Capitolo 44 - Tyler fucking Linch

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[Eeeeeehiiii! Sta sera non ho tempo di ricontrollare il capitolo quindi perdonate eventuali errori. Spero che vi piaccia gente☆ ~A♡]

-Allora, lo puoi fare?- chiese Gemma Styles guardandolo negli occhi. Davanti a lei un ragazzo si esibì in uno sbuffo incredulo.
-Per chi mi hai preso? Per un dilettante?- scosse leggermente la testa guardandola dal basso, seduto su una sedia girevole davanti ad una disordinata scrivania. Erano in un modesto garage di una casa nei pressi della loro scuola; era talmente caotico che sembrava ci fosse esplosa una bomba contenete cianfrusaglie di ogni genere: era una specie di discarica, con lamiere rotte e accatastate negli angoli, tegole di tetti e pezzi di biciclette vecchie e arrugginite. Gemma distolse gli occhi cercando di non pensare al perché c'era una testa di bambola terribilmente inquietante sopra ad una mensola, e tornò ad osservare il ragazzo davanti a lei.
-Allora?- lo incalzò sedendosi sul bordo della sedia di fianco a lui con le mani intrecciate e i gomiti appoggiati sulle cosce. Il ragazzo sospirò, abbassando la testa e chiudendo gli occhi, afflitto.
-Beh, cazzo! Sono Tyler fucking Linch, per l'amor del cielo!- sbottò facendo ruotare su se stessa la sedia. Collegò il telefono di Gemma al suo computer ed iniziò a battere sulla tastiera. -E siamo stati persino insieme...- mormorò. I capelli castani a spazzola erano nascosti da un cappello con la visiera per dietro e gli occhiali quadrati con la montatura di plastica continuavano a scivolargli sul dorso del naso. Con un gesto distratto li spostava in cima, per poi ripeterlo poco dopo. Gemma osservava curiosa lo schermo ma più Tyler batteva sui tasti più lei ci capiva di meno. Comparirono una serie di finestre che rimanevano per circa mezzo secondo, tempo nel quale, a quanto pare, Tyler riusciva ad inserire codici e comandi che ne aprivano altri e così via. La ragazza iniziò a sentire un debole mal di testa puntato dietro gli occhi e distolse lo sguardo da quel groviglio di lettere e numeri, facendolo vagare sul garage. Scorse un secchio rosso rivolto verso il basso, di quelli che i bambini usano per giocare con la sabbia al mare, affiancato da una paletta verde senza il manico ed un rastrello giallo al quale mancava qualche dente. In un angolo c'erano due finestre senza vetro ed una porta senza qualche pezzo che sembrava uscita da un film horror. Le venne in mente un uomo che con un'accetta apriva un varco nel legno ma scacciò il pensiero non ricordandone il nome.
-Beh... strano- mormorò il ragazzo sistemandosi per la quindicesima volta gli occhiali e avvicinandosi allo schermo. -Davvero molto strano-
-Cosa?- chiese Gemma tornando con gli occhi su di lui. -Che succede? Che hai scoperto?-
-Beh,- rispose con un tono un po' assorto -questi messaggi sono stati inviati tutti contemporaneamente. Più precisamente alle 16:12:36 esatte.- batté ancora un paio di volte e corrugò la fronte. -La cosa strana è che sono circa una decina per quanto qualcuno possa provarci, dubito che due persone riescano a digitare ed inviare circa cinque messaggi a testa in un secondo.-
-Ma che cazzo...- mormorò Gemma avvicinandosi.
-Ma da dove arrivate, voi stupidi mess...- Tyler si bloccò a metà frase finendo di digitare qualche altro codice ed osservò assorto lo schermo.
-Ah-ah!- esclamò alzando le mani.
-Cosa? Cosa?- chiese Gemma alzandosi per vedere meglio. Nonostante il cambio di prospettiva, continuava a non capirci nulla. -Che sta succedendo?-
-Beh, bellezza mia, questa conversazione è stata proprio installata nel tuo telefono, più precisamente nella chat di quello scemo di Grimshaw.-
-Ok, Tyler. Sii più preciso.-
-Beh, qualcuno che ci capisce davvero di computer ha installato una serie di testi già scritti sotto forma di messaggi nella chat anzi, ti dirò di più- continuò premendo qualche tasto in più. -hanno inventato da capo l'intero programma utilizzato.- Gemma borbottò qualcosa corrugando le sopracciglia.
-Sai risalire al creatore?- Tyler sbuffò.
-Continuo a non capire se mi prendi in giro o se fai finta di non sapere.- Gemma lo guardò con un'espressione seria ed impenetrabile. -Oh, lascia stare. Certo che posso risalire al nostro caro e simpatico amico, anche se non credo che ce ne sia bisogno.- Tyler tornò a concentrarsi sullo schermo, digitò codici su codici ed aprì nuove finestre fino a quando non raggiunse una piccola schermata con un nickname scritto sopra.
-Il nostro uomo è...-
-@james_nick_franky , grazie, so ancora leggere.-
-Il nome ti dice niente?- chiese Tyler guardandola. Lei annuì lentamente poi agitò una mano rischiando di colpirlo in faccia.
-Certo che mi dice qualcosa, sono due amici di Nick e...-
-Nick stesso, ho capito.- finì per lei Tyler. -Sono proprio dei cretini ad usare il loro nome come nickname.- il ragazzo ricominciò a toccare i tasti.
-Che stai facendo ora?- chiese la ragazza.
-Beh, cerco come ha potuto installare il programma, no?- altre schermate, altri codici. Tyler guardò i risultati della sua ricerca, poi corrugò le sopracciglia.
-Non farti pregare, Tyler.-
-Beh, a quanto pare è stato installato attraverso un altro dispositivo, il che è strano perché tu dovresti essertene accorta- Gemma scosse la testa interrompendolo.
-Avevo perso il telefono quel giorno. Conoscendo il tipo, Nick me lo avrà rubato per permettere ad uno dei suoi amici di farlo.- Tyler annuì.
-Beh disinstallo il software, non ci vorrà molto.- disse. -Ah, e installo anche un blocco per eventuali altri tentativi.- dopo di che il ragazzo le riconsegnò il telefono. Gemma lo prese mentre lui gli diceva -Ecco qui il gioiellino: esattamente come nuovo!- lei si diresse verso la porta camminando all'indietro e salutandolo con la mano.
-Sei il migliore, Ty!- esclamò guardandolo. Il ragazzo alzò le mani puntando gli indici verso di lei.
-Tyler fucking Linch!-

****

-Ok, il sacco a pelo?-
-Mamma, siamo a metà giugno...- la debole voce di Louis Tomlinson cercava di sovrastare il rumore dei passi di sua madre sul parquet della sua stanza. Lei misurava a grandi passi tutta la superficie disponibile guardandosi i piedi e tenendo una mano sul mento. Lasciò passare un paio di secondi, poi si fermò e guardò suo figlio seduto sul letto.
-Antizanzare?- Louis fece segno di sì con la testa e la madre riprese il suo tragitto fino ad arrivare alla porta. Poi tornò indietro fino alla scrivania nell'angolo, poi di nuovo alla porta.
-Fazzoletti sì, vestiti sì...-
-Mamma, per favore, potresti calmarti?- chiese lentamente il ragazzo che, contagiato dalla sua ansia si era messo a torturarsi le mani. Lei lo raggiunse inginocchiandosi davanti a lui e stringendogli le mani sulle esili spalle.
-Scusami, amore mio, ma... sono davvero preoccupata per te.- il suo sguardo cadde per mezzo secondo sulle sue braccia per poi tornare immediatamente ai suoi occhi. -Sei così fragile, Louis...- mormorò scrutandolo nell'anima come solo le mamme sanno fare. -E se ti facessero del male? E se non ti volessero bene?- scosse la testa muovendo i capelli castani e abbassando gli occhi. -No, sto esagerando. Loro sono i tuoi amici.- Louis alzò una mano per portargli le ciocche dietro l'orecchio e lei tornò a guardarlo. -Harry c'è?- chiese dolcemente. Louis sorrise sentendo un lieve rossore sulle guance. Annuì. Johanna sorrise. -Se c'è lui mi fido.- disse alzandosi. -Mi sembra un ragazzo affidabile.- Louis abbassò lo sguardo.
-Lo è.- rispose in un sussurro, più a se stesso che a lei. Di sotto il campanello suonò facendoli sussultare e la madre si diresse immediatamente di sotto. Louis sentì la sua voce che accoglieva Harry, quella di lui che rispondeva educatamente e quelle delle sue sorelle che lo salutavano. Il liscio prese le sue cose e si apprestò a scendere le scale fermandosi sull'ultimo scalino. Si legò i lacci delle scarpe (Vans, ovviamente, rigorosamente rosse), si alzò e si avvicinò alla porta di ingresso. Incrociò lo sguardo del riccio e si sentì avvampare. Harry stava spiegando il programma alle ragazze.
-Un lago?- chiese Lottie stupita. Lui le sorrise illuminando gli occhi verdi.
-Sì, un lago.- rispose. Johanna guardò suo figlio leggermente allarmata.
-Il costume, Louis?- chiese. Il liscio annuì e sembrò che si rilassasse almeno un po'. Louis si avvicinò ad Harry e gli prese delicatamente la mano nella sua.
-Ciao, Lou.- mormorò il riccio baciandogli la testa. Il liscio abbassò lo sguardo perdendo un battito.
-Ciao, Haz.- rispose in un flebile sussurro. Il riccio sorrise facendo comparire le sue famose fossette ai lati della bocca.
-Bene, signora Tomlinson...- iniziò il riccio.
-Jay...- la interruppe lei sorridendo amabilmente. Harry annuì ricambiando il sorriso.
-Bene, Jay,- riprese lentamente -prenderò Louis in prestito per il fine settimana. Ma glielo riporterò per domenica sera, non si preoccupi.-
-Oh, Harry, dovresti davvero smetterla di darmi del lei.- gli disse sorridendo e avvicinandosi per baciargli entrambe le guance. -Divertitevi, ragazzi!- esclamò poi chiudendo la porta dietro di loro.
Quando furono fuori, Harry gli indicò un furgoncino poco distante. Lo avevano noleggiato per starci tutti e sei, con Gemma al volante. Appena gli furono di fianco, il riccio aprì la porta dietro per farlo salire e Louis arrossì inevitabilmente.

Non mi abituerò mai. Pensò guardando Harry che la richiudeva e faceva il giro per prendere posto accanto a lui.

-Tomlinson!- gridò una voce alquanto familiare dai sedili dietro. Louis si girò di scatto sorridendo inconsciamente. Harry, che aveva appena preso posto, lo osservò sbalordito. Era la prima volta da un bel po' che lo vedeva sorridere davvero.
-Malik!- urlò il liscio in risposta. Dietro erano seduti Liam e Zayn e quest'ultimo si sporse per salutare il suo amico come si deve. Ovvero, con una specie di stretta di mano ed un pugno sulla spalla destra. -Ti vedo bene, cazzo!- esclamò guardandolo. Era dimagrito davvero tantissimo, questo sì, ma aveva ordinato i capelli, perso le occhiaie e non aveva più alcun tremore sulle mani.
-Oh, non puoi capire quanto mi sei mancato, amico!- gli disse Zayn di rimando. Lo guardò e sfoderò uno splendido sorriso divertito. -Sai, una settimana intera solo con questo qui...- disse indicando con il pollice Liam alla sua destra. Quest'ultimo gli diede uno schiaffo scherzoso sulla spalla.
-Ehi!- esclamò -Potrei offendermi!-
Harry strinse la mano di Louis guardandolo con una luce euforica negli occhi. Il liscio sapeva che era felice di poter passare tre giorni interi con lui.
-Stai sorridendo, Lou.- sussurrò sfiorandogli le labbra. Il liscio lo guardò negli occhi sentendo il cuore che velocizzava il ritmo.

No, pensò non mi abituerò mai.

Da davanti qualcuno si schiarì la gola. Niall li guardava tutti e quattro con un falso cipiglio stizzito sul volto.
-Allora, la volete smettere di pomiciare voi?- sbottò fintamente irritato. In realtà tutti riconobbero una scintilla di felicità dietro le iridi chiare del biondo. -Vogliamo partire o no?- disse ridendo. Gemma abbassò la testa muovendo la coda di cavallo in cui aveva raccolto i capelli castani ed ingranò la marcia premendo sull'acceleratore. Louis vide sul suo volto un debole, nostalgico ma speranzoso sorriso.

Vite al limite - Larry Stylinson/Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora