Capitolo 23 - Happy birthday, Harry pt.2

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[Ehiiiii! Capitolo felice o depresso? Cosa vi aspettate? Scrivetemi le vostre opinioni nei commenti e fatemi sapere cosa ne pensate! All the love xx ~A♡]

Quando uscì dal bagno era in ritardo di dieci minuti per la lezione successiva e si giustificò dicendo che aveva confuso le aule. Per tutto il resto della giornata non ascoltò una singola parola di una lezione, ma continuava a chiedersi il perché, perché fosse stato così stupido a credere di poter piacere a Louis. A pranzo scese in mensa e si andò a sedere al solito tavolo. Si guardò intorno e vide Eleanor seduta sopra le gambe di Louis dall'altra parte della stanza ma fece finta di non averlo notato. Fece finta di non aver sentito il suo cuore distruggersi in mille pezzi. Iniziò a mangiare aspettando Niall, Zayn e Liam e, appena arrivò il biondo, aiutato dagli altri due a portare il vassoio, smise guardandolo negli occhi, cercando di fargli capire che c'era qualcosa che non andava. Lui aggrottò la fronte non capendo poi si girò intorno.
-Dov'è Louis?- chiese Zayn con nonchalance. Harry indicò con un cenno del capo i due ragazzi nell'angolo opposto della mensa e Liam si incupì.
-Oh, Harry...-
-Non importa.- lo interruppe secco lui. -Davvero, non me ne frega niente.- ma dava tutt'altra impressione, nel modo in cui stava torturando quel povero purè di patate nel piatto. Quando i quattro si alzarono e si incamminarono per uscire, Louis fece alzare bruscamente Eleanor e corse incontro al riccio.
-Harry!- esclamò. -Harry, aspetta.- lui si girò a guardarlo. Negli occhi un espressione così ferita che faceva male a guardarla.
-Non vorrei togliere tempo a te e alla tua ragazza.- disse lui con un tono che Louis non seppe identificare. Era sul punto di dirgli che Eleanor non era la sua ragazza ma in quel momento arrivò lei urlando come un'oca.
-Perché mi hai lasciato lì da sola?- chiese incrociando le braccia. Louis abbassò lo sguardo. Poi alzò la testa e cercò di parlare con gli occhi ad Harry dicendogli cosa stava succedendo, quasi implorandolo di capire. Harry aggrottò la fronte e Louis sospirò chiudendo gli occhi.
-Volevo solo chiederti se volevi venire a vedere i miei allenamenti di calcio. Sono oggi pomeriggio.- mormorò così piano che Harry stentò a sentirlo. Il riccio incrociò le braccia e, mascherando la sua espressione confusa e dolorosa con una maschera di durezza, lo guardò.
-Non vorrei essere di troppo.- rispose. Il suo tono fu come una lama ghiacciata che trafisse il petto di Louis congelandolo dall'interno. Eleanor lo guardò con un'espressione severa.
-Beh, peggio per te. Andiamo, tesoro?- si girò e spinse via il liscio con una mano dietro alla schiena. Lui si girò un'ultima volta a guardare il riccio, che aveva rilasciato le braccia lungo il corpo e lo guardava confuso cercando di capire i suoi sguardi. Caricò gli occhi di tristezza ed implorazione, quasi a dirgli ti prego, ti prego, scusami per tutto questo dolore, non volevo, è colpa mia scusami ma lui non capì. E Louis si girò, andandosene.

****

Quel pomeriggio, dopo le lezioni, nonostante il suo cervello (e Niall) continuasse a dirgli che era una causa persa, che non avrebbe avuto senso continuare a combattere, Harry andò agli allenamenti di Louis. Non era ancora entrato nella squadra ma il coach gli aveva proposto di provare qualche allenamento per vedere se era capace e se riusciva a sostenerli. Lo seguì correre sul campo affianco a Zayn per tutto il tempo, lo guardò riscaldarsi e tirare in porta come se giocasse a calcio da una vita. Indossava le scarpe che gli aveva regalato Zayn ed Harry sorrise perché, poteva sembrare un po' asociale e scontroso, ma ci teneva ai suoi amici, e questo lui lo sapeva. Si perse nell'osservare le sue forme, il suo sedere perfettamente sodo, i polpacci che si tendevano quando correva, i muscoli delle cosce che scomparivano sotto ai pantaloncini, i bicipiti sviluppati, il viso perfetto, la mascella poco pronunciata con un accenno di barba, i suoi morbidi capelli che si muovevano nel vento. Avrebbe baciato ogni singolo centimetro di quel corpo, avrebbe davvero voluto farlo, tenerlo tra le braccia, stringerlo quando voleva, baciargli i capelli, la fronte, il naso e poi le labbra, le sue splendide labbra. Avrebbe voluto avere la possibilità di guardarlo negli occhi così a lungo fino a perdersi, in quel profondo mare blu che nascondeva tanti segreti. Avrebbe voluto conoscere ogni suo singolo punto debole, per poterlo possedere, per dimostrargli i suoi sentimenti ma non poteva. Non poteva perché lui non ricambiava e sì, Niall aveva ragione una buona volta, era una causa persa, correre dietro ad un ragazzo etero e per di più fidanzato.
-Ehm, scusami?- qualcuno di fianco a lui si schiarì la voce riportandolo con i piedi per terra. Era la ragazza di Louis. Una smorfia di rabbia passò sul suo volto ma si affrettò a nasconderla. -Sei Harry, giusto? Lo scolaretto di questa mattina?- Aveva un tono talmente sprezzante che mandò su tutte le furie il riccio. Si alzò in piedi e la guardò negli occhi, o quasi, visto che era di qualche centimetro più alto di lei.
-Sì, sono io. Si può sapere invece chi saresti tu?- chiese Harry stringendo i pugni e cercando di rilassarsi.
-Eleanor, la ragazza di Louis.- rispose lei in tono tranquillo, come se Harry già la conoscesse.
-Louis non mi ha mai parlato di una Eleanor, mi dispiace.- e tornò a sedersi girando la testa verso il campo. La ragazza rimase interdetta e si chiese se facesse sul serio. Com'era possibile che lui non avesse mai parlato di lei?
-Beh, si da il caso che io sia la sua ragazza.- proferì lei ma venne ignorata dal riccio che era intento ad osservare le mosse esperte di Zayn e Louis sul campo, ma la stava comunque ascoltando -E desidero che tu non ti faccia più vedere vicino a lui, mai più. Nemmeno qui, agli allenamenti. Ti è chiaro?- Harry alzò gli occhi e la guardò.
-Seriamente?- chiese, poi si girò di nuovo -Io non mi muovo da qui.- Eleanor si sedette di fianco a lui e lo guardò.
-Lui non ti vorrà mai, Styles. Mai e poi mai.- il riccio non la degnò di un occhiata -Lui ha me e non vuole te. Ora vattene.- il riccio si alzò e la guardò dall'alto con un'espressione arrabbiata, ma non disse niente. Raccolse la sua borsa e se ne andò. In fondo aveva ragione, lui non l'avrebbe mai voluto. Quando Louis si girò per la prima volta a guardare gli spalti vide solo Eleanor che lo salutò con la mano. Niente ricci. Niente occhi verdi. Niente di ciò che sperava.

****

Louis scese dall'autobus e corse dietro al riccio che, nonostante fosse sceso nello stesso momento, aveva sfruttato le sue gambe lunghe per arrivare più lontano.
-Harry!- lo chiamò e lui sospirò. Se l'era aspettato, ovviamente. Si fermò, dandogli comunque le spalle. -Harry, ti prego, ho bisogno di parlarti.- disse una volta che lo ebbe raggiunto. Il più alto non si girò ma sospirò nuovamente.
-Che cosa devi dirmi? Che ti sei fidanzato? Notizia flash: lo so già.- Louis sospirò e gli tremò il fiato. Si guardò intorno e, non vedendo nessuno prese un respiro profondo. Harry fece per muovere un altro passo ma si bloccò alle sue parole.
-Lei non è la mia ragazza.- il riccio si voltò. Aggrottò la fronte non capendo.
-Come?- chiese, stupefatto, con i ricci che gli coprivano gli occhi. Il liscio si avvicinò di un passo ed alzò la testa, anche se con lo sguardo evitava i suoi occhi. Stettero un attimo in silenzio, l'unica cosa tra di loro i respiri condensati nel freddo di febbraio.
-Noi...non stiamo insieme.- Harry lo guardò come se si aspettasse che quella perfida racchia sbucasse fuori da un momento all'altro ed urlare STA SCHERZANDO, SCEMO, ma non accadde nulla. Così guardò Louis rilassandosi leggermente, ma mantenendo il suo sguardo curioso e allo stesso tempo confuso.
-E perché allora...- si bloccò non sapendo come continuare.

Perché ti sta attaccata come una cozza? Perché fa finta di essere la tua ragazza? Perché fate finta di stare insieme? Che cos'è? Una specie di gioco?

Louis guardò a terra, poi fissò un punto indefinito alla destra di Harry.
-Perché lei sa delle cose che io non voglio che gli altri sappiano e... mi sta minacciando. Con questa storia.- Harry non seppe cosa rispondere e lo guardò sbigottito. Louis sospirò e si passò una mano tra i capelli, un gesto che il riccio amava alla follia. -Insomma, mi dispiace. Eleanor si comporta sempre da stronza, è insopportabile ma proprio non posso... io...- si tirò le ciocche frustrato. Cercò il modo migliore per spiegargli quella storia senza dire esplicitamente che era gay e che stava parlando con un ragazzo che probabilmente gli piaceva, ma non trovò niente. Harry si avvicinò e gli mise le mani sulle spalle.
-Guardami.- disse con tono risoluto. Louis alzò la testa e lo fissò negli occhi. Il respiro corto, il cuore a mille. Lì, in mezzo alla strada, di sera, avrebbe volentieri ceduto all'impulso di baciarlo. -È così importante questa cosa che tu non vuoi che nessuno sappia?- Louis esitò un po' e poi annuì. Non ci teneva che tutta la scuola lo chiamasse "frocio" o che il riccio lo guardasse male ogni volta per il fatto che, beh, forse gli piaceva. E sarebbe stato un problema. Mai innamorarsi dei propri amici. Harry lo guardò e poi gli rivolse uno dei suoi sorrisi caldi che gli scongelò il cuore. -Allora stai facendo la cosa giusta.- mormorò. Louis, in un impeto di follia, si alzò sulle punte e lo abbracciò, avvolgendogli le braccia al collo. Il riccio seppellì il suo viso nei capelli dell'altro.
-Mi dispiace di averti rovinato il compleanno.- mormorò ed Harry sorrise.
-Non lo hai fatto.- rispose riferendosi all'abbraccio, rimarcando la frase stringendo la presa attorno ai suoi fianchi. Fu Louis a scioglierlo per primo ed, imbarazzato, guardò a terra sorridendo con un angolo della bocca.
-Ti avevo anche comprato un regalo ma l'ho lasciato a casa...- Harry sbuffò.
-Ma perché quando dico "niente regali" tutti non fanno altro che comprarmi regali?!- sospirò agitando le braccia e Louis ridacchiò guardandolo di sottecchi. -Comunque casa tua non è tanto distante,- aggiunse -puoi sempre andare a prenderlo.- il liscio annuì. Si avvicinò di un passo e si alzò sulle punte per essere quasi alla sua altezza. Gli spostò i ricci dal viso e li mise dietro l'orecchio. Poi lo guardò negli occhi, cercando di sostenere il suo sguardo.
-Buon compleanno, Harry.- si avvicinò di un paio di centimetri e posò le sue labbra sulla pelle fredda della guancia del riccio. Poi si girò e si allontanò verso casa sua. Harry lo guardò andare via, posando la punta delle dita sulla sua guancia, divenuta bollente. Sorrise.

Vite al limite - Larry Stylinson/Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora