Capitolo 40 - I love you

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[Eeeeeeeehi nuovo capitolo cheeeeeeeeeck! Love u all guys ~A♡]

Louis si risvegliò nell'infermeria della scuola. La luce in quella stanza era così forte che gli sembrava di essersi risvegliato nell'aldilà. Si mise a sedere sentendo un forte dolore pervadergli l'addome. Allarmato si alzò la maglietta vedendo delle fasciature leggermente insanguinate. Probabilmente i tagli si erano riaperti e qualcuno li aveva medicati. Le sentì anche sulle cosce ma non sui polsi. Iniziò a respirare affannosamente, subito preoccupato che l'infermiera, il preside o chiunque altro lo avessero detto alla sua famiglia. O peggio, a Harry. Si alzò di scatto cercando qualcuno con cui parlare, per accertarsi che non avessero detto nulla.
-Siamo spiacenti dell'accaduto, signora Tomlinson, ma suo figlio sta bene.- sentì una voce fuori dalla stanza e dei passi pesanti e frettolosi. La porta si aprì di scatto mostrando sua madre che camminava davvero velocemente con lo sguardo arrabbiato. -Non è orario di visite, signora.- cercò di fermarla l'infermiera.
-Non me ne frega niente se non è orario di visite!- esclamò Jay. Louis indietreggiò sentendo il tono duro nella voce della donna. -Mio figlio è stato picchiato! Devo assolutamente vederlo.- si avvicinò a lui e non appena gli fu abbastanza vicino lo abbracciò. Louis chiuse gli occhi, sentendo il calore materno pervadergli l'anima e il cuore.
-Dobbiamo parlare, Louis.- mormorò la donna staccandosi leggermente. Il liscio annuì abbassando lo sguardo. Jay si girò verso la donna dietro di loro incrociando le braccia al petto. -E si può sapere chi ha ridotto in questo stato mio figlio?- l'infermiera scosse il capo.
-Non ne so niente io.- rispose lievemente preoccupata. -Dovrebbe parlare con il preside.-
-Benissimo, allora.- proferì Jay -Andrò a parlare con il preside. Prepara le tue cose, Louis. Ti porto a casa.-

****

-Il tuo comportamento, signorino Styles, è stato davvero disonorevole. Non me lo sarei mai aspettato.- disse il preside incrociando le mani sopra alla scrivania di mogano e protendendosi verso il riccio. Harry lo guardò con un misto di incredulità e disprezzo.
-Con tutto il rispetto, signor preside, non credo che sia colpa di mio figlio.- disse Anne sistemandosi meglio sulla sedia. -A quanto ho capito, un gruppetto di bulli ha picchiato un ragazzino e Harry lo ha difeso. O sbaglio?- Harry avvicinò una mano a quella della madre sentendo la rabbia nella sua voce e cercando di calmarla.
-Esattamente, ma sono già stati presi dei provvedimenti per quei ragazzi. Ritengo che comunque anche la minima violenza in questa scuola debba essere punita. Per questo, il signorino Styles dovrà pagare anche per le sue azioni.-
-Non lo trovo affatto giusto.- esclamò Anna.
-Mamma...- mormorò il riccio stringendole la mano. La donna tornò ad appoggiare la schiena alla sedia.
-Dovrà solamente rimanere un paio di pomeriggi in più alla biblioteca.- disse il preside scrivendo qualcosa su un'agenda -Aiutare a sistemare, niente di che, signora Styles.-
-Davvero sconvolgente!- esclamò una voce fuori in corridoio. I tre si girarono verso la porta. -Non può esistere una cosa del genere!-
-Mamma, ti prego, niente scenate.- si aggiunse un'altra voce. Harry sussultò alzandosi in piedi nell'esatto momento in cui la porta si spalancò. Entrarono Jay e Louis insieme ad una segretaria davvero agitata.
-Mi scusi, Preside. Ho tentato di fermarla, ma...- disse la segretaria, che venne però interrotta da Jay che si avvicinò alla scrivania.
-Poche storie signorina!- gridò -Signor Preside, esigo delle spiegazioni. Mio figlio è stato letteralmente picchiato all'interno della scuola! E stando a ciò che mi hanno detto ci sono delle scritte diffamanti sulle porte dei bagni! Le porte dei bagni, Signor Preside!- la segretaria chiuse la porta mentre Louis si spostava verso Harry per abbracciarlo.
-Signora Tomlinson, la prego si sieda.- cercò di dire il preside che però venne immediatamente interrotto dalla donna che prese nuovamente ad urlare.
-Non ci penso neanche a sedermi! Voglio delle spiegazioni e le voglio adesso!-
-Qualcuno deve aver messo in giro delle voci che hanno generato tutta questa situazione. Siamo alla ricerca del colpevole, ma capisce anche lei che tra cinquecento alunni...-
-No, Signor Preside, non capisco proprio. Dei suoi alunni hanno picchiato mio figlio per quale motivo? Perché è gay? Questa storia deve finire. O meglio, non sarebbe mai dovuto accadere.-
-Capisco, signora, ma...-
-No, lei non capisce. Ha per caso un figlio gay?- chiese. Il preside rimase in silenzio. -Ecco, quindi non può capire che cosa si prova a vedere il proprio figlio in questo stato per colpa di cosa? Dei suoi sentimenti? È inammissibile.-
-Saranno presi dei provvedimenti, non appena troveremo chi ha dato inizio a questa storia.- disse il preside cercando di essere il più diplomatico possibile.
-E non ne dubito!- esclamò la donna -Ma quando, mi chiedo?-
-Io so chi è stato.- disse Louis staccandosi da Harry. Tutte le teste si girarono verso di lui e il liscio arrossì abbassando la testa. -Eleanor.- il riccio incrociò le braccia al petto e Jay si mise una mano davanti alla bocca.
-La signorina Eleanor Calder?- chiese sconvolto il preside. Louis annuì.
-Esatto. Stavamo insieme e non l'ha presa bene quando... ehm, le ho detto... beh, lo sa.-
-Prendo subito provvedimenti. Signorino Styles, la sua punizione inizia domani. Quanto a lei, signorino Tomlinson- il preside si rivolse al liscio che si fece piccolo piccolo sperando che non accennasse a quella cosa di fronte a Harry. -abbiamo concordato che dovrebbe rimanere a casa da scuola per quest'ultima settimana.- lo sguardo del riccio si fece confuso.
-Che sta succedendo, Lou?- il liscio lo guardò cercando di sorridere.
-Te ne parlerò più tardi.- e poi uscì insieme alla madre.

Vite al limite - Larry Stylinson/Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora