con le mani.
" Mi concedi questo ballo? " Domandò Alex.
Annuii due volte e senza farmelo ripetere appoggiai la mano sinistra sulla sua spalla e l' altra mano la intrecciai in quella di Alex.
Arrossii di nuovo e cercai di distrarmi con la musica dei violini.
Continuavamo a girare, non toglieva il suo sguardo da me finché sorrise e mi strinse in un abbraccio da cui non potevo liberarmi, mi mancava il respiro!
Alex allentò la stretta avvicinandomi al suo petto. " Mi sei mancata. " Mi sussurrò in un orecchio.
Cosa altro può succedere adesso?, pensai appoggiando una mano sul suo petto.
Un' immagine mi balenò nella mente: Alex mi portò fuori e mi sbatté contro il muro della locanda. Mi baciò, mi strappò il vestito rosso lasciandomi nuda al chiarore della luna e continuando a baciarmi le sue mani afferrarono la mascherina. Poi si staccò da me riprendendo fiato. Nel conoscere la vera identità della ragazza mascherata rimase immobile, stupito, tradito, soddisfatto di aver messo un punto al mistero...

Ritornai alla realtà tremando e abbandonando la sensibilità che avevo in corpo mi lasciai cadere tra le sue braccia.

Mi ripresi e mi trovai su una sedia. Alex non c' era, non ricordavo l' accaduto, era come se nella mia testa si fosse spenta la candela della memoria, mi guardai intorno e mi tolsi la mascherina con le mani tremanti.
Il trucco non si era rovinato, il vestito ce l' avevo indosso.
Ero stanca, solo stanca. Sospirai. Sentii dei passi che provenivano dalla porta della locanda. Senza esitare mi rimisi la mascherina e Alex arrivò con in mano un bicchiere di acqua.
" Per fortuna che stai bene. Ho dovuto portarti fuori in braccio per farti prendere una boccata d' aria. Ti ho portato un po' d' acqua. " Disse Alex.
Arrossii pensando alla scena e bevvi tutto d' un sorso. Respirai di nuovo e mi accorsi che Alex mi stava osservando incuriosito. Dovevo andare, era troppo tardi per restare e se fossi tornata dentro sarei stata in imbarazzo.
Appoggiai il bicchiere per terra, presi un lembo della gonna del mio vestito stringendolo forte fino a perdere la sensibilità alle dita, mi alzai di scatto e corsi velocemente verso le scale.
Alex continuava a gridare di aspettarlo e nel voltarmi lo  vidi correre.
Finirono le scale, per poco non caddi, mi addentrai dentro il labirinto.
Avevo Alex alle calcagna e stava gridando. " Ti prego! Aspetta! Non so ancora il tuo nome, dimmi chi sei! Non fare come lo scorso ballo! "

Nel labirinto arrivai in un vicolo cieco, Alex l' avevo seminato quando mi guardai dietro. Pensai alla fiala e mi apparse tra le mani.
Presi un po' di polvere magica, la spalmai sui due palmi delle mani e sparì.
Pensai alla mia cameretta della casa di Odren e si creò il vortice a spirale azzurro che mi fece roteare su me stessa per la seconda volta.

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