Capitolo 25

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Viola's pov

Dopo un paio d'ore di shopping sfrenato con Elisa, ritorno a casa e mi rinchiudo subito in camera.
Siamo andati al centro commerciale alle 15 e siamo tornate a casa nostra alle 18.
È sempre la solita!
Alzo gli occhi al cielo, mentre sorrido.
Sono stata davvero bene. Mi sono divertita, non ho pensato a niente, mi sono sentita più leggera, però ora sono distrutta.
Abbiamo camminato tantissimo!
Ma sono soddisfatta, perché ho comprato un vestito lungo blu, spaccato di lato e nella gonna ci sono piccoli fiocchi di neve argentati, che brillano.
È bellissimo!
Mentre lei si è comprata un vestito corto, che le arriva a metà coscia, argentato, che brilla tutto per via dei brillantini.
Appena mi metto seduta sul letto, con la schiena appoggiata al muro, mi ritrovo davanti al viso il regalo di Leonardo.
Mi alzo, lo prendo e lo apro, ricordandomi le sue parole "No, non aprirlo davanti a me".
Chissà il perché.
Rimango con la bocca aperta, appena vedo di cosa si tratta.
È bellissima!
Mi viene da piangere.
È una collana d'argento a forma di cuore, che si unisce ad un altro, come se fossero un tutt'uno, come se fossero una cosa sola.
Quando sto per prenderla, noto che c'è un foglietto all'interno della scatola.
Lo prendo con le mani che tremano, lo apro, facendo un grosso sospiro e lo leggo.
Ma perché ho tutta questa ansia?! Mi devo calmare!

"Appena ho visto questa collana, mi sei venuta in mente tu. Questi cuori, uniti in una cosa sola, mi ricordano noi, perché siamo due corpi, ma è come se ne fossimo uno. Spero che quando la indosserai, lo penserai anche tu"

Sono sotto shock.
Non capisco, come dovrei prendere queste parole?
Ora sono così confusa...
Alzo gli occhi al cielo.
Sicuramente non voleva dire una cosa importante, dopotutto lui sta con Samanta.
Al ricordo del loro bacio, mi si attorciglia di nuovo lo stomaco, ma le lacrime questa volta non scendono, poiché sono finite.
Ormai i miei occhi sono come il deserto, non hanno più acqua e sono in cerca di qualcosa, che li faccia tornare a brillare come prima.

La indosso e prendo quello, per cui sono tornata a casa: il caricatore.
Io ed Elisa abbiamo due telefoni diversi: io ho l'iPhone e lei l'Android, quindi abbiamo due spine differenti.
Purtroppo stamattina ero troppo assonnata per ricordarmi di prenderlo, perciò sono dovuta tornare indietro.
Esco di casa e vado da Elisa, che mi sta aspettando, per truccarmi.
Mentre cammino con la musica all'orecchie, penso.
Penso a tutto, a me, a Leonardo, al casino che siamo, alla collana, al bigliettino, a Samanta e al nostro bacio.
Mi sento una cretina, perché io penso così tanto a lui e mi sono anche rivista, nella mente, l'immagine di me e lui che, con le labbra, balliamo una danza, che solo noi possiamo capire, che parla più di quanto potessimo fare noi, mentre lui non pensa per niente a me né a quel contatto, che ha acceso una fiamma dentro di me, che arde solo accanto a lui e così tanto che, ormai, non riesco a spegnerla.
Sbuffo e, quando alzo gli occhi dal terreno, mi accorgo che sono arrivata nella strada, dove si trova Elisa.
Giro a sinistra e davanti a me si innalza la sua casa.
Dalle cuffie sento provenire la canzone tutto mi parla di te di Mose.
Sembra che la mia playlist si sia accordata con la mia vita, ottimo!

Sbuffo di nuovo e avanzo verso la porta di legno. Suono e aspetto che mi apra.
La sua casa è di colore rosa corallo; ha un piano solo; è circondata da un giardino, che è molto colorato, per via delle varie piante che ci sono.
Accanto alla porta, alla mia sinistra, c'è una finestra, che collega il giardino alla sala.
Dopo alcuni minuti, che a me sembrano ore, vedo la porta aprirsi e dietro ad essa la figura della mia migliore amica, che si illumina, appena mi vede. Sorride e, in questo momento, con questo mio stato d'animo, la odio, perché lei è così felice, mentre io sto una merda.

Mi do uno schiaffo mentalmente, solo per aver pensato una cosa del genere.
Ma come mi è venuto in mente?!

Sbuffo di nuovo ed entro.
Non ho voglia di fingere che vada tutto bene, perciò, per questa volta, le farò notare tutto il mio mal umore.
Mi guardo intorno e noto che alla mia sinistra c'è il divano bianco con davanti un tavolo basso di legno anch'esso bianco; davanti ad esso c'è un mobile del medesimo colore, che circonda la televisione spenta. Davanti a me, invece, a molti passi di distanza da noi, c'è il tavolo della cucina in legno, insieme a tutti i mobili. Sulla sinistra si trova un cammino, con una porta accanto, che porta in garage e, accanto ad essa, un'altra porta chiusa, che nasconde le stanze da letto e il bagno.

Ti ODIO ma ti AMO 1 [REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora