Capitolo 35

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Quando entro nella stanza minuscola e vedo Zayn sul lettino tutti i pensieri che mi vorticavano in testa su Lauren e il suo continuo essere instabile, pensare di capirla, ma nel momento in cui cerchi di andare più a fondo o semplicemente di farla ragionare lei brucia tutti i progressi e le tue convinzioni, spariscono.

Ormai penso sia troppo tardi per fare passi indietro, devo solo abbondarmi a ciò che provo per lei.

Completamente.

Resta di fatto che sento la tristezza e la paura che lui non si risvegli stringermi il cuore. Per un attimo non ci sono più i sensi di colpa, ma c'è solo un giovane e bellissimo ragazzo che sta rischiando la vita per via dell'alcol.

C'è il ragazzo che senza un minimo di esitazione e senza che io glielo chiedessi mi ha invitata ad una vacanza di un mese con lui e i suoi amici, nonostante non mi conoscesse. Il che può sembrare un'utopia.

C'è il ragazzo che mi ha dato l'opportunità di riscoprire me stessa, che mi ha regalato un biglietto per un nuovo inizio, per ritornare ad essere quella che ero prima che qualcuno mi tradisse facendomi credere di non essere abbastanza e che mi ha convinta che senza di lui sarei stata niente.

Senza saperlo, Zayn mi ha regalato pagine bianche.

Ed ora l'unica cosa di bianco sono le pareti di questa stanza che mi asfissiano e più che ad un nuovo inizio, il bianco, ora, mi ricorda il paradiso.

"Mi dispiace così tanto, Zayn" Gli accarezzo la mano, sentendo una lacrima scivolarmi lungo il viso. "E dispiace tanto anche a Lauren, anche se non parla. Non lo dice ma io lo so. È ancora più pensierosa del solito..."

Gli do un bacio sulla guancia ed esco dalla stanza raggiungendo Harry nella sala d'aspetto.

Nel mio cammino incontro Lauren ancora coi capelli umidicci entrare nella stanza.

"Avete litigato di nuovo?" Mi chiede il riccio, non appena mi siedo accanto a lui.

Alzo le spalle, la verità è che non so se sia stato proprio un litigo. Nell'acqua ci siamo sfiorate una sola volta, quando lei mi si è aggrappata alle spalle e mi ha lasciato un bacio dolce sul collo. Per il resto ho preso le distanze e lei le ha rispettate, in silenzio.

"Ormai l'ho capito, è convinta di essere un misto tra Peter Pan e Jim Morrison."

Harry ride. "Il che dice tanto." Alzo un sopracciglio. Le uniche cose che riesco ad avvertire è che lei si sia costruita una di quelle barriere per non avvicinare la gente e restare intatti. Forse è un pensiero troppo banale...

"Uno era una persona disequilibrata, estrema, un poeta fissato con la morte e dalla grande sensibilità e uno è un personaggio inventato, un bambino che non voleva crescere, infantile, rifiuta le responsabilità, è dispatico, non gliene frega niente dei sentimenti e delle relazioni con la gente, dimentica perfino i loro nomi! Ci ha sempre convinti tutti che l'isola che non c'è è un mondo fantastico senza dire chiaro e tondo che l'unico modo per restare sempre bambini è morire giovani, altroché sentirlo dentro di sé."

Fa una pausa, fissandomi quasi con pietà. Lui è consapevole di quello che provo, forse anche da prima di me.

"E Lauren è tutto questo, Camila. È l'emblema di due strambi e problematici personaggi e mi dispiace che tu non l'abbia capito prima ma ti avevo avvertito, mi pare"

"È così per via della morte del fratello?"

"No. È una cosa che ha da molto prima... non ha mai avuto un rapporto amorevole con i genitori, volevano una vita diversa per lei... credo che questo l'abbia segnata molto, fin da bambina."In effetti, a parte che per i lavori di entrambi, non mi ha mai accennato nulla.

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