«Rox mi ha detto che Dave si è fatto perdonare con una cena in un ristorante di lusso» rotea gli occhi Bri, mentre mi racconta qualcosa. Non c'è granché di gente perciò non abbiamo bisogno di urlare per sentirci. Un gruppo di matricole ridacchiano nella zona a sud del locale, mentre alcuni clienti abituali sorseggiano whisky seduti ai tavolini fuori. È una bella serata e, stranamente, tranquilla.
«Io non la capisco» alzo le spalle, intenta ad asciugare i piatti usciti dalla lavastoviglie.
«Nemmeno io, a dire la verità. Come può amare un uomo che non c'è mai se non per comprarle qualche cavolata da Victoria's Secret o portarla ad una cena con cinque stelle Michelin?» fa una smorfia, appoggiandosi al bancone, guardandosi le unghie smaltate.
«Più che altro è superficiale, come uomo. Credo ami di più il suo lavoro...»
«... E intanto si sta perdendo una ragazza perfetta. Non credo che Roxanne si meriti una relazione del genere. Insomma, è troppo ingenua su questo lato. Non può continuare a convincersi del fatto che si amano indissolubilmente!»
La sua parlantina mi ha sempre colpita e, all'inizio, avevo l'impressione che tutti a Coney Island avessero più cose da condividere che a New York. Oppure era semplicemente la vecchia me che si rifugiava in qualche misera bottiglia di birra di un supermercato o una merda di sigaretta. Ho sbagliato tanto, eppure non me ne rendevo conto. Era come se fossi stordita da qualcosa, come se non volessi valere nulla per nessuno. Qui ho ricominciato a respirare e probabilmente perché mi sono costretta a voltare la pagina per iniziarne una nuova. È stato difficile, non posso non ammetterlo.
«Già.» le do ragione, sospirando. Ho provato varie volte a farglielo capire, ma Rox va di testa sua, raramente ascolta qualcuno. Poi, quando ho capito che non potevo farle cambiare idea, ho smesso di darle consigli utili. I cambiamenti vengono da dentro, vengono da noi, dalle nostre scelte... da quello che decidiamo di essere. E lo dice una che ha sempre sbagliato, in ogni singola cosa.
«Rimango dell'idea che è meglio rimanere zitelle.» sogghigna.
Be', forse aspetterei a dirlo. Almeno fin quando non ti accorgi di un paio di occhi che ti scrutano nell'ombra, ti cercano ma inevitabilmente tu ti giri di spalle. Aspetta a parlare prima di renderti conto dell'uomo che è invaghito del tuo fisico, quell'uomo che frequenti da troppo tempo, ma che calcoli poco. Aspetta a fiatare finché non ti accorgi che probabilmente essere soli non è la stessa cosa che essere in due, vivere con una persona che ti ama davvero nonostante le tue debolezze, le tue imperfezioni, le tue piccolezze. Che continui ad amarti da lontano, accettando la tua indifferenza.«Sei quella ragazza che ho soccorso giorni fa, vero?» una voce simpatica prende posto nel mio silenzio.
Alzo il volto, ritrovandomi quel tipo moro che, effettivamente, mi ha presa in tempo, prima che mi schiantassi al suolo come un sacco di patate.
«Direi di si... non è difficile riconoscermi» indico con fare divertito la mia chioma blu.
Durante il periodo del liceo, oltre che essere cambiata dentro, qualcosa ha deciso che sarei cambiata anche a livello fisico. Non so che cavolo mi passasse in testa in quel periodo, ma avevo deciso di tingermi di quest'azzurro molto singolare. Ero arrivata alla conclusione che me lo sarei tenuto per un po'... e alla fine sono passati ben due anni. Incredibile.
«Esatto!» sorride allegro, sedendosi poi su uno sgabello.
«Che ti porto? Offro io.»
«Cosa? No, niente affatto» scuote la testa.
«Dai, dico davvero. Mi hai salvata» dico ingigantendo appositamente la situazione.
«Se per salvata intendi presa in tempo prima che svenissi sui miei piedi allora va bene» alza le mani in segno di resa.
Ci mettiamo a ridere, senza un senso logico.
«Hai evitato che accadesse» scrollo le spalle, per poi voltarmi verso le varie bottiglie riposte sui ripiani.
«Una birra rossa» solleva una mano, arrendendosi.
«Perfetto.» gli sorrido, dirigendomi verso il frigo.
«Sei sola?» comincia a parlare, mentre si guarda attorno.
«Nah. C'è la mia amica che è uscita un attimo a fumare. Comunque, ora, ci sono solo io.»
«Come tua amica intendi...»
«... No, Rox non c'è oggi» sospiro facendo poi un sorrisetto.
«Si chiama Rox allora? Intendo quella ragazza dalla lingua lunga. Cavolo, ha parlato per tutto il tempo!»
«Roxanne per la precisione. Comunque sì... è lei» ghigno, inquadrando già la situazione.
«Appena la vedi dille che mi spiace averla offesa. Posso comprendere che fosse preoccupata per te, ma credimi che era tutto sotto controllo. Siamo addestrati per questo, è il nostro lavoro. Proprio non smetteva di parlare... avevo paura che da un momento all'altro mi scoppiasse il cervello!».
Mi piace la sua presenza, mi diverte in un certo senso.
«Le riferirò tutto... Tieni» gli porgo il bicchiere con la bibita fredda.
«Te, com'è che ti chiami?»
«Chris e...»
«... Ryan»
Gli stringo volentieri la mano.
«Mi piace qui. Sarò venuto qualche volta, ma è sempre troppo affollato. Oggi sembra ci sia stato uno sterminio di massa» si guarda attorno con aria curiosa.
«Succede.»
«Sei un tipo che parla poco, non è vero? Come fai a frequentare... uhm... Rox, giusto?!» annuisce energicamente, per poi continuare a bere.
«Allora, mettiamo in chiaro una cosa: non usiamo prototipi o schemi per inquadrare le persone. Io non ti conosco e tu non conosci me... perciò, non sono un tipo di persona. Sono semplicemente Chris e, se proprio sei curioso, parlo tanto con me stessa. I pensieri non sono discorsi? Certo, non si usa la voce, ma sono sempre conversazioni» allargo le braccia, appoggiandomi al banco per fissarlo bene negli occhi.
«Mi piaci» mi indica per poi sbattere la mano sul tavolo «Adoro il tuo carattere!» dice vivace.
Sapevo che il mio discorsetto gli sarebbe piaciuto. Ho capito che persona è e non mi sarei mai permessa di parlargli in questo modo se non fossi stata sicura che avrebbe apprezzato, ridendoci anche sopra.
«Qualcuno che la pensa come me!» esclama Cody immischiandosi nella chiacchierata.
«E tu da dove spunti?» gli chiedo sorridendo.
«Dall'entrata, azzurra» mi fa l'occhiolino, accomodandosi vicino al moro. Che stupido.
«Piacere, sono il dj... nonché fidanzato di Chris» sogghigna. Alzo gli occhi al cielo, questa battuta la usa tutte le sante volte.
«Ti piacerebbe» sospiro.
«No, aspettate... non capisco.»
«Allor-» interrompo il mio migliore amico prima che spari altre cazzate.
«Si chiama Cody, non è il mio fidanzato e convive felicemente con Ash. È gay, non ti consiglio di provarci. Il suo tipo è un buttafuori» alzo le sopracciglia cercando di rimanere il più seria possibile.
«Il buttafuori più figo» aggiunge.
«Ookay, capito tutto. Tranquillo, sono etero.» solleva le mani, mettendosi poi a ridere per come si è creata la situazione.
«Come mai qui?»
«Devo remixare dei nuovi pezzi... mercoledì sera è stato organizzato un party... un mucchio di gente, insomma. Tanta roba» sospira, sistemandosi meglio la fascia sulla fronte.
Quando Cody parla di "tanta roba" allora c'è da preoccuparsi. Non amo il casino eccessivo e so che dopodomani non si preannuncierà una giornatina tanto facile. Spero solo che questo posto non diventi un bordello, quando si organizzano le feste non si può mai stare tranquilli. C'è sempre qualcuno che approfitta del caos per crearne altro.
«Ah, ma aspetta un attimo. Tu sei il dj di cui si parla!» sorride Ryan.
«Ovvio, l'unico e il solo» si atteggia, padroneggiandosi. Mi fa morire dal ridere quando fa così.
«Il tuo ego si sente fino in fondo alla sala. Vai a remixare, idiota» lo spingo per una spalla.
«Vengo poi per bere, fra un po'.»
«Allora ci sarà Bridget. Io ho finito.» comincio a slegarmi il piccolo grembiulino nero che si riversa sui fianchi.
«Va bene. Ci sentiamo, tesoro» mi soffia un bacio e glielo restituisco. È incredibile.
«Scusalo, è piuttosto egocentrico.»
«Tranquilla, non ti devi scusare con me. Mi sono divertito» sorride sornione.
«Facciamo una passeggiata?» gli chiedo, giusto per non farmela da sola. Spesso desidero la solitudine, ma vorrei continuare a parlare con lui, sapere di più.
«D'accordo.»
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Indelebile come un tatuaggio
RomanceChioma tinta di blu, occhi ambrati e qualche tatuaggio rispecchiano la personalità indipendente di Chris, una ventenne che lavora in un locale di Brooklyn. Persa tra i suoi pensieri ed estremamente misteriosa. Una ragazza difficile da dimenticare e...