Capitolo 38

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Dopo essermi addormentata piangendo come non facevo ormai da tanti giorni, giorni così vivi che fanno sembrare quel brutto periodo lontano anni luce, speravo di svegliarmi con un umore migliore - non di sprezzare di felicità - o quanto meno decente.

Invece intorno a me fa tutto schifo.

Lauren, ieri sera, mi ha dato la conferma di essermi fatta troppi film mentali, di essermi convinta di poterla avere come nessun altro ha mai fatto, mi sono stupidamente illusa che potesse esserci un futuro assieme. Nonostante avessi visto la sua parte più timorosa e rigettante le ho detto la mia verità, pur sapendo che avrei ottenuto un rifiuto.

Inizialmente, stamani, credevo di averla sognata darmi un bacio sulla fronte e poi sussurrare "Che hai combinato, nena" ma guardandomi intorno ho avuto la conferma che fosse vero trovando la coperta che ho sentito subito dopo mettermi addosso.

So che non significa nulla, l'ho vista la sua faccia ieri sera; era come se sperasse che non lo dicessi mai, come se le avessi conficcato un coltello nello stomaco e stesse provando a non far trasparire il dolore.

Sicuramente non si aspettava un modo come quello per dirlo ma io mi sentivo libera di poter fare tutto.

Non riesco neanche a ricordarmi come mi sia venuta in mente di scriverlo su quel post it, so solo che l'ho fatto perché era diventato insopportabile contenermi, trattenermi dal dirlo.

Lauren stamattina deve essere uscita presto e io di subirmi tutte le domande di Dinah su quanto fossi sicura o meno di quello che avevo confessato mi sono stancata dopo qualche minuto. Ho sentito il bisogno di stare sola così ora mi ritrovo tra le strada di Ibiza, le stesse strade che qualche settimana fa mi facevano paura pur essendo assieme a Lauren, quelle strade che al momento non riescono a darmi alcun emozione.

Ho la testa troppo piena per far caso a ciò che fa la gente, per sentire l'ansia che possa succedermi qualcosa. È la prima volta che esco da sola dopo tantissimo tempo, c'è sempre stato Austin con me e dopo di lui uscire non mi andava più tranne per quelle volte in cui Ally mi ha trascinata da qualche parte e anche da quando sono in vacanza sono sempre stata con gli altri.

Oggi non ce la faccio, so che mi guarderebbero in modo diverso, so che mi giudicherebbero con lo sguardo o proverebbero pena per me perché me lo avevano detto di stare attenta, di starle lontana ma io ci sono cascata.

Con consapevolezza, perché lo sentivo dentro di me che quell'attrazione si sarebbe trasformata in qualcosa in più, ma ci sono cascata. E non c'è nulla che io possa fare, vorrei abbracciarla così forte da farmi male, dirle che non è sola in tutto questo perché una parte di me continua a ripetersi che lei mi vuole, prova un sentimento per me - non so cosa sia ma so che c'è - ha solo paura, paura di tutto, di farsi male, di farmi male, di non essere in grado di avere una relazione, di mettersi in gioco sul serio per qualcosa che non sia sfidare la morte con quella dannata moto.

È così strana, alla ricerca di qualsiasi sentimento tranne che dell'amore. È incomprensibile, ma devo provarci, devo averci un confronto, riportarla a quei momenti passati insieme che per me sono speciali, voglio sapere se hanno un minimo di valore per lei o almeno spiegarle che non ho colpe se è capitato a me, se è capitato con lei e che evitarmi per sempre non servirà a nulla.

Ho impressa la sua faccia quasi sconvolta di ieri sera, è un'espressione che non riesco a spiegare, tra lo stupita e quel cosciente che sperava nel contrario.

Dopo qualche giro a vuoto, persa tra i pensieri, mi avvicino ad un telefono pubblico ed infilo la mia carta telefonica per chiamare Ally. Appena risponde sento un pianto sormontarmi da dentro, raggiungere gli occhi e creare un nodo alla gola tanto stretto che mi impedisce di parlare.

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