Saluto Ryan mentre mi raggiunge dalla solita torretta di avvistamento. Mi corre incontro col suo solito sorriso smagliante e amico.
Sono passati nove giorni dall'incidente e mi sembra un'eternità fa. Ho deciso che non sarei tornata a New York perché avevo bisogno di prendermi cura di lui visto che Yvonne, oltre che essere una ragazzina, doveva tornare a casa sennò i problemi con i genitori avrebbero portato a delle complicazioni. Chase all'inizio voleva cavarsela da solo, ma non glielo avrei permesso. Abbiamo avuto una breve discussione perché continuava a impuntarsi sul fatto che dovevo tornare in quella città e terminare ciò che mi serviva per stare in pace con me stessa, ma non capiva che per stare bene avevo bisogno di lui, di averlo accanto.
Mi ci era voluto un viaggio fino a New York per capirlo del tutto, pensa un po'.
Ho sentito al telefono Hazel che mi aveva chiamata la sera stessa, preoccupata, e abbiamo parlato quasi due ore. Della mia storia con Chase, di quello che sentivo, della necessità che avevo di restare qui. Lei è sempre stata comprensiva, mi ha ascoltata in silenzio e non mi ha fatta sentire sola nel mettermi a nudo mentre raccontavo dei sentimenti prima a me sconosciuti. Non sono il tipo che si confida con altri sulle persone che frequenta, ma con Hazel non ho dovuto pensarlo; mi è bastato sentire la sua voce tranquilla per farmi rendere conto che sarebbe stata sempre un porto sicuro, un aggancio tra un passato che voglio custodire nella mente e un presente che desidero vivere a pieno.
Inoltre ho parlato anche con Juliet e le ho spiegato qualcosa in più visto che l'ho lasciata di fretta e furia. Tornerò presto, promesso.
«Come va?» gli chiedo, abbracciandolo nonostante abbia ancora la pelle bagnata.
«Bene, dai. Ce la caviamo. C'è molto da fare, bisogna stare sempre in allerta per la troppa gente che si riversa sulle spiagge, ultimamente... te?»
«Direi che è tutto apposto, sì.» annuisco sincera.
«E di Chase che mi sai dire? Gli ho parlato due giorni fa, mi sembrava un po' ammaccato.» ridacchia.
«È frustrato per il fatto che non può lavorare per un mese perché si deve rimettere dopo il trauma, e per un mese ancora a causa del braccio ingessato.» infilo le mani nella tasca dei jeans corti, chiudendomi un po' nelle spalle. Mi spiace uscire la mattina per andare al bar e vederlo dormire, sapendo bene che sogna di tornare al lavoro dei suoi sogni.
«La prossima volta impara a non fare il coglione... ma come biasimarlo, è innamorato.» fa spallucce, con leggerezza.
«'Sta zitto.» rido timidamente, tirandogli un pugnetto sul braccio abbronzato. «Le birre te le ho fatte portare lì» indico un punto alle mie spalle «passate una bella serata.» gli faccio l'occhiolino.
Ryan ha organizzato una cenetta sulla spiaggia e mi ha chiesto il favore di portare da bere senza destare sospetti. Si vedrà con Rox e sono felice si rilassino tra di loro, lontani dalla frustrazione del lavoro. Lei non me ne ha parlato ancora chiaramente, ma sembra intenzionata a stare insieme a lui. Si piacciono molto, devono solo ammetterlo a loro stessi.
«Grazie Chris.» mi lascia un bacio sulla fronte e, felice come un bambino, si dirige verso le bevande.
Sorrido gioiosa e mi avvio verso casa di Chase, ormai Nora sembra non avere più una coinquilina nell'ultimo periodo.«Hai bisogno di una mano?» grido dalla cucina per farmi sentire.
Chase sta cercando di farsi la doccia, ma non so quanto gli possa esser facile con il braccio rotto.
«No, tutto sotto controllo...» lo sento farfugliare da oltre la porta, mentre sento cadere qualcosa nella vasca. Sorrido tra me e me, mi asciugo le mani nello strofinaccio e mi dirigo nel corridoio.
«... So che preferiresti cavartela da solo, ma sono qui e posso aiutarti.» entro nella stanza.
«Tranquilla Chris, ce la faccio.»
Gli poso un bacio tra i capelli ancora asciutti e gli prendo l'erogatore della doccia dalle mani.
«Lascia fare a me.»
Si abbandona al mio tocco, non prova ad insistere ulteriormente. Mi siedo sul bordo della vasca, lui seduto dentro di essa come un bambino indifeso. Prendo la spugna intrisa di sapone e comincio a sfregarla sulla schiena possente, nuda, muscolosa, calda. Mi perdo negli incavi delle scapole, lungo le braccia muscolose, sul petto. Lo lavo con delicatezza, ma con forza allo stesso tempo. Lascio che il mio tocco lo rilassi, lascio che sia lui con le sue fragilità ad abbandonarsi a me. Lascio che sia io a prendermi cura dei pezzi rotti, lascio che non se ne vergogni, anzi, che si metta a nudo più di così perché lo amo per questo.
Ed è come un bambino, anche se cerca di dimostrare di potersela cavare. Gli sciacquo le ciocche bionde, schiarite dallo stare spesso sotto il sole, e mi chiedo se tutto questo lo faremo anche quando saremo 'cresciuti'.
Mi chiedo se invecchieremo insieme, se lui sarà disposto ad aiutarmi perché avrò male alla schiena o lui ne risentirà dell'osso rotto e risistemato nel tempo. Mi chiedo se saremo insieme in una vita futura a prenderci cura uno delle fragilità dell'altro, a curare dolori acuti e improvvisi, a rimettere insieme pezzi di ricordi.
«Soprappensiero, di nuovo?» mi domanda, con cautela, lasciando che l'atmosfera rimanga sempre intima e silenziosamente delicata.
«Sì.» annuisco, senza vergognarmene.
So di estraniarmi spesso dalla realtà, ma non me ne faccio una colpa 'sta volta. Mi piace poter evadere tra speranze, sogni, desideri, ricordi belli.
«A cosa pensi?» me lo chiede con dolcezza, come a dire: "se te la senti, ne parliamo", e io lo amo per questo, per questo suo essermi accanto quando c'è amarezza, quando c'è tristezza, assenza. C'è, incondizionatamente.
«A un possibile domani. È strano, non ne sono il tipo, ma con te sto proprio bene.»
Ed è meglio che dire 'ti amo' perché alla base di tutto c'è lo stare bene con una persona.
«Io non me lo chiedo, perché spero sia così comunque. Non penso a possibili opzioni.» mormora girando lo sguardo per guardarmi negli occhi, dicendomi senza parole che per lui è tutto reale, non è un sogno, un desiderio, ma è presente. Siamo presente.
L'importante è crederci, avere rispetto.
Il resto va da sé, mi dico.
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Indelebile come un tatuaggio
RomanceChioma tinta di blu, occhi ambrati e qualche tatuaggio rispecchiano la personalità indipendente di Chris, una ventenne che lavora in un locale di Brooklyn. Persa tra i suoi pensieri ed estremamente misteriosa. Una ragazza difficile da dimenticare e...