Capitolo 19

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Viola's pov

Alla fine prendo coraggio e mi giro.

È Leonardo.

Istintivamente, tiro un sospiro di sollievo.

Che colpo! Ma vaffanculo!

Mi rilasso subito, ma poi sento di nuovo quel calore sul polso e il mio cuore comincia a battere veloce.
Ancora questi strani, ma fantastici sentimenti.

<<Mia madre, vuole che rimani a cena. Ha detto che non accetta un no come risposta, perché sa che non c'è nessuno a casa, che te la possa prepara>>

Cosaaaa?!? Ma perché tutte a me. Tutta questa situazione è davvero imbarazzante e il veloce battito del mio cuore non aiuta.
Devo inventarmi una scusa...

<<Mi dispiace, ma mia madre non va molto d'accordo con i rifiuti, perciò devi per forza cenare con noi>> dice alzano le spalle

Merda!

Sembra che mi abbia letto nel pensiero, di nuovo.

<<Va bene>> dico con un sospiro

Fa scivolare la mano dal polso alla mano e la intreccia alla mia.
Inutile dire che questa mossa, che non mi aspettavo, fa aumentare il battito del mio cuore ancora di più, se è possibile e sento il calore della sua mano, che va a riscaldare tutto il mio corpo.
Lui ha un mano così grande e calda, che con questo freddo è tutto ciò che cerco.
Si, in pieno ottobre fa freddo.
Entriamo in casa, di nuovo.

<<Guarda chi ti ho portato, mamma?>>
<<Pensavo che non saresti mai riuscita a convincerla>> dice sorpresa di vedermi davanti a lei
<<Grazie, mamma. Mi dai molta fiducia, vedo>> dice, facendo il finto offeso

Scoppiamo tutti a ridere.
La mamma di Leonardo vede le nostre mani intrecciate e ci guarda con orgoglio.

No, aspetti signora. Ha capito male.....

Divento rossa.

<<Ehm, Leonardo...la mano..>> dico balbettando e a bassa voce, così che possa sentire solo lui

Perché sto balbettando? Dannazione! Riprenditi, Viola.

<<Ti da fastidio?>> dice serio
<<No, però...>>
<<Allora, possiamo rimanere ancora un po' così>> dice, interrompendomi

Ma....cosa gli prende?

<<Ma tua madre potrebbe....si, insomma.....potrebbe fraintendere>> dico imbarazzata
<<Lascia che fraintenda, non importa. Io voglio rimanere ancora così, perciò zitta>>
Lo guardo stupita.

Cosa ha appena detto?!?

Mi nasce un sorriso sulle labbra, che io cerco di nascondere abbassando la testa.

Il cuore ha aumentato ancora il suo battito.
Tra poco uscirà fuori dal petto, me lo sento.

Ci mettiamo seduti sul divano, aspettando che la cena sia pronta, con ancora le mani intrecciate.
Lo guardo di sbieco e noto che sta molto meglio adesso, rispetto a questa mattina.
Deve essergli successo qualcosa, che gli ha cambiato l'umore.
È così bello...
Lui gira di scatto la testa e mi guarda.
Rimango imprigionata nei suoi occhi.

<<Dobbiamo parlare>>
Ecco, queste sono le uniche parole, che non volevo sentire.
L'ansia prende possesso di me e il cuore comincia a battermi all'impazzata.
<<Non ho niente di cui parlare con te>> dico, mentre lui si gira a guardare la televisione, che si trova davanti a noi
<<Io, invece, si>>
Noto che la sua vena sul collo si comincia a far vedere, segno che sta per esplodere.
Ottimo.
<<Beh, sono affari tuoi, perché io non ho niente da dire>>
Fa un sospiro, in cui è racchiuso tutta la sua frustrazione.
<<Bene, allora stammi a sentire!>> alza di poco il tono della voce e la vena comincia a pulsare più forte
È proprio furioso....
Con ancora le nostre mani intrecciate, lui mi porta al secondo piano, in camera sua.
Mi guardo intorno e noto che è molto visibile il fatto che sia di un ragazzo.
Le pareti sono blu, tranne il soffitto che è bianco. I mobili sono delle stesso colore e pure le lenzuola.
Davanti alla porta c'è il letto, che è incorniciato dai mobili.
Alla nostra sinistra c'è la scrivania, che è di legno, mentre la sedia è nera ed è una di quelle girevoli.
Alla nostra destra ci sono altri armadi e una scrivania.
Tra il letto e la scrivania c'è una finestra con le tende bianche.
Noto con la coda dell'occhio che Leonardo mi sta fissando.
Mi schiarisco la voce e mi metto seduta sul letto, poco dopo, lui mi raggiunge.
Le nostre ginocchia si sfiorano e il mio cuore perde un battito.
Cavolo!
<<Perché mi hai portata qui?>>
<<Perché così possiamo parlare tranquillamente>>
<<Ok, però ripeto: io non ho niente da dire>>
<<Forse tu no, ma io si>>
Non voglio sentirlo.
Ho paura...
<<Perché mi stai evitando? Cazzo, è un fottuto mese, che non ci parliamo. Ma ti è mai venuto in mente come io mi sia sentito?!>> dice urlando
<<Mi sei mancata, Viola>> dice, abbassando il tono di voce e prendendomi le mani, che io tolgo subito
Rido.
<<Non prendermi per il culo! Ho saputo che sei andato alle feste, che ti sei ubriacato e che ti sei divertito con ogni ragazza della scuola, sopratutto con Samanta>> dico fredda, come se non provassi niente
Ma la verità è che io provo qualcosa, qualcosa che non so spiegare, ma che è molto forte.
<<Quindi tu sai tutto...>>
<<Ovvio. Che pensi che io non le venga a scoprire le cose?>> rido di nuovo
<<No, lo sapevo, ma speravo che fosse più tardi possibile>> dice, facendo una smorfia
<<Che c'è? Ti ho rovinato i piani? Che avevi in serbo per me?>> dico con un sorriso perfido
<<Non ci provare nemmeno! Io non avevo nessun piano per te>> dice arrabbiato
<<Te l'ho già detto: TU non sai come mi sono sentito>> dice, indicando me con l'indice, con tutta la sua forza
Fa un sospiro.
<<Sono stato una merda! Cercavo di parlarti, per capirci qualcosa.
Il giorno prima sembrava che fossimo amici e il giorno dopo estranei.
Mi hai ucciso!
Poi, dopo due settimane, è venuta Samanta da me...>>
Lo guardo stupita, aspettando che continui il racconto.
<<Mi ha detto che tu non volevi più avere niente a che fare con me, che per te non sono niente e mai lo sarò. Mi ha detto che era tutto un tuo piano, che volevi farmi soffrire, solo per dimostrare a tutta la scuola che anche il ragazzo più popolare può soffrire, così ho messo una maschera, per non far vedere a nessuno come stavo realmente.
Sono tornato quello di prima, così da non destare sospetti, ma, ogni volta, mi sentivo male, come se ti avessi tradita.
Non so il perché, però mi sentivo così, per questo è da un po' di tempo che ho smesso.
Mi hai distrutto, Viola, complimenti>>
Lo guardo negli occhi e noto la tristezza e il dolore, che ha provato e che assomigliano tanto a quello che ho provato io.
Mi stanno uccidendo lentamente.
Devo andarmene...
<<Te l'avevo detto, no? Devi starmi lontano o ti farò soffrire, Leonardo>>
<<Porca puttana! Sono io a decidere, ok?
Viola, so che tu pensi di farmi del male, ma, quando ti sono vicino, l'unica cosa che provo è felicità, perciò smettila e lasciami entrare nella tua vita.
Io voglio starti vicino a mio rischio e pericolo. Tu mi hai avvertito ed io ho preso la mia decisione, perciò non puoi più controbattere>>
Le sue parole mi riscaldano il cuore e mi viene da piangere, ma mi trattengo.
<<Invece posso. Io ti voglio proteggere, Leonardo, permettimelo>>
<<E da chi? Da te stessa?! Ma fammi il favore, Viola>>
Si avvicina a me e mi prende le mani.
<<Viola, qualsiasi cosa tu dirai o farai non potrà mai, in alcun modo, farmi del male. Io accetto e accetterò tutto di te, senza giudicarti, te lo prometto, perciò, ti prego, permettimi di starti vicino>>
Non so cosa rispondere.
Devo tenerlo lontano da me, lo so, però le sue parole e il mio cuore me lo impediscono.
Sono confusa...
Faccio un sospiro.
Sto per rispondere, quando la porta si apre, rivelando la figura di sua madre, che ci guarda con amore.
<<Scendete, è pronta la cena>>
<<Arriviamo>> dico tranquilla, come se non fosse successo niente
Salvata in corner.
Levo la mano dalla sua, appena sua madre esce dalla camera.
Senza guardarlo, mi alzo dal letto ed esco da essa, per prendere un po' d'aria, ne ho bisogno.
Quella camera era diventata troppo piccola.
Scendiamo di sotto e andiamo a tavola, dove ci siamo sono noi.

Noto che suo padre ancora non è tornato. Chissà come mai...

Durante la cena, abbiamo parlato delle piccole cose e ho scoperto che Leonardo gioca a calcio e che è molto bravo.
È stata una cena perfetta, mi sono divertita molto.

<<Andate sul divano, tra poco arrivo anche io>>
<<Vuole che l'aiuto a sparecchiare?>>
<<Smettila di darmi del lei>> ride
<<Comunque no, sei mia ospite, perciò vai pure a sederti sul divano>>
Non mi arrendo, così alle fine, grazie anche all'aiuto di Leonardo, ci troviamo a sparecchiare e a lavare i piatti insieme.

Mai una gioia!

Per fortuna nessuno dei due parla, mentre ci occupiamo dei nostri compiti: lui sparecchia ed io lavo i piatti.

<<Questi sono gli ultimi piatti>> dice, posando gli oggetti nel lavandino, rompendo il silenzio che si era creato
<<Ok. Allora, vai pure in salotto, io arrivo>>
Sua madre è andata a letto, a quanto pare è molto stanca e non posso biasimarla.
Non lo sento parlare, ma so che è ancora qui, vicino a me. Sento la sua presenza e il mio corpo è riscaldato.
È come se il mio corpo fosse un'allarme, che mi avverte quando lui mi è vicino o quando mi guarda.
Sento un peso sulla schiena, perciò mi giro.
Mossa sbagliata...
Lui è a due millimetri da me.
Il suo viso è vicino al mio e il suo respiro è caldo sulle mie labbra.
Il suo corpo preme contro di me, facendomi sentire anche una cosa dura sulla mia pancia.
Non ci metto molto a capire cos'è.
Questa cosa mi imbarazza, ma, allo stesso tempo, mi rende felice, perché mi sento desiderata.
Mi fa sentire speciale, anche se non è così, però ho la sensazione che lui desideri solo me, so che in realtà è solo la mia immaginazione, però mi piace pensarla così.
Lo guardo negli occhi e leggo il desiderio, lo stesso che provo io.
Sento il suo cuore battere, attraverso i vestiti. Va allo stesso tempo del mio.
Battono insieme, come se formassero una melodia tutta loro, in cui io e Leonardo ci perdiamo.
I nostri respiri si intrecciano.
Il mio corpo brucia, come il fuoco, che è simile alla passione che sto provando in questo momento.
Ed è proprio qua che capisco che sono fottuta.

Sono innamorata di Leonardo....

Ti ODIO ma ti AMO 1 [REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora