Capitolo 39 - Haz

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[Vi prego, vi prego, riponete torce e forconi. Lo so di essere scomparsa per lungo tempo MA non mi sono dimenticata di voi. Vi informo che ho scritto tutti i capitoli della storia e che d'ora in avanti ne pubblicherò uno a settimana (non vi dico quanti sono ahahah ma non molti). Questo capitolo mi piace, è l'inizio della scena che mi è venuta in mente per prima quando iniziai a scrivere questa storia. Mi venne in mente una cosa tra Harry e Louis e decisi di crearci una ff. Ed eccomi qui, dopo quasi due anni ad implorare il perdono di fan e lettori per la mia enorme stupidità.
Detto questo, mi sento in dovere di dedicare il capitolo a maybe_linda che si è accorta che ero scomparsa nel nulla e, probabilmente curiosa di conoscere il finale di questa intricata (e depressa) storia, mi ha suonato un campanello nel cervello per invitarmi a continuare. Dopo aver letto il suo commento mi sono decisa a scrivere e ho concluso (nelle bozze) la storia. Quindi non temete! Non mi faro più attendere mesi e mesi per un aggiornamento, parola di scout (non sono uno scout, per l'appunto)! Bene, credo di avervi rotto abbastanza. Godetevi il capitolo e lasciate una ☆ se vi piace. ~A♡]

-Non mi risponde!- gridò Gemma lanciando il cellulare sul sedile posteriore e asciugandosi nervosamente una lacrima. Harry gli mise una mano sulla spalla cercando di calmarla.
-È normale, Gemma. È arrabbiato, e confuso soprattutto.- le disse con tono dolce. La sorella continuò a piangere.
-Ma non deve, cazzo! Non è colpa mia! Io non so nemmeno da dove arrivino quei messaggi!- esclamò. Harry si avvicinò abbracciandola. Le accarezzò i capelli aspettando che si rilassasse.
-Gemma, stai calma. Sono sicuro che capirà. Lo fa sempre.- Gemma annuì lentamente calmandosi. Scesero dall'auto avviandosi verso l'entrata. Harry tenne sua sorella per le spalle, cercando di farla sentire il più protetta e al sicuro possibile.
-Strano come io sia la più grande e tu continui a proteggermi, no?- il riccio ridacchiò. Vide Louis in lontananza e sorrise. Non appena si girò gli fece un cenno con la mano, ma il liscio sbatté violentemente il suo armadietto e, a testa bassa, scappò verso la sua aula. Gemma, che aveva visto la scena, si girò verso il fratello guardandolo sospettosa e ricevendo in cambio solamente un'espressione sconvolta e confusa.
-Ma che è successo?- chiese la ragazza. Il riccio guardò prima lei e poi la figura ormai troppo lontana del liscio alzando le spalle.
-Non ne ho idea.-

****

-Ah, giugno! L'ultima settimana! E poi? Assolutamente nulla!- Niall entrò nell'aula di storia e si sedette di fianco ad un Louis decisamente triste. Lo guardò, sentendo il suo stesso sorriso vacillare. -Non sei felice?- chiese. Il liscio si riscosse dai suoi pensieri e lo guardò. Abbozzò un sorriso che di sincero aveva ben poco e scosse la testa.
-Certo che sono felice! Niente più scuola e niente più matematica.- disse, ma il suo tono era falsamente felice, e Niall lo sapeva. Anche il suo, in fondo, lo era. -Invece tu che mi dici? Con Gemma?- il viso del biondo si rabbuiò.
-Non lo so.- mormorò abbassando lo sguardo. -Non riesco a fidarmi di lei e non voglio né parlarle né vederla. Mi ha chiamato almeno venti volte tra ieri sera ed oggi ma...-
-Ma...?- chiese il liscio. Niall sospirò.
-Ma non lo so. Non riesco a guardarla in faccia.- Louis lo guardò.
-Forse hai bisogno del tuo tempo e forse non sono io che devo dirti queste cose, ma sono sicuro che non è stata lei a scrivere quelle cose. Dovresti seriamente parlarle.- il biondo alzò gli occhi su di lui osservandolo.
-Forse hai ragione.- disse -Ma, come hai detto, ho bisogno dei miei tempi. Non è facile, credimi.- Louis gli mostrò uno dei suoi tipici sorrisi sghembi, facendolo ridacchiare.
-Perché ridi?- gli chiese il liscio leggermente confuso.
-Stavo pensando ad Harry.- rispose il biondo girandosi verso la professoressa che era appena entrata -Lui ama quel sorriso.-

Vite al limite - Larry Stylinson/Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora