Capitolo 10 - It's happening again

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[Non è un capitolo molto bello scusate. Perdonatemi per il ritardo SCUSATE SONO UNA MERDA LO SO LO SO PERDONATEMI ~A♡]

Dire che per il resto della settimana Louis era in ansia è poco.
Louis era completamente e fottutamente terrorizzato.
Ormai era arrivato il sabato e da una parte Louis era felice perché significava che presto la sua ansia sarebbe finita, dall'altra era ancora più in ansia perché sarebbe dovuto uscire con Harry. Passò tutto il pomeriggio intento a cercare dei vestiti adatti all'occasione sotto gli occhi curiosi e allo stesso tempo divertiti di sua madre. Johanna non vedeva suo figlio così da quando... bè, da quando Eleanor l'aveva lasciato, anche se non aveva ancora capito come mai era andata a finire così male tra di loro.
Alla fine, stremato da quasi un'ora intera di ricerca ininterrotta dell'outfit perfetto, Louis decise di optare per una maglietta bianca a righe nere e un paio di jeans rossi. Indossò le sue bretelle, anche se non sapeva perché lo stava facendo, in fondo, a nessuno piacciono le bretelle, ma le mise comunque, nascondendole poi sotto ad una felpa nera molto grande. Alle tre del pomeriggio spaccate Harry bussò alla porta di casa che venne aperta da Johanna.
-Sei Harry?- chiese la signora.
-Sì, signora, sono Harry Styles.- Johanna lo abbracciò di slancio, come era abituata a fare con tutti. Harry, anche se un po' spiazzato, ricambiò l'abbraccio.
-Sono la mamma di Louis, piacere.- disse poi staccandosi e prendendogli la mano tra le sue, gesto che stonava un po' visto successivamente a quell'esempio di affetto avvenuto poco prima. -Ma ti prego, chiamami Johanna. Vuoi entrare?- chiese cortesemente.
-Non serve, mamma.- disse Louis da dietro un po' imbarazzato dal comportamento della madre. -Adesso usciamo.- Louis guardò Harry che sorrise a Johanna annuendo.
-Ok, ragazzi.- disse allontanandosi dalla porta ma continuando a sbirciare con la coda dell'occhio fino quando non la chiusero.
-Perdona il comportamento di mia madre.- disse Louis guardando a terra mentre camminavano fuori dal vialetto di casa diretti al centro. -E' sempre molto... affettuosa...- Harry sorrise guardando il profilo di Louis.
-Non importa.- rispose continuando a sorridere. Non riusciva a credere che stava davvero camminando fianco a fianco a Louis Tomlinson. -Dove andiamo?- Louis si guardò intorno per poi posare lo sguardo negli occhi verdi di Harry. Li riabbassò immediatamente arrossendo.
-Conosco un bar qui vicino.- disse stringendosi nelle spalle e guardando dritto di fronte a lui. Le guance ancora arrossate. -Non ci vado da un po' ma è carino...- Harry annuì e seguì il ragazzo fino al bar.
Appena furono dentro, un caldo tepore li avvolse in contrasto con il freddo pungente di metà Novembre. Le pareti del locale erano di un rosso che trasmetteva calore e i tavoli in marmo erano molto carini. I due si sedettero in un angolo ed ordinarono due thè, uno alla vaniglia per Harry ed uno alla rosa canina per Louis, anche se all'inizio era contrario a bere qualcosa. Parlarono del più e del meno e Louis scoprì che Harry amava la musica, quasi quanto la fotografia, che scoprì essere la sua vera passione. Dopo aver finito le bevande, i due uscirono in centro per camminare un po' insieme.
Erano sul marciapiede mentre chiacchieravano spensieratamente quando un solo pensiero passò per la testa di Louis in quel momento. Preso da un attimo di coraggio improvviso, Louis diede corda al suo istinto ed avvicinò la mano destra a quella sinistra di Harry. Incrociò le sue dita con quelle del riccio e si sorprese nel vedere che la stretta venne ricambiata senza esitazione. I due ragazzi, ora mano nella mano, camminarono per le strade della città vicino ai negozi. Passarono di fronte ad un negozio di abbigliamento e decisero di entrare. Harry correva a destra e a sinistra prendendo indumenti a caso trascinandosi dietro Louis che ridacchiava nel vederlo così felice. Harry indossò una bandana fucsia a pois bianchi che fece arricciare i naso a Louis.
-Che c'è?- gli chiese Harry cercando di sistemare la bandana sulla testa. Louis scosse la sua e agitò le gambe sulla poltrona dov'era seduto.
-Non mi piace quella bandana.-
-A me sì.- rispose Harry girandosi verso lo specchio del camerino dal quale era uscito -Mi piace il rosa.- Louis scosse la testa ridacchiando e guardò Harry entrare nuovamente nel camerino.
-Questo ti piacerà.- disse da dietro la tenda dopo un po'. Louis sorrise perché già sapeva che era sicuramente qualcosa che non gli sarebbe piaciuto ma che a Harry sarebbe stato benissimo. Infatti, dopo pochi secondi, il corpo del riccio fece capolino dalla tenda completamente coperto da un pigiama intero con la forma di unicorno. A coprire i suoi splendidi ricci c'era il cappuccio con il viso dell'unicorno e, ovviamente, il corno. Louis ridacchiò passandosi una mano in volto.
-Cosa ridi?!- chiese Harry, ridendo a sua volta -Non è carino?- fece una giravolta su se stesso fermandosi poi a guardarsi allo specchio. -Anche se forse sarebbe meglio a forma di gatto.- si girò questa volta a guardare Louis che stava ancora sorridendo alla visione del riccio -Non sarebbe bellissimo?- chiese -I gattini sono bellissimi!- Louis ridacchiò ripetendo il movimento precedente.
-Sei serio, Hazza?- il riccio lo guardò con occhi stupiti.
-Hazza?- chiese. Louis arrossì e guardò altrove.
-Sì, ceh... uhm... ti... piace?- chiese incerto guardandolo di sottecchi.
-E' carino, sì.- per un paio di secondi si guardarono negli occhi ed Harry avrebbe voluto mandare tutto a puttane, correre da lui e baciargli quell'espressione imbarazzata e dolcissima sulle labbra. Ma non lo fece.
-Ma,- disse dopo un attimo di silenzio -guarda che bei stivaletti!- esclamò entrando in camerino. Si piegò leggermente per poter prenderli da terra e... cazzo, Louis dovette distogliere lo sguardo. Gli mostrò, poi, un paio di stivaletti dorati che ovviamente Louis non avrebbe mai messo ma che ad Harry sarebbero sicuramente stati benissimo. Li agitò davanti alla faccia in modo buffo facendo ridacchiare il liscio.
-Stupendi, Hazza...- disse lui con un leggero sarcasmo nella voce. Il riccio, ancora leggermente sconvolto per il nomignolo che gli era stato dato, mise un broncio finto.
-Tu non accetti quello che indosso.- Louis si alzò avvicinandosi.
-Non mi piacciono, ma a te starebbero benissimo.- per un attimo credette di essersi lasciato trasportare un po' troppo e di aver sbagliato a dire quelle cose, ma la reazione di Harry lo lasciò a bocca aperta. Il riccio, infatti, sorrise e in un lungo passo gli fu appiccicato. Lo abbracciò stretto a se e Louis dovette mettersi in punta di piedi per arrivare alla sua stessa altezza.

****

Dopo essere usciti dal negozio, senza aver comprato nulla in realtà, si diressero verso il centro per poter camminare insieme ancora per un po'. Si presero per mano senza dirsi nulla e camminarono in silenzio sotto i lampioni ormai accesi. Il cielo si era scurito, ma non abbastanza per poter vedere le prime stelle. Passarono davanti a diversi negozi, commentando di tanto in tanto le vetrine fino a quando non si fermarono di fronte ad un negozio di giocattoli.
-Oh, guarda!- esclamò Harry premendosi letteralmente contro il vetro.
-Cosa?- chiese Louis sorridendo. Sotto sotto gli piaceva il lato da bambino di Harry. Lo rendeva dolce, ai suoi occhi.
-Peluche!- esclamò allungando la "u".
-Ti piacciono?- chiese Louis mentre Harry si allontanava per tornare a camminare. Annuì.
-Soprattutto gli orsi. E anche tutti quelli morbidosi e bianchi...- Louis ridacchiò provocandosi un occhiata stranita del riccio.
-Morbidosi?- chiese il liscio non osando incrociare il suo sguardo. Harry annuì sorridendo.
-Sì, è tipo quando... quando quel coso fa...- interruppe la frase per gesticolare nervosamente con le mani, come succedeva sempre quando non trovava le parole. Fece finta di avere in mano un peluche e strinse ripetutamente le dita come per sentire quanto era morbido. Poi guardò Louis. -Capito?- Louis arrossì cercando di ignorare i suoi pensieri sulle mani di Harry che facevano quel movimento in altre circostanze ed annuì ridacchiando un po'.
Dopo qualche minuto decisero, per il freddo, di andare a casa di Harry perché il liscio voleva assolutamente vedere tutte le sue fotografie e, non appena furono dentro, si diressero nella sua camera. Harry non accese le luci, ma disse invece di aspettare un secondo. Louis si fermò quindi sulla porta della stanza osservando il riccio immergersi nell'oscurità totale. Dopo pochi secondi Harry sussurrò -Ah, ecco!- e si accesero delle lucine gialle attaccate al muro sopra al suo letto, simili a quelle che di solito si mettono sull'albero di Natale, ma con le lampadine un po' più grosse. Sotto ad ogni lampadina c'erano attaccate delle foto illuminate solamente dalla luce di queste. Louis si avvicinò al letto al centro della stanza con la bocca spalancata dallo stupore. Si mise ad osservare ogni singola immagine che ritraevano per lo più paesaggi, sia di giorno che di notte e rimase ancora più impressionato. Era davvero bravo a fotografare. Fece passare il suo dito sul filo seguendo con gli occhi in successione tutte le foto. Si alzò in punta di piedi per indicarne una che ritraeva due donne accanto al riccio molto più piccolo. Gli assomigliavano molto.
-Chi sono?- chiese sussurrando, quasi come per non rovinare quell'atmosfera magica.
-Mia mamma e mia sorella.- rispose Harry mantenendo il tono di voce basso. -Le donne più importanti della mia vita.- Louis continuò a guardare le foto ancora per un attimo, poi si sedette sul letto alzando la testa per osservare Harry.
-Sono bellissime, Hazza...- Harry si grattò la nuca con una mano osservando le luci appese al muro.
-Davvero? Bè, mi piacerebbe farne altre ma ho rotto la macchina quindi, sì, dovrei comprarne un'altra, ma secondo me non sono così belle, cioè, guarda quella, è mossa e...- Louis si alzò interrompendo Harry e si avvicinò a lui.
-Sono davvero belle.- disse semplicemente.
L'azzurro incontrò il verde e il verde l'azzurro. Si mischiarono, si unirono, scavarono uno nell'anima dell'altro per cercare qualcosa a loro sconosciuto. E vollero di più. Louis si avvicinò e si mise in punta di piedi per essere alla stessa altezza del riccio. I loro respiri si mescolarono, si unirono. Le loro mani si incontrarono e, come gli occhi, non vollero più lasciarsi. Con una mano, Louis passò le sue dita sulla guancia del più piccolo facendogli socchiudere gli occhi. Si avvicinarono ancora, tanto che mancavano pochi millimetri perché le loro labbra si incontrassero. Quell'elettricità, quella maledetta elettricità che avevano già sentito, li percorse provocandogli un brivido.
-Harry?- i colpi di una mano sulla porta della stanza bastò per farli allontanare di scatto. Sembrava uno scherzo del destino. Un brutto, ma calcolato, scherzo del destino. Louis fece finta di osservare ancora le fotografie mentre tentava di calmare il suo povero cuore che sembrava volergli uscire dal petto mentre Harry si avvicinava alla porta.
-Sì, Gemma?- la sua voce tremava leggermente.
-Volevo chiederti se mi aiutavi a cucinare ma ho visto che hai ospiti quindi...-
-No no,- rispose per lui Louis interrompendo la ragazza -stavo giusto per andare via.- Gemma sorrise, riconoscendo della penombra la voce e i lineamenti delicati del ragazzo che piaceva a suo fratello.
-Louis?- chiese per accertarsene. Dopo aver intravisto un lieve movimento affermativo del capo di Louis chiese -Non resti a cena?-
-Oh, no, mia madre potrebbe preoccuparsi.- Gemma annuì e lo lasciò passare. Questa volta, Harry si limitò a salutarlo, non gli chiese se volesse compagnia perché sapeva che voleva rimanere solo.

Sta succedendo ancora. Pensò Louis una volta fuori da casa di Harry. Mi sto innamorando di nuovo.

Vite al limite - Larry Stylinson/Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora