«Chris.» sento richiamarmi da lontano. La voce è ovattata, gli occhi ancora chiusi. Lentamente apro le palpebre e, dopo qualche secondo, realizzo che mia sorella mi sta scrollando nel tentativo di svegliarmi.
«Ma... Juls, che c'è?»
È un risveglio traumatico lei che continua a scrollarmi un po' dalle spalle mentre mi chiama parlandomi nelle orecchie.
«Ti avrei svegliata comunque perché sono le undici e mezza, ma il tuo telefono sta continuano a vibrare. Una certa... Yvonne ti sta chiamando...» lancia uno sguardo preoccupato in direzione del cellulare che si illumina ripetutamente.
Mi tiro su di scatto e mi appoggio alla testiera in legno del letto.
Rispondo subito, anche se è un eufemismo bello e buono visto le nove chiamate senza risposta.
«Yvy cosa... che succede?» passo una mano sulla faccia, per poi toccarmi la tempia. Ho già un gran mal di testa e, sentire la sua voce allarmata e confusa, peggiora la situazione.
Ancora devo realizzare di essermi appena svegliata e di aver il cellulare attaccato all'orecchio.
Durante la notte ho pianto in silenzio, sotto le coperte, come spesso mi capitava quando ero piccola. Questa volta però era diverso. C'era la consapevolezza che ciò che stavo distruggendo l'avevo fatto con le mie stesse mani. E non sapevo come uscirne.
Prima piangevo a causa di altri, era più una sensazione di vittimismo, un'amara solitudine che mi ricordava puntualmente che la mia esistenza aveva preso una piega dalla quale era impossibile tornare indietro.
Cadevo a pezzi quando faceva buio.
Non mi è mai successo di piangere per una relazione, per un uomo in generale... ma questa volta è diverso, l'ho già ammesso a me stessa.
È stato come ritrovarmi in acque sconosciute e dover nuotare contro corrente. Avere una persona come Chase al mio fianco vuol dire impegnarsi, vuol dire dare a disposizione il proprio tempo per ricevere tanto, per ricevere un antidoto mentale che mi curi da ferite profonde nascoste. Dipendere da qualcuno, la consapevolezza di condividere i giorni con una persona che non è solamente l'io... è strano. Non dico di essermi abituata, ma essere 'da sola' in questi momenti mi destabilizza. È quella dolce quotidianità che mi manca, è lui che mi manca... basta ignorare me stessa, i miei sentimenti. Sono stufa di essere e di comportarmi da codarda.
«Aspetta, puoi ripetere?» cerco di concentrarmi su quanto mi sta dicendo.
«Chase è stato coinvolto in una rissa ieri sera, mi ha chiamato ora l'ospedale e mi sto dirigendo lì... Chris, io non so come fare. Non voglio che sia grave, e quegli stronzi non mi hanno detto nulla. Chris, non so come fare. Io...» è in panico, e forse io più di lei sapendo che sono distante chilometri. Devo restare calma, almeno la mia voce deve essere neutra per poterle stare vicino per quanto posso.
«Ascoltami: chiama i tuoi genitori, non puoi andare lì sola.»
«Non ci penso nemmeno. Voglio che ci sia tu qui, Chris! Sono scappata di nuovo, se lo dicessi ai miei ne approfitterebbero per portarlo via da qui e costringerlo a fargli fare ciò che non gli appartiene. Ho chiamato Ryan e verrà a momenti, ma io ho bisogno di te... lui anche.» la sua voce è piena di vibrazioni che traspaiono paura, timore, confusione. Sta accadendo tutto troppo veloce.
Lui ha bisogno di me.
«Vengo il prima possibile, ma non cambierà la situazione perché non sono della famiglia e non mi diranno niente... Ascoltami»
«No! Non dire che devo chiamare i miei, non si meritano di far parte della vita di Chase.»
«Quanto è grave?» riesco a chiedere, un groppo in gola che mi fa respirare a fatica. Non sto metabolizzando, mi sembra quasi di star sognano, di vivere un incubo dopo il pianto di questa notte. Ieri sera è accaduto, sapevo che non sarebbe andata a finir bene.
Juliet, mi hai davvero svegliata?
Sbatto le palpebre, ma niente, questa è la realtà, non un incubo dal quale posso tentar di scappare.
«L'ha trovato stamattina il tipo del bar che ha aperto il locale alle dieci. Era privo di sensi... io...» scoppia a piangere.
Devo stare calma. Devo farlo per lei. E non solo.
«Okay, respira. Fa' un bel respiro... andrà tutto bene. Parto subito.» chiudo la chiamata senza perdere un minuto di più.
Mi alzo dal letto, comincio a buttare qualche vestito nella borsa. Cerco di rimanere lucida, fissa sul mio obbiettivo: devo arrivare da Yvonne e stare al suo fianco, non voglio che pianga e che si senta sola. Almeno, non come lo sono stata io.
«Aspetta! Chris, che cazzo succede?!»
«Devo tornare a Coney Island subito, è accaduto un incidente... io... io devo tornare subito lì.»
«Ma cosa? Come? A chi?!»
Indosso una felpa sopra la canotta del pigiama e mi lascio i pantaloncini. Raccolgo i capelli in una crocchia e passo per la cucina. Agguanto una mela e spero mi basti per tenermi sveglia, al massimo sfrutterò dieci minuti per fermarmi lungo la strada. Tanto lo stomaco si è chiuso in una morsa, e non è fame. È un crudele dolore che ti mangia da dentro senza lasciarti tregua, è come se tentasse di soffocarmi da dentro.
«Non so esattamente cosa sia successo ma... l'uomo che amo ha avuto un incidente...» mi fermo un secondo e realizzo di averlo detto ad alta voce. Mia sorella mi scruta incredula, frastornata, e non sa nemmeno lei cosa dire.
«Ti racconterò! Per favore, avvisa Hazel... dille che tornerò! Lo prometto.» la guardo negli occhi mentre pronuncio le ultime parole. Questa volta manterrò la promessa, verrò di nuovo qui per recuperare il tempo perso e l'affetto mancato. Sono diversa.
«Sta' attenta e avvisami appena arrivi. Fammi sapere di... Chase» sorride tristemente. È come se facesse parte della mia vita, anzi, ne fa parte già da un po'; mi accorgo sempre troppo tardi di quanto valgano certe persone, quanto abbiano fatto per me, quanto darebbero per vedermi felice.
Arrivo Chase.
«Ti voglio bene.» sussurro tra i suoi capelli, in questo abbraccio fugace. Ho gli occhi lucidi per le forti emozioni che provo: per doverle dire addio di nuovo, così velocemente, in preda alla frenesia, e sapere di aver abbandonato Chase con i suoi demoni, i suoi scheletri.
Dovevo restarti accanto, lo so.
Ma ora torno lì da te che sono un'altra e vedrai come ti aiuterò.
Corro veloce verso la macchina e spero che il tempo non mi sia nemico.
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Indelebile come un tatuaggio
RomanceChioma tinta di blu, occhi ambrati e qualche tatuaggio rispecchiano la personalità indipendente di Chris, una ventenne che lavora in un locale di Brooklyn. Persa tra i suoi pensieri ed estremamente misteriosa. Una ragazza difficile da dimenticare e...