Capitolo 7

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Quando apriamo la porta di casa all'orario di pranzo pensiamo di non trovare nessuno e invece sono tutti seduti sul divano. Cartine e hashish abbandonati sul tavolino, giocano a carte e mangiano pizza. Ci guardano per qualche secondo e poi fanno come se non esistessimo. Sembra sia morto qualcuno ma mi viene da ridere se ripenso alla nottata precedente.

"Ancora devo capire perché abbiamo scelto di vivere in capo al mondo" Dinah si getta sul divano afferrando un pezzo di pizza dal cartone di Harry che non la guarda nemmeno. "Seriamente, ragazzi. Ci abbiamo messo tre ore per tornare perché quei due non trovavano la via giusta. Vero, Camila?" Annuisco. "E non solo quel tipo di via." Dinah scoppia a ridere non riuscendo a trattenersi e tutti gli altri nemmeno ci guardano. Osservo Lauren con la faccia spiaccicata sul suo cellulare e una sigaretta tra le labbra. Cazzo, non sa fare nient'altro questa ragazza.

"Il mio è stato piuttosto bravo" Sfoggia Dinah

"Il mio ha trovato il senso vietato" Rispondo ed ora ride ancora più forte di prima ed io con lei. Dio, che depressione qui dentro. E se lo dico io che ho la voglia di vivere sotto i piedi... "Louis, mi passi la birra?" Fisso la mora notando che l'unico posto libero è proprio accanto a lei. Afferro la birra che Louis tardava a passarle e gliela porgo. Non sposta lo sguardo dal cellulare nemmeno quando mi siedo e lascio le dita tamburellare sulle gambe. Io e Dinah ci guardiamo consapevoli che sono tutti incazzati e, anche se non ne comprendo il motivo, mi vien da ridere. "Chi di voi vuole andare in spiaggia?" Domanda Louis gettando le carte addosso ad Harry, probabilmente ha perso la partita. I ragazzi si alzano tutti mentre noto che Lauren non si scrolla dal divano. Dinah si stende e porta le mani sotto al capo.

"Io devo recuperare un paio di ore di sonno" Dice ma nessuno la calcola. Mi trattengo dal ridere. Ma che cavolo prende a tutti?! Mi alzo andando in camera pronta per fare una doccia e non sono psicologicamente pronta a ciò che mi ritrovo davanti. Vestiti. I miei vestiti. Sparsi ovunque. "TU NON SEI NORMALE!" Grido e Dinah si alza subito mettendosi tra me e Lauren.

"Calmati, wonder woman!" Mi provoca lei. Mi sono stancata di tutte queste bambinate. Le avessi fatto qualcosa, anche di stupido, lo capirei ma mi sono stancata di starle appresso.

"Camila.. che succede?" Mi domanda Dinah. 

"Mi spieghi perché i miei vestiti non sono più al loro posto?"

"Ti eri presa mezzo armadio e ho fatto spazio per i miei." Dice con la solita calma che la contraddistingue da me. Se fossimo in un cartone mi uscirebbe il fumo dalle orecchie. 

"Ora li rimetti a posto, Lauren."

"Certo" Risponde risiedendosi sul divano ed incrociando le gambe. 

"Ti rendi conto di quanto sei infantile?" Le chiede Dinah, sbalordita.

"È per ieri sera? Per questo siete tutti nervosi?"

"A me non frega un cazzo di ieri sera." Ci sorride. "Anche se devo ammetterlo, cara Camila, con Zayn hai fatto tutte quelle storie e poi ti dai così facilmente ad uno con cui hai parlato cinque minuti." Stringo i pugni perché per me è davvero difficile non rispondere a quest'istigazione. "Prima cosa: non sai quello che abbiamo fatto. Seconda cosa: non sono affari tuoi. E per ultimo voglio informarti che se la tua amica non è venuta con voi non è di certo colpa mia. Quanto meno mi interessa prendere il suo posto, sono venuta qui sotto invito di Zayn per fare delle foto, non per fare da rimpiazzo a lei che sinceramente si è salvata smettendo di esserti amica." Ora, probabilmente, ho esagerato. Più di quando le diedi della troia nel camerino. Accusa il colpo perché si volta verso di me come se fosse una pantera affamata. Dinah mi spinge nell'altra stanza. "Meglio se ce ne andiamo di là" Mi dice nel mentre e suona tanto come un "adesso le prendi".

 "Non ti permettere mai più di parlare di Normani." Lauren ci raggiunge e chiude la porta della stanza come se volesse iniziare una guerra e bloccare qualsiasi via di fuga. 

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