Mi chiedo cosa abbia Roxanne, visto il suo silenzio e il suo essere stranamente distratta durante la riunione dello staff con Drew, il venerdì.
Solitamente fa le sue solite battutine, interviene con commenti ironici che mostrano la sua personalità coinvolgente e simpatica.
«Volevo anche ricordarvi che chiuderemo il locale lunedì e martedì, come facciamo ogni anno.»
All'inizio non avevo capito perché il nostro capo avesse deciso così, ma Cody mi aveva spiegato il reale motivo.
Questo locale era stato costruito per la prima volta dal papà di Drew e ormai se ne prendeva cura quest'ultimo, quando il padre morì. È accaduto la notte tra il quindici e il sedici luglio... perciò teniamo chiuso per questi due giorni come ricordo del lutto del vero fondatore di questo locale. Drew va sempre fuori città.
«Certo.» Rispondiamo un po' in coro, prima di incitarci a vicenda per cominciare la serata.
Prima che la gente entri, portando confusione e chiasso, mi avvicino alla mia amica, preoccupata.
«Ehi, tutto okay?» azzardo a chiedere, anche se se fossi al suo posto non vorrei che mi facessero una domanda del genere.
Se me lo chiedesse Chase non resisterei. Non riuscirei a rimanere fredda e impassibile ai suoi occhi. Non resterei diffidente davanti al senso di fermezza che traspare il suo corpo, davanti a quello sguardo che mi scaverebbe dentro comunque, in cerca di risposte.
«Non proprio...» sospira incrociando le braccia. Il suo sguardo saetta in direzione dell'entrata dalla quale cominciano a provenire diverse persone.
«Vuoi parlarne?» noto la sua incertezza e come indugia, prima di schiudere le labbra. Vorrebbe trattenersi, ma so bene che ha bisogno di sfogarsi senza tenersi una cosa così dentro. Diversi ragazzi cominciano a raggiungerci al bancone e Melanie ci fa l'occhiolino per intendere che se ne occupa lei, ora che sono pochi. Ci dirigiamo velocemente nella stanza sul retro adibita allo staff.
Prende un sospiro, ma poi parla tutto d'un fiato.
«Dave mi ha scritto un messaggio questa mattina.» lo sguardo basso evita il mio.
Non so cosa dire, non me l'aspettavo proprio.
«Ha ancora il coraggio di farsi vivo?» una smorfia nasce sul mio viso e vorrei che ora le mie emozioni non sembrassero così evidenti.
«A quanto pare si...» mordicchia il labbro inferiore, agitata e nervosa.
«Cosa ti ha detto?»
«Mi ha chiesto scusa. Mi ha chiesto se posso dargli una possibilità... se... se posso permettergli di farsi perdonare.»
Trattengo un respiro. Vorrei che quello stronzo avesse cancellato il suo numero, o che le avesse scritto addio una volta per tutte. Lei ora sta così bene con Ryan, lui che la fa ridere sul serio, e so che è pronta a voltare pagina. Forse pensa di non esserlo, è ancora dell'idea che non riesca a dimenticare quel bastardo.
«Non lasciarti tentare. Accetta le sue scuse per non rimanere dalla parte del torto, ma non ti merita. Rox, hai capito?» le prendo le mani, scuotendola piano per far sì che mi guardi.
Annuisce in silenzio e vorrei che mi rassicurasse dicendo che non le importa, ma capisco chiaramente che una piccola parte di lei voleva questo. Non la biasimo, posso cercare di comprendere cosa significhi lasciare andare via per sempre un uomo che si crede di amare veramente. Il fatto è che secondo me non l'ha ancora ammesso a se stessa, non si è detta una volta per tutte che lei merita di più, merita una nuova vita e un nuovo ragazzo che la sappia valorizzare per ciò che è realmente.
Lascio semplicemente che esca, seguendola nella sala. Cominciamo a lavorare, ma sono in pensiero per lei. Non voglio che si rovini, che soffra per uno come Dave. Non può tornarsene dal nulla e pretendere di rimediare, ma è comprensibile che volesse chiedere almeno scusa e Rox se lo meritava già da un po'... ma non che la sua vita venisse di nuovo stravolta.
Non sa quello che vuole davvero e non sarò io a farglielo capire, ma tenterò di aiutarla meglio che posso.Asciugo i palmi sudati delle mani sul grembiulino lungo i fianchi. Fa sempre troppo caldo qui dentro e le luci contribuiscono senz'altro ad alzare la temperatura. Ne approfitto per uscire e controllare che siano tutti serviti all'esterno, dove c'è più aria.
Le persone ballano e si scatenano e ogni tanto vorrei essere al loro posto. Non vado ad una festa da circa due anni, da quando avevo capito che nella compagnia sbagliata sapevo solo creare problemi. Certo, sono circondata da persone decisamente diverse da quelle di New York, e io sono cambiata, ma ancora non riesco a fidarmi di me stessa. Distologo lo sguardo da tutta questa confusione che ormai non mi appartiene più, non ora che sto cercando di ritrovarmi.
Rientro e servo un gruppo di ragazzi del college che sono venuti qui a Coney Island per il weekend, per trovare il giusto relax lungo la spiaggia. Ci scambiamo diverse battute e mi chiedono se studio, ma mi ritrovo a scuotere la testa e troncare la conversazione con la scusa che ho troppo lavoro da fare.
Con Hazel avevamo pianificato tutto, mi aveva insegnato a sognare un futuro, scriverlo su un foglio ed elencare tutto ciò che ne avrebbe fatto parte. L'avevamo sotterrato in una scatola nel suo giardino con la promessa che l'avremmo ripresa soltanto dopo che avremmo conquistato quei desideri.
Volevamo andare al college, uno tranquillo, e studiare per diplomarci e viaggiare. Lei voleva diventare una scrittrice, io una fotografa... e mi chiedo se ci siamo avvicinate almeno un po' a questi sogni di semplici tredicenni. Mi chiedo se lei frequenti un college all'altezza dei suoi perfetti voti, se faccia degli stage nel campo dell'editoria, o se solo ci stia riflettendo su. Mi chiedo cosa stia inseguendo, dove si stia dirigendo col suo treno.
E penso dove sia arrivata io: una destinazione che non credevo di raggiungere. Ma sono contenta così, sono soddisfatta -in parte- per il cambiamento che sto tentando di attuare. Fin da quando ho preso la macchina, allontanandomi da New York, mi ero ripromessa che sarei cambiata e continuerò imperterrita finché non avrò il coraggio -spero un giorno- di tornare sui miei passi e scusarmi come ha fatto Dave con Rox.
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Indelebile come un tatuaggio
RomanceChioma tinta di blu, occhi ambrati e qualche tatuaggio rispecchiano la personalità indipendente di Chris, una ventenne che lavora in un locale di Brooklyn. Persa tra i suoi pensieri ed estremamente misteriosa. Una ragazza difficile da dimenticare e...