Capitolo 13

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Viola's pov

<<Invece, il nostro Don Giovanni? È innamorato di qualcuna?>> dico ironica, aspettandomi una determinata risposta

Ma quale?

<<Forse>> dice ridendo
Forse perché l'ho chiamato Don Giovanni.

Mi sento strana. Il mio cuore comincia a far male, però non è a pezzi. Mi sento anche....delusa?

Non capisco....

<<Non vale rubarmi le risposte>>
Sorrido.
<<Vuoi il diritto d'autore?>>
<<Non mi dispiacerebbe, sai?>>
<<Va bene>>
Comincia ad avvicinarsi a me, in modo molto pericoloso.
È vicinissimo.
Sento il suo respiro sulle mie labbra.
Il cuore comincia a battere in modo molto veloce.
Ho quasi paura che voglia uscirmi dal petto.
Il respiro comincia a farsi irregolare. Il mio corpo comincia a riscaldarsi.
Comincio ad averci molto caldo.
Mi prende il mento con le dita e lo inclina.
Mi da un bacio sulla guancia e rimane un secondo di più su di essa, come se volesse assaporare la mia pelle.
Si allontana, facendomi ritornare a respirare.

Oh, cavolo! Credo di aver avuto quasi un arresto cardiaco.

Però lo devo ammettere: mi sento delusa.
Volevo qualcosa di più....
Oddio! Ma cosa sto dicendo?!

<<Perché sorridi?>> dice con un sorriso stampato sul volto

Sorrido? Ma che dice? Si è forse drogato?!

Metto le mani sul volto e noto con stupore che ha ragione: sto sorridendo.
Non me ne ero accorta...
Oddio! Cosa mi sta succedendo?!

<<Potrei farti la stessa domanda>>
Lui mi guarda sbalordito, come se nemmeno lui se ne fosse accorto.
Fa i miei stessi movimenti, fino a quando non si accorge che ho ragione.
Nemmeno lui se ne era accorto.
Scoppio a ridere e lui mi segue.
Con la coda dell'occhio noto di nuovo le sue fossette.
Mi chiamano, lo sento e il mio corpo risponde ad esso.
La mia mano destra parte da sola, senza che io me ne accorga, arrivando alla meta finale.
È così morbida e calda, mi infonde tranquillità.
Leonardo mi guarda sorpreso.
Sto per togliere la mano, quando lui mi afferra il polso.
Si porta la mano vicino alle sue labbra e bacia il dito, con cui gli ho toccato la fossetta.
Divento subito rossa e chino il capo, per portarmi i capelli davanti al viso.
Ormai per me è un'abitudine questo gesto, perciò non riuscirò mai a smettere di farlo, ne sono sicura.
Con la mano libera mi alza il mento e i nostri sguardi si incrociano.
Mi sento di nuovo mancarmi l'aria.
Cavolo!
Le sue iridi marroni mi attraggono, come una calamita.
Non so il perché, ma dentro ad esse leggo protezione e amore.
Mi ricordano tanto gli occhi di lui....
No! Non devo pensarci. Lui fa parte del passato e deve rimanere lì.
Scuoto la testa, per ritornare alla realtà.
Anche se non è migliore del passato, perché lo so, lo sento, sto di nuovo cadendo in una trappola troppo grande per me, che non so gestire ed io non posso permetterlo, non posso ritornare al punto di partenza.
Decido di interrompere questa atmosfera.

<<Qual è stata la tua figura di merda più grande?>> dico, non riuscendo a distogliere lo sguardo
Dannazione! Forza Viola, ce la puoi fare.
Niente, non ci riesco. Sono troppo attratta dai suoi occhi marroni.
In essi passa una scintilla di divertimento, che fa nascere la curiosità in me.
<<Una sera, mentre stavo scopando con una ragazza, per sbaglio, la chiamai con un altro nome. Lei rimase sbalordita, mi dò uno schiaffo bello forte e se ne andò, senza nemmeno farmi orgasmare per l'ultima volta.
In quel momento decisi di chiamarle tutte "bambola", così da non far succedere mai più una cosa del genere>>
Scoppio a ridere, immaginandomi la scena.
Anche se mi lascia un sapore dolce amaro sulle labbra.
Quindi mi ha chiamata "piccola", perché ormai è abituato, non per altri motivi.
Beh, cosa mi dovevo aspettare?
Sono una cretina.
A riscuotermi dai miei pensieri è la sua voce roca.
<<Qual è stata la tua, invece?>>
Lo guardo divertita.
<<Due anni fa c'era un ragazzo che mi piaceva: un giorno un mio amico mi invitò a casa sua. C'erano altre persone con noi, perciò accettai. Parlammo per così tanto tempo che non ci accorgemmo che si era fatto tardi, perciò il proprietario ci disse che, se volevamo, potevamo stare a cena da lui, ovviamente accettammo tutti. Io andai in bagno, per sistemarmi e di conseguenza quando ordinarono io non c'ero, perciò il ragazzo che mi piaceva, che non conosceva per niente i miei gusti, ordinò al posto mio e la fortuna volle che ordinò un piatto, che non mi piace per niente: il sushi. Mi dispiaceva non mangiarlo davanti a lui, non mi sembrava educato, perciò lo mangiai e per poco non dovetti andare in bagno a vomitare. Non ce la feci a mangiarlo tutto, stavo davvero male, perciò, quando non se ne accorse, lo passai al mio amico, che se lo mangiò tutto, senza pensarci due volte.
Se ci ripenso mi sento ancora male!
Ma poi il bello sai qual è? È che il ragazzo che mi piaceva mi fece la domanda "Ti piace quello che ti ho ordinato, vero?"
Ed io non feci in tempo a rispondere che il mio amico rispose "No, lo odia".
Inutile dire che lo uccisi, appena lasciata quella casa>> dico con un sorriso amaro ai ricordi così lontani
Leonardo scoppiò a ridere. Quando si calmò si asciugò le lacrime, che gli erano venute.
<<Così quel giorno non hai mangiato?>> dice, mordendosi il labbro per non ridere di nuovo

Vorrei essere al posto dei denti, vorrei poter toccare io le sue labbra.
Rimango incantata, fino a quando mi ricordo che gli devo ancora una risposta.
<<No, per fortuna il mio amico ordinò una porzione in più di pizza da darmi di nascosto, appena capì che il sushi era per me>> dico ridendo
<<Per fortuna>> dice con un sorriso
Rimango incantata ad osservarlo.
È così bello....
<<E tu, hai mai mangiato qualcosa che non ti piaceva davanti ad una ragazza, per cui provavi qualcosa?>>
<<No. Io non ho mai portato nessuna a cena fuori>> dice con un ghigno
Ho capito dove vuole arrivare....
<<Abbiamo capito, Don Giovanni>> dico con un sorriso falso
Sento di nuovo quella strana sensazione. È come una morsa allo stomaco.
Mi viene la nausea al pensiero.
<<Hey, che hai?>> dice, allungandosi verso di me
Mette la sua fronte sulla mia.
Il mio cuore comincia di nuovo a battermi veloce e il mio corpo comincia a riscaldarsi.
<<Viola, scotti>>
<<È ovvio, sei troppo vicino>> dico sorridendo, guardandogli quegli occhi, in cui io potrei morire tremila volte, senza accorgermene
Rimaniamo a guardarci per molto tempo.
A rompere questa bolla, che abbiamo creato io e Leonardo, è mio fratello.
<<Viola, andiamo, è tardi>> dice, guardando male Leonardo
Per lui Leonardo è troppo vicino.
Scoppio a ridere e i due ragazzi mi guardando confusi.
È così tenero....

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