Capitolo 28

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Viola's pov

Appena ci stacchiamo dal bacio, lui posa la sua fronte sulla mia e ci guardiamo negli occhi, senza levare le mani dai miei fianchi.
Devo ammettere che mi vergogno, perché ho i fianchi larghi, ma lui mi sta guardando in quel modo, come se fossi la più bella di tutte, che non ci faccio caso e non gli chiedo neanche di spostarle.
Il suo sguardo è intenso, molto forte.
È come se dicesse tutto ciò che c'è da dire.

Oddio! Gli occhi, quelli, che in questo momento stanno guardando solo me, li adoro, mi fanno sentire preziosa, importante e bella.
Dio, prima o poi mi uccideranno.

Il mio cuore si è fermato: troppe emozioni tutte insieme.
Stento ancora a crederci.

Fa un sospiro di sollievo, come se fosse felice di essersi tolto questo peso dal petto, un po' come me e apre di nuovo la bocca, quella che vorrei tanto baciare di nuovo.

<<Ti amo, Viola Smith>> dice sorridendo, diventando rosso
È la prima volta che vedo un ragazzo prendere colore, non sapevo neanche che ne fossero in grado sinceramente.
Lo guardo, come si guarda un cucciolo.
Che tenero!

Il mio cuore perde un battito, ripensando alle sue parole.
Sono morta. Questo è il paradiso. Non ci sono altre spiegazioni.

<<Anche io>> dico imbarazzata, riprendendomi
<<Quando mi hai baciata l'altra volta..>>
<<Ti ho baciata, perché volevo, non perché mi sono fatto trascinare da momento>> dice, capendo che cosa intendevo, interrompendomi
Se solo me l'avesse detto subito, avrebbe risparmiato molto dolore per entrambi.
<<Adesso, noi...che cosa siamo?>>
<<Scopamici?>>
Questa cosa fa male: il cuore mi si sta spazzando, di nuovo.
Non ci posso credere!

Vedendo la mia espressione, lui si mette a ridere.
Che cazzo ride?!
<<Scherzavo. Dovevi vedere la tua faccia!>>
Continua a ridere.
Gli do un pugno leggero sulla spalla e comincio a ridere pure io.
<<Ma secondo te, piccola stupida, che cosa potremmo mai essere?>> dice sorridendo con un tono dolce
<<Non te lo starei chiedendo se lo sapessi...>> dico con ovvietà
Che urto! Dillo e basta!
Si, voglio sentirmelo dire, lo ammetto.
<<Siamo fidanzati, ovviamente>> dice dolce, guardandomi ancora con quello sguardo intenso, che sta mandando a puttane il mio cervello
Il mio sorriso si allarga, mentre il mio cuore perde un battito.
Appena lo nota, i suoi occhi si abbassano sulle mie labbra e il suo sguardo emette una luce così forte che sembra il faro di cui ho bisogno per uscire da questa oscurità, che mi circonda da quando sono nata.
Sembra così orgoglioso di rendermi felice che il mio sorriso si allarga di più.
È così bello, mi fa sentire importante ed io amo questa sensazione.
<<Ok, però potevi farmi una proposta più romantica>> dico, mettendo il muso
Sto scherzando, ovviamente.
Leonardo si mette in ginocchio, mi prende la mano e me la bacia.
Rimango allibita.
Ma che...

<<Vuoi tu, Viola Smith, prendere me, Leonardo Collins, come tuo fidanzato?>> dice, imitando la voce dei ragazzi dei film romantici
Che stupido!
<<Si>> dico ridendo
Porta una mano sul mento e lo alza, mentre l'altra la lascia sul fianco, poi si abbassa leggermente e mi bacia di nuovo.

Sento le farfalle nello stomaco, anzi no sento tutto lo zoo, le gambe sono come budino, se non mi stesse reggendo sicuramente sarei già per terra con il cuore a mille.

La sua bocca si muove insieme alla mia.
Dio, queste labbra mi fanno impazzire.
Batte la lingua contro il mio labbro inferiore, per chiedermi il permesso di entrare ed io, in risposta, le schiudo.
Le nostre lingue si cercano e, quando si trovano, si uniscono: è come se stessero cercando di fare un nodo per non staccarsi più. Ed io voglio proprio questo: non voglio staccarmi più da lui.
Questo bacio è pieno del desiderio, che abbiamo represso per tutto questo tempo.
È più intenso di prima, più focoso.
Ci stacchiamo per prendere fiato e lui mi lascia libero il mento, ma non mi muovo, così da potergli far posare la sua fronte sulla mia, di nuovo.
Voglio sentire sempre la sua pelle a contatto con la mia, voglio sentirlo sempre vicino a me, non mi basta mai.

<<Visto che ora siamo fidanzati, non ci deve essere più un segreto tra noi>> dice staccandosi, per guardarmi negli occhi

Ha ragione!

Lo guardo con la paura negli occhi.
So che non si riferisce solo al futuro, ma vuole che io gli racconti anche del mio passato.
Per il momento non sono pronta, ho paura, ma poi, come una luce in mezzo alla nebbia, mi vengono in mente le parole di Elisa: dagli una possibilità, non ti deluderà. Forse ha ragione....
Forse è arrivato il momento di aprire di nuovo il mio cuore a qualcuno e, forse, questo "qualcuno" è lui.

Annuisco, per fargli capire che accetto.
Cala in silenzio tra noi, ma non è imbarazzante, perché sta parlando, sta urlando al mondo che ci amiamo come nessun altro.
Ad un tratto, il telefono di Leonardo squilla.
Lui lo tira fuori dalla tasca e risponde, senza guardare chi sia, perché tiene il suo sguardo fisso su di me, come se fossi l'unica cosa importante per lui.
<<Si, è qui con me>>
<<Scusaci, arriviamo>>
Attacca la chiamata e posa il telefono nel luogo dove si trovava prima.
<<Era Elisa. Ha detto che ci sgriderà una volta alla festa, però, per adesso, dobbiamo tornare immediatamente là>> dice ridendo
Io, invece, sbianco.
Lui non sa quanto Elisa sa essere pesante, quando si arrabbia davvero.
Oh, cavolo! Cosa mi aspetterà?!
Preferisco l'inferno a questo e non sto scherzando.
<<Corri, andiamo!>> urlo, cominciando a camminare verso la fine dello scoglio
Ride.
<<Va bene, va bene, calmati>>
Come se fosse facile.
Mi giro e lo incenerisco con lo sguardo, lui, in risposta, alza le mani in segno di resa, per poi sorpassarmi.
Scende dallo scoglio e poi mi allunga la mano, che io afferro prontamente, come se non riuscissi a vivere senza averci un contatto con lui ed è vero.
Le nostre mani si toccano e, se non avessi paura di Elisa, forse mi fermerei a pensare a tutto.
Il mio cuore non smette di battere veloce.
Appena scendo, lui non lascia la mia mano, anzi intreccia le nostre dita, mentre mi passa le scarpe, che ho tolto prima di salire.
Lui scuote la testa divertito, come se non ci credesse che l'avessi fatto per davvero.
Oh! Mica potevo salire con i tacchi eh, mi sarei ammazzata sicuramente.
Alzo gli occhi al cielo.
Cominciamo a correre, come se stessimo scappando da qualcuno o da qualcosa di pauroso, quando in realtà stiamo per andargli incontro.

<<Sai, la collana>> dice, indicandola con l'indice
<<L'ho scelta, perché mi ricordava noi. Noi che siamo due persone separate, ora sono unite da un unico sentimento: l'amore. Per questo l'ho comprata. Voglio che tu ti ricordi di queste parole, ogni volta che la guarderai, voglio che tu ti ricordi di me>> dice sorridendo
Divento rossa e abbasso lo sguardo.
Ecco, cosa significava quel bigliettino.
Sento di amarlo di più, anche se non credo che sia possibile.
Il mio cuore si è sciolto. È così dolce!

Quando ritorno con i piedi per terra, siamo già arrivati alla festa. Leonardo apre la porta ed Elisa ci viene incontro, fermandosi poco più avanti di noi con le braccia incrociate sul petto e il piede che batte a terra in modo veloce.
È davvero furiosa...
<<Scusaci>>
<<Ma ti sembra normale?! È la TUA festa e TU, che sei la festeggiata, sparisci, senza dire nulla>> urla e, per fortuna, nessuno, a parte noi, l'ha sentita, per via della musica alta, che ora rimbomba in tutta la casa
Quando sto per rispondere, si avvicina Riccardo, che le mette una mano sulla spalla.
<<Dai, amore, lasciali stare. L'importante è che stiano bene e che siano tornati. Ora continuiamo a goderci la festa, che ne pensi?>>
Elisa sospira, ma, alla fine, annuisce, mentre io guardo Riccardo come se mi avesse appena salvato la vita e lui, capendo, mima con le labbra un "prego".
Il suo sguardo cade sulle nostre mani ancora intrecciate e un sorriso le si allarga sulla faccia.
Mima un "dopo mi racconti tutto" e poi se ne va, entusiasta e soddisfatta, come se, poco prima, non mi avesse urlato in faccia.
Ovviamente, Riccardo la segue.
Certo che quella ragazza è proprio strana!
Forse, è per questo che siamo amiche.
Rido dentro di me, per quello che ho detto.
Leonardo mi scuote dai miei pensieri con la sua bellissima voce bassa.
<<Amore, andiamo a sederci, dai>>
Strabuzzo gli occhi.
Come mi ha chiamata?!
Lui, vedendo la mia espressione, si gratta la nuca imbarazzato.
Forse non voleva chiamarmi in quel modo.
<<Scusa...io...>>
Gli metto un dito sulle labbra, come a incitarlo di stare zitto.
<<Non chiedere scusa, perché io sono solo felice, se tu mi chiami in quel modo>> dico sorridendo
<<Bene, anche perché non volevo smettere>>
Fa la linguaccia ed io scuoto la testa divertita.
Ci incamminiamo verso il nostro tavolo e, quando ci mettiamo seduti, qualcuno aumenta il volume della musica.
È così forte da spaccarmi i timpani, ma sono troppo felice per pensarci.

Ti ODIO ma ti AMO 1 [REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora