Capitolo 20

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Le schizzo l'acqua addosso, ci bagnano come si fa da bambini. Le gocce arrivano sulla faccia, tra i capelli e il gusto del sale sulle labbra.
Smuoviamo il pelo dell'acqua che, inizialmente calmo, ora si muove attorno ai nostri corpi fasciati dai due pezzi del costume.
«Beccati questa!» Esclama Rox, spostando una grande quantità d'acqua nella mia direzione, e lancio un gridolino, senza aspettarmelo. Indietreggio e sprofondo, il mare che attutisce la mia caduta come se fossi una piuma appena arrivata dal cielo, lasciata da uno di quei gabbiani che spesso costellano la spiaggia. Trattengo il fiato, immergendomi totalmente, permettendo all'oceano di adagiarmi sul fondale sabbioso, vista la poca profondità. Lo sento insinuarmi ovunque, una carezza che ti porta con sé senza lasciarti andare, fino a che non risali in superficie.
«Woah.» Ridacchio, riprendendo fiato, i capelli che gocciolano sulle mie spalle, facendomi rabbrividire.
«Okay, ho vinto io.» Sorride compiaciuta, lasciandosi sprofondare nell'acqua, il corpo sinuoso che rimane a galla.
«Sai di non aver vinto per davvero.» Scrollo le spalle, sdraiandomi sulla sabbia in modo tale che le piccole onde, infrangendosi sulla battigia, mi scrollino e mi massaggino in un certo senso. Oscillo, lentamente, regolarmente.
«Ti sei arresa, perciò...» Soddisfatta si lascia trasportare dal movimento fluido dell'acqua che sembra ritrovare la calma, l'equilibrio, di prima.
Non rispondo, limitandomi ad una risata per il nostro lato infantile, quegli istanti che ripercorri con la mente, quegli attimi che sono così concreti e così attinenti al passato che ti fanno mancare il respiro. Ed è una bella cosa.
«Sono contenta che tu ora stia in acqua per davvero» Scherza, sdrammatizzando ciò che per me ha significato un passo da gigante. Non gliene faccio una colpa, non ha mai saputo la verità e la capisco: farei uguale.
«Anch'io...» Rispondo sincera, rendendomi conto che è tutto merito di Chase se sono qui, con la mia amica, a rilassarmi in acqua senza paura di sprofondare giù, nonostante non sia profondo il livello. All'inizio credevo di non farcela ma, dopo aver preso un lungo respiro, ho lasciato che mi guidassi da sola, ho fatto del mio meglio per ricordare la presa delle mani sui miei fianchi, il suo respiro caldo sul collo e quelle parole sussurrate una dopo l'altra che mi hanno portata con sé.
Sei stato tu, Chase. Mi hai aiutata a superare qualcosa che reputavo più grande di me, ma non era quella, alla fine, la cosa che temevo di più. Perché era la paura della paura, il timore di non riuscire più a tornare in acqua e reputarmi una fallita, incapace di risolvere un problema. Non si trattava del fatto in se, ma di ciò che comportava, dello sforzo che dovevo fare... troppo grande per attuarlo da sola.
«Come mai ti sei decisa solo ora?» Domanda, con un cipiglio curioso.
«Non lo so, a dire la verità.» Faccio spallucce, appoggiandomi sui gomiti per guardare la linea che sembra fare da limite e allo stesso tempo a delineare una misura di infinto. Le mento, le dico che non ne ho la più pallida idea, quando in realtà ce ne sarebbe da raccontare. Solamente, voglio tenermi quello che è successo con Chase solo per me, custodirlo dentro. Non è egoismo, solamente timore di aprirsi troppo, dire ad alta voce qualcosa di cui potrei pentirmi. Perché sei importante per me, Chase. Non so cosa mi spinga a dirlo, perché lo sto dicendo. Ci conosciamo da poco, ma la sensazione che provo nel petto mi dice che, di tempo, ne è passato, fin troppo. Ti guardo e penso che in quegli occhi ci abbia navigato troppe volte, innumerevoli istanti che, con te, trascorrevano veloci quando avrei voluto restarti accanto di più. Stringerti, sentirmi stringere dalle tue braccia muscolose, percepire il calore del tuo corpo a contatto col mio e vibrare sotto il tuo sguardo che mi scava dentro. Perché quel bacio, Chase, non te l'ho dato senza una ragione. Se ci penso, non so spiegartelo, ma so che dietro c'è un motivo. Ti ho baciato, e non do al colpa ad un attimo di fragilità, perché non sarei onesta e sincera con me stessa, con la persona che sei. Ti ho baciato alla ricerca di qualcosa di cui mi volevo appropriare, ti ho baciato per ricambiare quello che mi hai donato, per farti capire che non sei come gli altri. Solo che, non capisco realmente perché tu abbia ricambiato. Vorrei sapere se le intenzioni sono le stesse. Se quel momento significava evadere, non mi sta bene. Sento un pugno nel petto all'idea che tu mi abbia baciata per pena, per ricompormi. Voglio sapere perché l'hai fatto, ne sento il bisogno.

Indelebile come un tatuaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora