Capitolo 26 - There's no problem

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[Scusate per il ritardo, ragazzi. Settimana faticosa. Mi faccio perdonare pubblicando questo capitolo oggi ed un capitolo nuovo a fine settimana. Buona lettura a tutti! ~A♡]

Louis camminava mano nella mano con Eleanor nei corridoi della scuola, ma con la testa bassa e l'espressione triste in contrasto con il sorriso smagliante della ragazza. La parte peggiore di tutta la storia era quella falsa relazione che gli stava causando un problema dopo l'altro. Tanto per cominciare, la prospettiva di sembrare etero, adesso che aveva realizzato di non esserlo proprio del tutto, non lo allettava particolarmente, anche se si sforzava il più possibile. In secondo luogo, i ragazzi avevano iniziato a guardarlo male e ad ignorarlo; probabilmente credevano che avesse illuso Harry per poi ferirlo mettendosi con Eleanor. La verità è che Louis non lo avrebbe mai fatto, ed Harry non se lo sarebbe certo meritato. Vedeva spesso Zayn prendere un lungo respiro e muovere un passo verso di lui, ma veniva sempre preso per un braccio da Liam e tirato indietro; Niall che stringeva le labbra guardandolo con rabbia. Harry, d'altro canto, era colui che gli faceva più male ma che allo stesso tempo lo faceva stare bene più di tutti. Era l'unico che ancora gli sorrideva e che lo salutava nei corridoi tra una lezione e l'altra, ma lo faceva solo per compassione, probabilmente, perché sapeva che Louis ci stava male per quella fottuta amnesia. Al suono della prima campanella, Eleanor se ne andò sculettando nella sua classe e Louis pensò che fosse una vera troia. Si chiese come avrebbe potuto starci ancora insieme. Andò verso la portineria in tutta fretta alzando le spalle. Si affacciò allo sportello ma non fece in tempo a chiedere nulla perché la signora seduta dietro gli sorrise radiosa iniziando a parlare.
-William, caro! Da quanto tempo!- era praticamente impossibile togliere un'idea dalla testa della signora Griselda, per questo dalla prima volta che lesse il suo nome lo ha sempre chiamato William.
-Grise.- la salutò con un sorrisetto stiracchiato, che lei considerava come il più grande regalo da parte del caro William. -Avrei bisogno di un grandissimo favore da parte tua.-
-Tutto ciò che vuoi, William.- Louis prese un lungo sospiro appoggiandosi con un braccio al bordo della finestrella e mostrando il suo miglior "sorriso".
-Avrei bisogno della combinazione di un armadietto.- Griselda si incupì ed abbassò lo sguardo.
-Oh, tesoro, io non...-
-Ti prego, Grise. E' importante. Devo fare un regalo e deve essere una sorpresa, capisci? Per favore.- la donna alzò lo sguardo fissandolo negli occhi poi sospirò.
-Uffa, e va bene. Ma non dirlo in giro, lo faccio solo perché sei tu.- dopo di che, Griselda prese l'elenco di tutti gli armadietti e Louis le diede il nome per ricevere il codice.
Harry arrivò all'armadietto che mancavano due minuti alla prima lezione, e per i suoi soliti tempi era estremamente in ritardo. Inserì la combinazione e lo aprì per sistemare i libri e prendere quelli della prima lezione. Non riuscì, però, a fare niente perché si bloccò non appena vide cosa c'era dentro: una scatola bianca con sopra una rosa dello stesso colore e la stessa busta che aveva aperto la settimana prima. Il nastro questa volta era dorato. Aprì curioso la lettera, che era più simile ad un biglietto, ed iniziò a leggere.

Caro Harry,
eccoci al secondo regalo. Anche questo è ispirato a quel giorno, lo stesso del peluche. Ti vorrei vedere mentre lo apri, lo guardi e forse sorridi. Ho sempre amato il tuo sorriso, sai? Ti prego, sorridi di più.

Sempre tuo,
Louis.

Harry sospirò rigirandosi la busta tra le dita ed osservandone i dettagli. Louis lo guardava da lontano, con il cappuccio sulla testa e il viso mezzo nascosto dal suo armadietto. Lo vide tirare fuori la scatola ed aprirla. Il viso del riccio si illuminò alla vista di un paio di stivaletti dorati, esattamente della sua misura. Pensò a quante volte era passato davanti alla vetrina di quel negozio e li aveva visti, ma poi guardava il prezzo e pensava che non aveva abbastanza soldi per prenderli. Anche questa volta la scatola era piena di rose ed involontariamente arrossì. Gli stivaletti, il peluche, le rose... perché Louis sapeva tutto di lui? La cosa lo preoccupava un po'. Suonò la campanella e si affrettò a chiudere la scatola, un sorriso perenne sul volto. Prima di avviarsi verso la classe si guardò intorno in cerca del liscio, aveva detto che voleva essere lì mentre lo apriva, forse c'era? Però non vide nessuno. Ma Louis aveva visto la luce sul suo volto quando aveva aperto il regalo. E forse, dico forse, non riusciva a trattenersi dal sorridere anche lui.

Vite al limite - Larry Stylinson/Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora