Capitolo 23

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Il tragitto fino a casa è stato deprimente, silenzioso, estremamente lungo.

Ho pianto, mi sono seduta contro le mattonelle della doccia e mi sono lasciata andare. Speravo di annegare nelle mie stesse lacrime, ma non è successo. Mi sono accontentata di sentirmi implodere e basta.

Non sono state di certo le parole aspre di Lauren ad avermi resa così, quanto più il suo comportamento dell'intera mattinata... perché sono una stupida, illusa che si stava per creare qualcosa, una complicità di cui non dispongono tutti.

E invece ha solo confermato tutto ciò che ho sempre pensato.

Crescendo ho capito che la cosa migliore che riesce alle persone col proprio prossimo è essere cattivi. Sentirsi superiori, metterli in difficoltà, per poi distruggerli. Stavo cominciando a fidarmi, ad affidarmi, a lasciarmi andare, e chi non lo fa mai sa di cosa parlo.

Di quanto sia difficile.  

Il giardino è illuminato più dalla luce elettrica che dall'aura del cielo.

Ormai si è fatta sera, ho sprecato il mio pomeriggio riposando e svegliandomi con un'unica voglia: voglio ubriacarmi e scordarmi chi sono.

"Mi dai una sigaretta?" Chiedo a Louis che se ne stava seduto, già pronto per la serata, a riflettere.

"Non avevi detto che non fumavi?"

"Ora ne ho voglia." Annuncio, sedendomi vicino a lui afferrando l'accendino. "Quando appicchi il fuoco, brucia tutto, no? Magari il fumo è in grado di ammazzare anche il malessere che ho dentro." Sorride, beffardo.

"O solo i polmoni." Risponde più semplicemente aspirando il fumo.

"Nervoso per stasera?" Sussurro io. "Non hai idea di quanto è incazzato, non ha nemmeno voluto fare la doccia con me." Scoppio a ridere, guardando intorno se c'è traccia di Harry.

"Sarà una grande serata." Dichiara lui, alzandosi. Annuisco.

"Se stai male per Lauren, te lo dico da amico... lascia perdere."

È l'ultima cosa che dice prima di rientrare.

***

Lauren è pazzesca stasera. Mi sono promessa più e più volte di non guardarla ma non ci riesco. Ha un vestitino aderente con la cerniera che scorre lungo i fianchi, il seno in vista e quel meraviglioso viso accerchiato dai capelli mossi.

Ho voglia di prenderla a morsi. Prima di pestarla per il comportamento che sta avendo e poi di baciarla.

Prima che accadesse qualcosa potevo solo immaginarlo, ma ora che è successo più del dovuto so che non posso farne a meno, questa voglia di baciarla mi ammazzerà.

"Pensavi che l'avevamo dimenticato, vero?" Louis guarda Harry che nasconde sul volto un sorriso di chi ha già capito a cosa uno si riferisce.

Guarda l'ambiente circostante. Siamo ben distanti dalla discoteca; l'odore e il rumore del mare rendono questa serata quasi perfetta.

Dinah ha le lacrime agli occhi e mi mette un braccio attorno alle spalle: "Pensi che raggiungerà la sabbia o sviene prima?"

Non capisco cosa intende e quindi inizio a cantare insieme a tutti tanti auguri a te. Harry l'ho sempre visto come il saggio del gruppo, il padre - okay, no, forse quello è Liam - insomma, come un mantra, qualcuno che sa il fatto suo e non ha problemi a farci da guida.

Vederlo commuoversi il giorno del suo compleanno mi fa capire quanto siano fragili le persone, anche quelle che sembrano senza cuore, come il suo fidanzato che piange assieme a lui.

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