Capitolo 30

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Viola's pov

Elisa e Riccardo seguono il mio sguardo, appena si accorgono del mio sbiancamento e rimangono pietrificati pure loro, mentre Leonardo sposta lo sguardo da uno all'altro non capendo.
Dopotutto lui non sa, è normale che non capisca.
Faccio un sospiro, cercando di calmarmi e continuo a mangiare come se niente fosse, mentre con lo sguardo ordino di fare la stessa cosa anche a loro, che mi danno retta.
Ricominciamo a parlare, come se non ci fosse nessuno a spiarmi, come se non ci fosse lui.
Appena finiamo le nostre ordinazioni, usciamo dal Mc e Leonardo cerca di prendermi la mano, ma io la sposto.
Non voglio metterlo nei guai, più di quanto già non lo sia.
Non so come ha reagito, perché il mio sguardo è puntato solo su quella fottuta macchina.
Deglutisco faticosamente, mentre aumento il passo.
Sto scappando? Si
Non serve a niente? Lo so, ma per ora, l'unica cosa che voglio fare, è sopravvivere.
Quando non vedo più il motivo dei miei incubi, comincio a rallentare, ritornando vicino a Leonardo, che mi ha raggiunto.
Senza accorgermene avevo sorpassato tutti.
Lo guardo, per vedere se è furioso con me, ma, appena i miei occhi cadono sui suoi, noto che è solo molto preoccupato.
Sospiro.
Prima o poi glie lo dovrò dire, anche se ho paura di come reagirà e di cosa penserà di me, ma lo ammetto sono disposta a perderlo pur di fargli conoscere tutto di me. Preferisco che lui mi conosca affondo piuttosto che lasciarlo al mio fianco, nascondendogli delle cose solo per paura. Voglio che sia lui a decidere. Non mi è mai piaciuto prendere le decisioni per gli altri, ho sempre preferito che decidessero loro cosa fare, per poi accettare ogni loro decisione, anche se avrebbero tagliato in due la mia anima.
Quando arriviamo davanti alla porta di casa mia, faccio entrare in casa tutti. Leonardo, invece, purtroppo deve tornare per forza a casa sua. Sua madre l'ha chiamato prima, dicendogli che aveva bisogno di lui, ma non ho capito per fare cosa.
In realtà, ho la testa da tutta un'altra parte, quindi non sto ascoltato molto.
Prima di chiudere la porta, però, Leonardo mi bacia a stampo e, questo breve contatto, rilassa ogni parte del mio corpo, facendomi dimenticare tutto.
Ma, appena la chiudo e mi giro verso i miei amici, mi ritorna in mente ogni dettaglio, sia passato che presente.
Li trascino in camera mia, prendendoli per il polso.
Si mettono seduti sul mio letto, mentre io cammino avanti e indietro per la stanza.
<<Lui è qui? Non è possibile! Lui è...>> dico quasi urlando all'inizio, per poi abbassare la voce, come se quelle parole non volessero mai uscire dalla mia bocca
<<Si, lo sappiamo, eppure quella era sicuramente la sua macchina>> dice Riccardo
Comincio ad andare nel panico.
Non mi piace affatto questa situazione!
Il respiro comincia a mancarmi, il battito del mio cuore comincia ad aumentare e le gambe cominciano a cedermi.
<<Viola, calmati!>> dice Elisa, avvicinandosi a me
<<Stai per avere un altro dei tuoi attacchi di panico>>
La mia migliore amica mi mette seduta sul letto, per poi fammi sdraiare.
Io cerco di respirare in modo lento, così da potermi calmare.
Era da tanto che non avevo così tanti attacchi di panico in un giorno e, stranamente, mi è venuto quando ho scoperto che lui è tornato, la ragione per cui ho cominciato ad averli.
Sospiro.

Mentre parlo con loro, sento il telefono vibrare nella mia tasca.
Lo tiro fuori e, con il cuore in gola, guardo chi è.

""Scendi, dai. Voglio vederti un'ultima volta, prima di andare a dormire, piccola"

È Leonardo.
Sospiro di sollievo.
Mi devo ricordare di salvare il numero oppure avrò degli infarti assicurati.
Ho di nuovo la testa fra le nuvole. Lui riesce sempre a non farmi pensare a niente che non sia noi. Non so come fa, ma amo questa cosa.

<<Ragazzi, devo uscire. Ci vediamo domani a scuola?>> dico sorridendo
<<Chissà chi dovrai incontrare eh>> dice Elisa con un sorriso malizioso
Divento rossa e abbasso lo sguardo.
Si mettono a ridere ed esco dalla mia stanza, lasciandomi preparare.
Però non ho voglia di cambiarmi, perciò scendo così, mi metto solo le scarpe.
Sento la porta di casa aprirsi, segno che sono usciti.
Sorrido e scendo le scale.
Una volta raggiunta la porta, la apro e lo vedo, mentre le mie narici si riempiono di nuovo di lui.
È davanti a me, con gli occhi puntati nei miei, pieni di desiderio.
Sorride, lasciando scoperti i suoi bellissimi denti bianchi, come sto facendo io da quando ho letto il messaggio.
Si avvicina abbastanza da prendermi il polso, per poi strattonarmi a sé, così da attirarmi tra le sue braccia, come se non riuscisse a stare senza il calore del mio corpo e mi bacia, come se le mie labbra fossero una droga per lui e non riuscisse a vivere senza di esse.
Gli metto le braccia intorno al collo e lui mette le sue sui fianchi.
Wow! È sempre stupendo.

Ti ODIO ma ti AMO 1 [REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora