Capitolo 21

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Poso il vassoio colmo di pancakes nell'espositore. Riempio il contenitore di sciroppo d'acero e finisco, come tutte le volte, con le mani appiccicose, le dita che rimangono ancorate dovunque tocchi.
Sbuffo, dirigendomi nella piccola cucina retrostante per tentare di lavare via tutto lo zucchero ambrato.
«Chris?» Sento chiamarmi. Prendo un canovaccio lasciato vicino al microonde e mi asciugo, per poi posarmelo sulla spalla.
«Oh, Cody!» Esclamo, soffiandogli un bacio con la mano per il bancone che ci separa.
«Era ora che venissero sostituite quelle tartine al limone!» Con una smorfia di disgusto si siede su uno sgabello, incrociando le braccia al petto.
«Drew ha detto che voleva cambiare un po', ma l'idea non l'ha allettato molto... e non è stato granché nemmeno per i clienti.»
«Comprensibile. Un caffè e due pancakes!» Mi fa l'occhiolino, schioccando la lingua.
«Cody sono enormi, non ti conviene buttare nella spazzatura tutti gli anni di palestra. Tu parli delle lamentele per i pancakes, ma immagina Ash a vedere la tua pancia gonfia e...»
«Basta! Ho capito! Un solo pancake.» Sbuffa tirandomi un'occhiata di rimprovero, scuotendo il capo.
Sorrido perfidamente, ridacchiando per come sia facile dissuaderlo soltanto tirando in ballo Ashton.
Verso il caffè caldo nel bicchiere, avvicinandoglielo col piatto prelibato che gli ho preparato.
«Comunque» Mastica mugolando apprezzamenti per ciò che sta mangiando «non mi hai più detto niente di quel bel biondino» Mi indica, mettendomi già al centro di una conversazione che non voglio cominciare.
Trattengo un respiro, chiedendomi come faccia a ricordarselo. Lo guardo interrogativa.
«Si chiama Chase, no?» Ne taglia un altro pezzo per poi bere un sorso. Sogghigna notando il mio sbigottimento.
«Tu...»
«Ho uccellini ovunque» Evita spudoratamente il mio sguardo che sta divenendo più insistente.
«Non dirmi che»
«Rox mi ha solamente accennato qualcosa, niente di che» Fa spallucce.
Sbuffo. Le devo parlare, non voglio che spettegoli come sempre di cose che vengono soltanto fraintese.
«E... cosa ti ha detto?»
«Be'...»
«No. Stai zitto.» Inspiro, vedendolo entrare.
«Che?» Si volta lentamente «Aaah.» Un sorriso furbo gli si forma in viso.
«Cody» Lo ammonisco, ancor prima che dica o faccia qualcosa.
Faccio il giro del bancone raggiungendolo.
«Ehi» Sussurro, restando a un passo da lui.
«Ciao Chris» Sorride, senza spostare i suoi occhi da me, quasi si dimenticasse sempre come sia fatta. Infila le mani nelle tasche dei pantaloncini con disinvoltura, gli occhiali da sole appoggiati sul capo che mi fanno intuire che probabilmente si sta dirigendo a lavoro.
«Hai bisogno di qualcosa?» Mi fa restare sempre a corto di parole, mi guarda con un'intensità e una dolcezza che mi paralizza. Non è da me, insomma.
«Soltanto vederti per dirti una cosa.» Serra la mandibola, accennando un sorrisino che fa intravedere una piccola fossetta sulla sinistra.
«Certo» Cerco di non scompormi.
«Stasera ti porto al Luna Park, so che non ci sei ancora andata.»
«Come lo sai?» Mormoro, incrociando le braccia al petto.
«Quando eravamo da Nathan's ho visto come lo guardavi. Scommetto che non sei mai stata sulla ruota panoramica» Un sorrisetto compiaciuto che mi dice che la sta prendendo come una sfida.
Rimango senza fiato non appena sento le sue parole. È più attento ai dettagli di quello che immaginavo e mi chiedo cosa ancora non gli sia sfuggito. In effetti non ci sono mai stata in questi due anni e mi vergogno soltanto a pensarlo ma, appena arrivata, mi sono ripromessa che non mi sarei fatta sopraffare dalle distrazioni perché quello per cui ero venuta era cercare di rifarsi una vita diversa. Dovevo e devo ancora badare a me stessa da sola.
«Non sbagli, in effetti» Distolgo lo sguardo, tirando un occhio a Cody immortalandolo mentre si gira di scatto, visto che era molto intento a farsi gli affari degli altri. Alzo gli occhi al cielo.
Chase ridacchia in modo sommesso, cercando di soffocare la risata prima che il mio amico la prenda come un motivo per intrufolarsi nella conversazione.
«Ti passo a prendere qui?» Lancia un'occhiata alla sala semi vuota.
«Stacco alle due del pomeriggio e passo da casa perciò... possiamo vederci per le otto direttamente lì.» Preferisco andare da sola per prepararmi mentalmente a salire sulla ruota. Non è che ami molto le altezze, forse dovuta alla paura della profondità. Il timore di perdersi è lo stesso.
«D'accordo...» Annuisce soprappensiero.
Gli sorrido, tornandomene alla mia postazione, sfuggendo da quel paio di occhi che mi stanno rovinando, che mi parlano anche se non voglio sentire. Chase non è come gli altri, mi è bastato poco per capirlo.
Si dirige verso l'uscita, ma esita un attimo voltandosi nella mia direzione mentre ero intenta a guardargli la schiena possente.
«Passo da casa tua un po' prima delle otto.» Mi saluta lasciandomi leggermente spiazzata.
Sospiro, un sorriso che nasce spontaneamente sul mio viso. Pulisco il ripiano più e più volte consapevole che è fin troppo pulito. Scuoto la testa ridacchiando, non può farmi questo effetto.
«Ha carattere.» La voce di Cody spezza il momento facendomi tornare con i piedi per terra. Ammica nella mia direzione con divertimento e una punta di malizia.
Lo fulmino con lo sguardo.
«Dico soltanto che ne hai bisogno.» Sorride lasciando il piatto completamente ripulito. Sale le scale per raggiungere l'unico posto nel quale esprime tutto il talento che ha. Deve prepararsi nuovi remix per altre serate, se non ho capito male.
Ripenso a ciò che mi ha appena detto e mi chiedo come sono sembrata agli occhi dei miei amici in tutto questo tempo. Sono consapevole di aver indossato una nuova maschera, ma d'altronde quella la usiamo sempre in ogni occasione diversa. Le amicizie sono sincere, ma sono stata io a non esserlo. La vera Chris l'ha conosciuta solo Hazel e, senza volerlo, Chase sta cominciando a riscoprirla.

Indelebile come un tatuaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora