Capitolo 16

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Viola's pov

Mi suona la sveglia. È mattina ed io non ho dormito per niente. Ho continuato a pensare a ciò che è successo ieri e la rabbia cresceva sempre di più.
È stata una notte, in cui dovevo costringermi a non andare di là ed ucciderlo.
Si, alla fine a mezzanotte è tornato a casa.
Tutta la famiglia ha fatto finta di dormire, solo per non sopportarlo di nuovo.
Lui, come al solito, ci ha creduto ed è andato a dormire, come se niente fosse.
Beato lui!

Scuoto la testa, per tornare alla realtà, mi alzo, vado in bagno, mi lavo e torno in camera. Decido di mettermi una camicia a quadretti rossi e blu, jeans neri e le mie Puma nere. Ritorno in bagno e mi guardo allo specchio.

<<Che occhiaie! Sembro un mostro>> dico, toccandole con il dito indice

Visto come sono ridotta, decido di mettermi il correttore in modo da coprirle.
Per fortuna il piano funziona.

<<Sei pronta, Viola? Elisa è già arrivata>>

Scendo le scale e vedo la mia migliore amica che mi guarda con un sopracciglio alzato.
Deve aver capito tutto, come al solito.
Ormai ci è abituata.

L'abbraccio e le sussurro all'orecchio che dopo le spiego.
Appena saluto mia madre con un bacio sulla guancia, esco di casa insieme ad Elisa, incamminandoci verso la scuola.
Sto in silenzio, perché, quando succede qualcosa che mi butta giù, io voglio isolarmi, non voglio nessuno intorno, non voglio parlare con nessuno, voglio solo la mia musica e i miei libri, infatti sto ringraziando mentalmente Elisa, perché ancora non ha parlato, dopotutto lei lo sa come sono fatta ed è molto paziente con me.
A volte, infatti, penso di non meritarla. Lei è così fantastica ed io, invece, sono un disastro.
Però sono grata a chiunque l'abbia messa sulla mia strada, perché lei mi capisce così tanto che mi lascia fare quello che voglio ed io l'adoro per questo, anche se non glie lo dimostro mai.
Faccio un sospiro e comincio a raccontarle tutto.
Mentre le racconto la faccenda, lei cambia espressione così tante volte che mi sorprendo nel notare che ancora non le è cascata la faccia.
Mi viene da ridere.
È così buffa!
Però non ne ho le forze oggi, perciò non lo faccio.
Appena finisco di raccontare la sua faccia ha, finalmente, deciso quale espressione indossare.

<<Quel figlio di puttana!>> urla

Beh, come si capisce, l'espressione, che ha deciso, è quella incazzata.

<<Non urlare!>> dico, guardandomi intorno, sperando che nessuno l'abbia sentita e mi stupisco di vedere che non c'è nessuno in questa strada

Ma che...

Prendo il telefono e guardo l'orario. Sono le 8:00.

Oh, cazzo! Tra 10 minuti inizia la lezione.
Ecco il perché non c'è nessuno! Staranno di sicuro già in classe.
Cazzo!

<<Andiamo, corri!>> dico, afferrandole la mano e trascinandola con me

Arriviamo a scuola in tempo, ma senza respiro.
Ci fermiamo due secondi, per prendere fiato.
Mi metto le mani sulle ginocchia piegate e faccio dei respiri profondi.
Il cuore potrebbe esplodermi, in questo preciso istante.

<<Finalmente sei arrivata!>> dice una voce, che ormai conosco a memoria
Vedo il suo braccio intorno alle mie spalle e divento rossa all'istante.
Mi alzo e lo guardo negli occhi, perdendomici, per l'ennesima volta.
I suoi occhi marroni mi attraggono come la nutella, dopotutto un po' me la ricordano.
Ritorno alla realtà.

<<Che ci fai ancora qui?! Arriverai tardi!>>
<<Ti stavo aspettando e comunque arriverai tardi anche tu, se non ti sbrighi>> dice ridendo, tenendo ancora il suo braccio intorno alle mie spalle
<<Cazzo! Hai ragione!>>
Afferro le mani di entrambe le persone, che stanno al mio fianco e comincio a correre con le mie ultime forze.
Varchiamo la porta, appena in tempo, infatti, due secondi dopo, suona la campanella.

Ti ODIO ma ti AMO 1 [REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora