Il tostapane emette un suono, segno che le mie fette di pane sono pronte per essere spalmate con il burro di arachidi che mi aspetta sul tavolo. Con il coltello ricopro le fette e nel mentre mi sporco le dita, proprio come una bambina. Mi ricordo perfettamente quando con mia sorella Juliet ci preparavamo questa fantastica colazione. Il sabato mattina lo aspettavamo da tutta la settimana, visto che sembrava essere l'unico momento di relax, senza la scuola che ti prendesse tempo. Ci divertivamo a spalmarcelo in faccia a vicenda, anche se al solo pensiero inorridisco immaginandomi ricoperta di arachidi. C'era zia Lucy con noi, la sua espressione di rimprovero e le occhiatacce che ci facevano ancora più ridere. Eravamo spensierate, apparentemente senza problemi. Eravamo sole, ma ci sostenevamo a vicenda e vedevo mia sorella maggiore quasi come una mamma, anche se erano soli tre anni a dividerci.
Sono consapevole di essermi lasciata alle spalle tanto, forse fin troppo... ma è stata la decisione giusta. Stavo diventando una persona che non ero io, una ragazza che non si riconosceva allo specchio quando si guardava, che si rifugiava su una panchina con due idioti a bere e a distruggersi. Mi illudevo, pensavo di essere perfetta, di aver raggiunto chissà quale scalino, chissà quale traguardo. Ero un'incosciente priva di alcun tipo di reazione, di quello stimolo che ti permette di gridare al mondo intero che non te ne frega niente di seguire la massa, che bisogna distinguersi in una fase come l'adolescenza dove ciascuno cerca di mimetizzarsi negli sbagli. Mi sono pentita più e più volte di come vivevo, di come avevo trattato una certa persona, di che cosa ero diventata.
Trasalisco quando sento il citofono. Poso il coltello e mi pulisco velocemente su un pezzo di carta.
«Si?» chiedo, non aspettando nessuna visita.
«Cody.» sento dall'altra parte.
«Ah, sali sali!»
Venerdì scorso ho lavorato, perciò oggi ho il giorno di pausa. Apro la porta al mio migliore amico, chiedendomi intanto cosa ci faccia qui. Certo, è capitato diverse volte che venisse, ma mi ha sempre avvisato prima, aveva una ragione per venire.
«Ciao!» lo abbraccio e lui, dopo qualche secondo, lega le sue mani dietro la mia schiena.
«Ciao azzurra» mi lascia un bacetto sul naso come gli è solito fare. Non ne ho mai capito il motivo.
«Come mai qui?» ritorno dal tavolo e metto le due fette su un piatto «Vuoi?» domando porgendogli la prelibatezza, che ho preparato con cura, davanti al suo viso. Appena entrano nel suo campo visivo qualcosa si accende e sbarra gli occhi che sembrano avere un cuoricino al loro interno. Va matto per qualsiasi cosa che sia commestibile, non sono una cuoca, ma... credo non ci sia nessuno sulla terra in grado di resistere al burro di arachidi.
«Ovvio che sì, azzurra» si sdraia sul divano, spettinandosi poi un po' i capelli. Lo raggiungo e mi accoccolo vicino a lui, la mia testa che di tanto in tanto si appoggia alla sua spalla.
«Ieri ti ho vista di sfuggita, perciò ho deciso di passare un attimo prima di andare a lavoro.»
Ci gustiamo piano piano la fetta e nel mentre lo guardo cercando di decifrare i suoi pensieri, ma mi riesce alquanto difficile seppur lo conosca molto bene.
«Quale onore» scherzo, mettendomi poi a ridere.
«Volevo chiederti scusa per l'altro ieri. Non ero arrabbiato con te... solo che quando ho saputo che Ash aveva preso parte ad una rissa non ci ho più visto» serra la mascella, per poi dare un morso. Non mi guarda, fissa il muro bianco davanti a lui. Alche mi alzo, mi posiziono di fronte al suo campo visivo costringendolo a guardarmi bene negli occhi.
«Sai che non mi potrò mai arrabbiare con te... specialmente per cazzate come queste. Ti conosco Cody, sei il mio migliore amico e so quanto tu tenga ad Ash... pensi che me la sia presa sul serio?»
Questa volta mi fissa intensamente, un sorrisetto che si forma all'angolo delle sue labbra.
«Lo so, però mi andava di chiarire» fa spallucce, sembrando un piccolo cucciolo.
«Ho visto che aveva dei taglietti sulla fronte...»
«L'ho baciato talmente tante volte che credo non si sia manco accorto di averceli» ridacchia complice tra sé e sé con un sorrisetto malizioso.
«Siete fantastici.» esclamo felice, notando come tutto vada a gonfie vele. Il primo anno che sono arrivata mi sono legata a Cody proprio perché ho voluto aiutarlo, vedevo il dolore nei suoi occhi. Io ero fragile e in quel momento pure lui. Ci sorreggevamo l'uno con l'altra e me le ricordo quelle sere passate a casa sua perché non sopportava l'idea di essersi lasciato scappare un tipo come Ashton.
«Eh lo so» si pavoneggia come a suo solito, scuotendo allegramente la testa. Mi butto su di lui, aggrappandomi come un panda.
«Così mi soffochi con questi capelli» soffia, l'aria che passa sul mio collo fino a spostare un ciuffo blu sulla mia spalla.
«Ti voglio bene» sussurro, guardandolo. Gli occhi dolci di un ragazzo sensibile e allo stesso tempo molto forte, che ha saputo rialzarsi, combattere per l'uomo che ama.
«Pensavo mi odiassi fino a qualche ora fa.»
«Non potrei mai.» scuoto il capo, sapendo che probabilmente senza la sua amicizia sarei persa, disorientata. Lui all'inizio, insieme a Rox, mi ha aiutata a trovare la giusta strada per ricominciare, per plasmare una nuova vita. Non posso scordarmi di questi dettagli che hanno influito sul mio presente, non posso dimenticarmi di ciò che hanno fatto le persone che mi stanno accanto. Sconosciuti che hanno deciso di darmi una mano, persone che non avevano niente a che fare con me, ma che in qualche modo hanno fatto si che prendessero un po' del peso che mi portavo dietro.
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Indelebile come un tatuaggio
RomanceChioma tinta di blu, occhi ambrati e qualche tatuaggio rispecchiano la personalità indipendente di Chris, una ventenne che lavora in un locale di Brooklyn. Persa tra i suoi pensieri ed estremamente misteriosa. Una ragazza difficile da dimenticare e...