Capitolo 15 - Imperfect

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Louis entrò in casa annunciando il suo arrivo e chiudendosi la porta alle spalle. Si tolse la giacca dalle spalle e la posò sull'appendiabiti affianco alla porta poi si diresse lentamente in cucina dove trovò sua madre intenta a cucinare e tutte le sue sorelle. Decise di chiedergli della festa ma 1)lui non era un tipo da feste, 2)Niall aveva detto che c'era sempre tanto cibo e "Louis" e "Cibo" non stanno mai bene nella stessa frase, 3)si era parlato di pigiama-party ma Louis continuava a domandarsi se i pigiama-party fossero una cosa da ragazze e, in tal caso, non ci teneva a fare cose da ragazze e 4)c'era quella storia dei regali e Louis odiava ricevere regali da chiunque, anche sua madre. In pratica, non aveva senso nemmeno chiederle qualcosa al riguardo ma per chissà quale arcano motivo decise di farlo lo stesso.
-Uhm, mamma?- chiamò imbarazzato guardando di sottecchi la donna.
-Dimmi, tesoro.- rispose lei continuando a spadellare animatamente.
-Uhm... ecco, volevo.. uhm... invitare degli amici a casa per il 24...- si interruppe di colpo a causa di un rumore di piatti rotti. La donna aveva, infatti, appena preso un piatto dalla credenza e le era caduto in terra rompendosi in mille pezzi. Ci furono un paio di secondi in cui tutti stessero fermi, poi Louis si mosse ed aiutò la madre ancora sconvolta a raccogliere i cocci. Tutte le sorelle si erano fermate in quel che stavano facendo e fissavano il ragazzo con occhi spalancati. Dopo che ebbero raccolto tutto, la madre si alzò da terra e guardò il figlio con la stessa espressione delle ragazze. Louis si sentì un attimo sottopressione con tutta quell'attenzione addosso.
-Che c'è?- chiese timido ed un po' spaventato.
-Niente, è che...- cercò di rispondere la madre ma non riuscì a trovare le parole -...cioè, in 17 anni non ti ho mai visto invitare qualcuno, quindi devono essere molto importanti per te...-
-Chi sono?- chiese Fizzy.
-Uhm... Liam, Zayn, Niall, Harry e Gemma, la sorella di Harry...-
-Harry? Viene anche il tuo ragazzo?- chiese Lottie.
-Si viene, ma non è il mio ragazzo, te l'ho già detto.- Lottie e Fizzy si guardarono e sorrisero.
-VIENE IL RAGAZZO DI LOUIIIIIIS!- esclamarono all'unisono. Louis si posò una mano in faccia e guardò a terra.
-E quella ragazza, Gemma? Dobbiamo, sì insomma, preoccuparci?- chiese la madre prendendo un altro piatto dalla credenza e stando bene attenta a non farlo cadere.
-Oh, no, lei ha già compiuto 18 anni ma comunque piace a Niall. Nessuno di noi ci proverebbe.- Nemmeno Niall avrebbe voluto aggiungere ma sarebbe sembrato troppo cattivo nei confronti del biondo. La madre annuì.
-Per me va bene, basta solo che non si lamentino le famiglie perché è la vigilia di Natale, ma per il resto vi arrangiate, credo, non lo so, non sono pratica in queste cose...- Louis annuì e pensò alla storia del pigiama-party.
-Oh, e possono rimanere anche a dormire?- Lottie e Fizzy si scambiarono uno sguardo strano e Georgia alzò gli occhi al cielo ma Louis decise di ignorarle. Sua madre gli diede un'occhiata di sfuggita poi annuì.
-Basta che non fate troppo casino fino a tardi.- Louis era quasi davvero felice, che quasi fece un intero sorriso e quasi andava ad abbracciare sua madre per l'emozioni. Ma ovviamente si limitò ad uno dei suoi soliti sorrisi sghembi e ad un "Grazie" sussurrato.

****

Quella sera, dopo aver cenato, Louis salì in camera e si chiuse nel suo bagno. Si spogliò di spalle allo specchio ed entrò in doccia. Dopo che si fu lavato, indossò un paio di boxer e si guardò allo specchio a figura intera dietro la porta. Ogni volta che si vedeva in quel fottuto specchio si vedeva sempre più grasso e non capiva il perché visto che non gli sembrava di mangiare molto. Si girò a guardare la schiena, l'unica parte del suo corpo senza cicatrici e ne osservò le forme. Sì, era decisamente troppo grasso. Guardò la porta come per assicurarsi che non entrasse nessuno e poi aprì il rubinetto dell'acqua. Si inginocchiò di fronte al water e premette due dita in fondo alla gola per sforzare i conati di vomito. Vomitò tutto quello che poteva (che non era molto), tirò l'acqua poi si andò a sciacquare la bocca. Si guardò negli occhi nello specchio sopra al lavandino e storse il naso alla vista dei suoi occhi troppo azzurri, della forma strana del suo naso, delle labbra strette, dei capelli disordinati... troppi difetti, troppi. Perché non poteva essere bello come i suoi amici? Avere gli occhi belli come quelli di Harry, il naso proporzionato come quello di Niall, i capelli perfetti come quelli di Zayn, le labbra carnose come quelle di Liam? Perché doveva sempre essere così imperfetto? Sempre pieno di difetti? Una piccola lacrima cadde nel lavandino e corse fino allo scolo. Louis pensò che voleva essere lui quella lacrima, cadere, cadere e morire da qualche parte. Cadere. Morire. Morire. Una goccia di sangue seguì la lacrima e poi numerose altre percorsero quella strada rossa intrisa di dolore. Le lacrime caddero copiose dagli occhi di qualcuno che ci era caduto di nuovo e che non poteva davvero farci niente perché il bisogno della lametta lo sentiva, ma allo stesso tempo sapeva di doversi fermare, che non poteva continuare e che doveva smetterla subito ma la lametta correva sulla sua pelle. Sempre più in fondo. Sempre più in fondo fino a quando, anche se aveva gli occhi appannati dalle lacrime, vide troppo sangue scendere. Aveva osato troppo, bruciava, faceva male. Davvero male. Il sangue iniziò a sgorgare come un fiume da un taglio che era troppo profondo e che poteva farlo morire. Louis pensò che forse avrebbe dovuto lasciarlo correre, lasciarsi andare. Sentì la testa pesante, che iniziava a girare e sì, pensò, era il suo momento. Era pronto a lasciarsi andare, a vedere se c'era qualcosa di meglio dopo tutto quel dolore. Se c'era un'altra, nuova e migliore vita dopo quel totale fallimento. Ma Dio decise che no, invece, non era arrivata la sua ora. Qualcuno bussò alla porta e la voce di Lottie fece capolino da dietro la serratura.
-Louis? Io e mamma usciamo a comprare delle cose, torniamo tra un po', va bene?- Louis si costrinse a riprendere le sue facoltà mentali, sbatté gli occhi e con una mano si coprì il tagli.
-S-sì, ok.- rispose a più alta voce possibile. Quando si girò il sangue continuava a scorrere, un po' meno di prima, forse, ma ce n'era molto più del solito, questo era sicuro. Prese delle bende e le strinse attorno a tutto il braccio in modo da far passare meno sangue e poi si lavò le mani. Dopo un po' il sangue si era fermato, grazie a Dio, ma il taglio era profondo e, a mente lucida, Louis seppe di esserci davvero andato vicino.

Vite al limite - Larry Stylinson/Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora