Capitolo 7

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Viola's pov

Dopo aver evitato per tutta la mattinata quello stronzo, vado a casa.
Stranamente mia madre è in cucina ad aspettarmi con un largo sorriso.

Mi sta mettendo paura!

<<Mamma, sono a casa>>
<<Perfetto, tesoro, perché devo dirti una cosa importante>> dice con il sorriso sulla bocca

Ok se prima avevo paura adesso sono terrorizzata!

<<Dimmi. mamma>>
<<Ti ricordi di quella mia amica di cui ti parlavo l'altro giorno?>>
<<Quella per la quale eri preoccupata, perché le era successo qualcosa, ma non hai voluto dirmi cosa?"
<<Si, vedo compiacere che allora mi ascolti>>
<<Io ti ascolto sempre mamma>>

È vero io l'ascolto sempre, tranne quando sono soprappensiero, ma è raro.

Sbuffa come per dire "Si sì non ti credo" ed io, per risposta alzo gli occhi al cielo.
Ci mettiamo tutte e due a ridere.
A volte io e lei siamo così simili, che mi spavento.
Beh, da qualcuno devo aver pur preso e, visto che non ho un padre, era ovvio che prendessi da lei.

<<Va bene, torniamo serie. Allora questa mia amica ieri si è trasferita accanto a casa nostra e, visto che lei ha un figlio della tua stessa età e che viene nella tua stessa scuola, noi due abbiamo deciso che lui ti accompagnerà dal mese prossimo>>

Hanno deciso dal mese prossimo, perché io ed Elisa andremmo a scuola insieme, fino a quel giorno, poi lei prenderà il pullman.
Io non voglio fare la strada da sola, per questo ho chiesto a mia madre di accompagnarmi in macchina.
Io, purtroppo, non ho preso ancora la patente, quindi non posso guidare, sennò ci sarei andata da sola.

Io rimango sbalordita per un istante.

Che cosa?!? Sta scherzando spero...

Il mio cuore perde un battito.

<<Stai scherzando?!?>> dico confusa con un briciolo di speranza, che questo sia solo un brutto incubo
<<No, perché, tesoro?>>
<<Forse perché vuoi che uno sconosciuto accompagni me a scuola? Mamma, non lo conosciamo, non puoi sapere se è un tipo per bene o meno. E se mi facesse qualcosa?!
Tu che mi dici sempre di stare lontano dai tipo poco raccomondati e dagli sconosciuti. Adesso che fai?!? Mi ci fai andare in macchina insieme?!?>> dico infuriata

Io sono così: non mi fido delle persone.
Secondo me, andare in macchina con qualcuno, è una cosa seria, significa che mi fido di lui, così tanto da affidargli la mia vita. Non sono cose che posso fare con uno sconosciuto.
Ho paura.

Non mi rendo nemmeno conto che mia madre mi stava per dare uno schiaffo, fino a quando non sento un dolore immenso sulla guancia sinistra.

Non mi ricordavo che mia madre dasse degli schiaffi così potenti e che fosse così veloce, dopottutto non mi mena da quando avevo 10 anni.

Che brutti ricordi!

Li scaccio via, ritornando a concentrarmi sul dolore.

Aia! Mi ha fatto davvero male, porca puttana. Spero di non dovermi svegliare domani con ancora l'impronta della sua mano.

Mia madre prende la mano, con cui mi ha dato lo schiaffo, dentro all'altra.

La guardo negli occhi verdi, come i miei e noto che sta piangendo.

<<Scusami, figliola. Non volevo>> dice tra una lacrima e un'altra
<<Non fa niente, mamma. È stata colpa mia, ho esagerato. Va bene, fai come preferisci, non dirò più nulla incontrario, ok?>> le mostro il mio sorriso più falso, come sempre e corro in camera mia

Mi viene da piangere, ma non verso nessuna lacrima, dopotutto è da quando avevo 10 anni che non piango e non voglio di certo cominciare adesso.
Ho il nodo alla gola e il cuore che mi batte velocissimo.
Ho bisogno di sfogarmi....
Prendo i guanti da boxe e comincio a dare dei pugni con tutta la mia forza contro il sacco da boxe, che ho appeso accanto alla scrivania. Dopo, non so quanti pugni, finalmente mi calmo.
Ho il cuore, che mi esplode nel petto; i muscoli, che stanno bruciando e rivoli di sudore, che cadono, percorrendo tutto il mio corpo.
Sono distrutta!
Prendo il cambio e vado in bagno a farmi una doccia.
Ne ho davvero bisogno.

Quando finisco di vestirmi, esco dal bagno, per andare in cucina.
Prima ho sentito mia madre, che mi chiamava, per andare a cena.
Appena sorpasso l'entrata, mia madre mi ferma.
<<Figliola, possiamo parlare?>>
<<Non c'è niente da dire. Ti ho dato il permesso di fare quello che vuoi>> dico fredda
<<Si, ma voglio farti capire che io ho incontrato il figlio della mia amica. Sembra un tipo apposto>>
<<Sembrarlo ed esserlo sono due cose diverse. Prendi come esempio noi: sembriamo una famiglia allegra, che non ha problemi, ma in realtà, mamma, lo siamo?"
La guardo negli occhi e leggo molta tristezza.

I tuoi occhi rispecchiano la tristezza di chi? La mia o la tua, mamma?

Visto che non arriva la risposta, continuo a parlare io.

<<Rispondo io, mamma, visto che tu non ne hai il coraggio. No, non lo siamo per niente>>

Sento quel nodo alla gola tornare.

Nessuno dei due dice più niente.
So che lei vorrebbe cambiare questa situazione, ma non fa niente. Per quante volte lei mi dica di voler cacciare mio padre da casa, non lo fa mai e si venta scuse su scuse.
So che pensa a noi, so che è triste, perché lei vorrebbe farci felici, so che lei crede che rimanendo uniti, noi non sentiremmo l'assenza di un padre, ma se lui non c'è mai, è tutto inutile.
Lei vuole aggiustare un qualcosa, che è rotto da troppo tempo ormai.
E so anche che ci vogliono i soldi, che noi non abbiamo, per fare tutto questo, ma, secondo me, con molta forza di volontà, lei li avrebbe trovati.
Non riesce a capire che noi staremmo meglio, senza di lui.
Mi viene voglia di dare un pugno al muro, solo per farle capire la mia frustrazione.
Ecco cosa provo, quando penso a lui. Non è amore, né altro, è odio e lei ancora non l'ha capito.

Appena finiamo di cenare, entra mio "padre".

Oh, ma tu guarda! Parli del diavolo e spuntano le corna.

Decido di filarmela il prima possibile, perciò comincio a sparecchiare in modo così veloce, che flash mi fa un baffo.
E, quando sto per andare nella mia stanza, per mettere la musica a volume alto, suona il campanello.
In un primo momento volevo far finta che non ci fosse nessuno in casa: la pigrizia. Poi però questa persona suona un'altra volta e un'altra ancora, perciò decido di andare ad aprire, maledicendolo mentalmente, per non aver scelto un momento migliore.

Che insistente! Che ti costa tornare un'altra volta?!

Apro la porta con il mio sguardo truce, pronto ad uccidere chiunque si trovi davanti ad esso, quando rimango allibita da chi mi trovo davanti.
Non posso credere ai miei occhi....

Spazio autrice:Spero che questo capitolo vi sia piaciuto😊 Chi si sarà trovata davanti Viola? Perché è rimasta allibita? Ma in bene o in male? Lo scoprirete al prossimo capitolo A presto😘

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Spazio autrice:
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto😊
Chi si sarà trovata davanti Viola? Perché è rimasta allibita? Ma in bene o in male?
Lo scoprirete al prossimo capitolo
A presto😘

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