Capitolo 13 - Anyway, I like you more when you smile.

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-Louis!- Liam corse urlando il nome del ragazzo basso di fronte a lui di spalle, ma non abbastanza forte perché quello lo sentisse. -Louis!- ripeté una volta che gli fu vicino. Il liscio si girò e Liam rallentò notando due profonde occhiaie sotto gli occhi rossi, le palpebre cadenti e i capelli scompigliati. Prima ancora che il castano potesse chiedergli come mai quell'aria assonnata, Louis parlò con voce lenta.
-Sì, ho sonno. Sì, non ho dormito. No, non ho voglia di parlarne ma sì, ascolterò tutto quello che hai da dirmi.- Liam lo guardò con un espressione confusa mentre tentava di ricapitolare tutte le domande che avrebbe potuto fargli e notò con sorpresa che Louis aveva risposto ad ognuno di esse ancora prima che potesse pensarle.
-Ma come hai fatto a...- non gli lasciò nemmeno il tempo di finire la frase che Louis si girò a chiudere l'armadietto.
-Sei prevedibile Liam.- disse allontanandosi. Poi aggiunse -Quanto scommettiamo che la cosa che devi dirmi riguarda Zayn?- chiese più a se stesso che al suo amico.
-Ecco, a proposito di questo, ho bisogno del tuo aiuto per chiedergli di uscire.-
-Appunto...- sospirò Louis guardando a terra.
-Cioè, come faccio a chiederglielo? E se mi dice di no? E se esce con qualcun altro? E se...- continuò lui senza sentirlo ma venne interrotto dal liscio.
-Che ne dici di "Zayn ti va di uscire con me?".-
-Certo, mi piacerebbe.- disse una voce dietro di loro. Si girarono e videro Zayn che camminava lento con il suo sorriso malizioso sulle labbra e i capelli neri ordinati in un ciuffo sulla testa. Louis sospirò e tornò a guardare le sue scarpe.
-In realtà è Liam che voleva uscire con te.- il castano lo guardò con occhi spalancati e arrossì di colpo.
-Ancora meglio.- rispose Zayn con un sorriso enorme sulle labbra.
-Rivoltante.- sussurrò Louis allontanandosi.

****

Niall stava camminando appena fuori da scuola subito dopo l'ultima ora. Aveva la mente libera ma lo sguardo basso, come se inconsapevolmente sapesse di essere triste. Pensava a tutto ma non pensava a niente. Quel giorno Harry era andato via prima, anche se non ne sapeva il motivo, ed ora si ritrovava solo sulla strada per tornare a casa.
Una gomitata leggera lo fece barcollare per la sorpresa; si girò e vide Gemma che lo osservava sorridente. Un timido sorriso si aprì sulle sue labbra.
-Ehi, Gemma...- salutò in un sussurro tornando a guardare per terra. Il sorriso era svanito dalle sue labbra, ora ricordava benissimo il perché della propria tristezza.
-Ehi, Niall!- esclamò lei allegra, ma subito dopo la sua allegria scomparve notando che il ragazzo non era propriamente in vena di sorrisi. -Come mai sei triste?- chiese preoccupata. Niall alzò la testa a guardare all'orizzonte e quello che gli venne in mente da dire fu "Nick". Non poteva nemmeno parlarci, con Gemma, per quel tipo, ma continuava a farlo. Invece che parlare, allora, preferì abbassare la testa e alzare le spalle. Gemma rimase un secondo in silenzio camminandogli affianco. Stava andando a casa a piedi solo perché aveva deciso di seguire il piccolo irlandese per poterci parlare un po' e invece la sua presenza sembrava solo renderlo triste. La ragazza sospirò.
-Volevo chiederti se ti andava di vederci ogni tanto...- disse osservandolo. Niall tirò su di scatto la testa e la guardò con gli occhi spalancati. Il suo passo fu per un attimo incerto, le gambe tremarono un secondo ma poi tornarono subito in posizione. Cosa aveva appena detto?
-Come?- Gemma arrossì appena, visto che aveva dato per scontato un rifiuto fin da subito e guardò l'orizzonte.
-Sì, cioè, io e te. Uscire insieme, sai, come amici.- Niall la guardò perplesso.

Gemma Styles mi sta chiedendo di uscire?

Uno dei famosi sorrisi-alla-Horan spuntò sulle sue labbra illuminando tutto il suo viso.
-Certamente,- disse guardandola -mi piacerebbe molto.- Gemma lo guardò sorridendo appena, improvvisamente imbarazzata da quel discorso.
-Uhm... ok...- balbettò -beh, quando?- chiese incerta.
-Sabato?- chiese l'irlandese. Gemma annuì.
-Sabato.- ripeté la ragazza. Si guardarono un secondo, Niall fissò i suoi occhi nocciola e Gemma i suoi azzurri. Poi sorrisero all'unisono.
-Va bene, allora, ci vediamo sabato davanti a casa mia.- disse Gemma riacquistando coraggio.
-A sabato.-
Gemma si allontanò a grandi passi. Poi, quando fu lontana abbastanza, si girò e disse -Comunque, mi piaci di più quando sorridi.-
Niall sorrise guardando a terra.

****

Zayn entrò in negozio ed indossò la sua divisa. Salutò Perrie che era già al lavoro in cucina e si mise dietro al bancone. Dopo poco entrarono già i primi clienti, con le solite banali richieste come il pane per la sera, qualche dolce e qualche ordine per la mattina dopo. Zayn iniziava a sentire i sintomi dell'astinenza. Da quanto non si faceva? Provò a contare i giorni, ma arrivava a contare fino al venerdì e poi non ricordava niente. Abbassò lo sguardo sulle sue mani che stringevano furiosamente il bancone. Le nocche bianche per la tanta forza.

Perché non ricordo? PERCHE' NON RICORDO MAI UN CAZZO?!

Urlava dentro di sé. Suonò la campanella appesa alla porta del negozio e Zayn fu costretto a mettere il suo solito falso sorriso ed alzare il capo per servire il nuovo cliente. Il sorriso non fu più di tanto forzato, siccome dalla porta era appena entrato Liam Payne in persona. Si guardarono negli occhi e il sorriso di Zayn vacillò quando Liam gli mostrò il suo. Cercò, però, di riprendere velocemente le sue facoltà mentali.
-Buonasera, signor Payne. Come posso aiutarla?- chiese con una punta di sarcasmo il moro guardando l'altro che ridacchiò.
-Cosa mi proponi, Zayn?- chiese Liam, calcando il suo nome come per dirgli che poteva benissimo chiamarlo per nome. Se solo Zayn avesse saputo cosa provocava a Liam quando lo chiamava così...
-Allora, signor Payne,- iniziò il moro sottolineando il cognome. Era un'idea di Zayn o gli occhi di Liam erano diventati un po' più scuri?

Te lo starai inventando.

Anche il suo respiro è più lento, come se cercasse di concentrarsi...

Smettila, ti stai immaginando tutto.

Da quando parlo da solo?

Zayn scosse la testa ed iniziò ad elencare diversi dolcetti che sarebbero potuti piacere al ragazzo. Liam ne scelse uno a caso, troppo preso nel concentrarsi sul rimanere calmo.
-Allora, mr. Payne, sono tre sterline e venti.- Liam lo guardò negli occhi e Zayn ricambiò sorridendo.
Di certo Zayn non poteva sapere che cosa gli provocava essere chiamato per cognome dallo stesso Zayn. Prese lentamente il portafoglio dalla tasca e tirò fuori i soldi, posandoli poi sul bancone.
-Che ne dici se sabato ci vediamo?- chiese Liam pesando le parole e guardandolo intensamente, mettendolo in soggezione.
-Uhm... sabato questo?- balbettò con un nodo alla gola. Lo guardò negli occhi per pochi secondi, sentendosi subito in imbarazzo e abbassando lo sguardo sul sacchetto dei dolci che gli passò.
-Sì, sei libero?- Zayn annuì rapido. -Benissimo.- aggiunse Liam -Ti vengo a prendere a casa tua ok?- Zayn lo guardò e Liam notò uno strano rossore ai lati degli occhi. Zayn si affrettò a rispondere sorridendo appena.
-Va bene, a casa mia.-
Si salutarono e a Zayn morì il sorriso sulle labbra. Aveva visto Liam un po' strano come se fosse... come se fosse...
-Uh uh...- fischiò Perrie dietro di lui. Zayn si girò, irritato, a guardarla.
-Che c'è?- chiese acido, anche se lei non ci fece caso al suo tono, tanto era abituata ai suoi periodi acidi.

Neanche una donna con il ciclo...

-Facciamo conquiste qui!- esclamò incrociando le braccia al petto e guardandolo con una faccia pervertita. Zayn, in tutta risposta, alzò un sopracciglio, chiedendosi quali conquiste avrebbe dovuto fare.
-Oh andiamo, appena è entrato ti ha squadrato da capo a piedi con gli occhi da "leone che guarda la preda" poi, oddio, sono diventati così scuri che cazzo neanche ti fossi spogliato e ti fossi steso sul bancone agitandogli il tuo cazzo in faccia. Poi che voce da dopo sesso aveva quando ti ha chiesto di uscire? Per non parlare del- si schiarì la gola imitando in modo pessimo la voce di Liam -Vengo a prenderti a casa tua? Gesù, Zayn, ho sempre pensato che tu fossi gay ma quello là è stra cotto di te, più di quanto tu lo sia di lui.-
Perrie si girò e tornò al suo lavoro, lasciando il moro dietro di se completamente senza parole.

Le donne...

fu l'unica cosa che riuscì a pensare.
Poco dopo, quella stessa sera, Zayn era in camera sua, con un dollaro arrotolato a mo' di cannuccia e una polverina bianca appena comprata stesa in una fine riga sulla scrivania.
Poco dopo, quella stessa sera, Zayn si sentì girare la testa. Ci vide nero per un paio di secondi. Sentiva il sangue pulsargli nelle tempie e il mal di testa fu talmente forte che dovette sedersi. Ma anche se era completamente fatto, la sua unica nube di pensieri gli diceva che solo una volta si era sentito così.
E quella stessa volta era finito in coma.

Vite al limite - Larry Stylinson/Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora