Lui è mio

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Giorno 5
Dalla nostra accesa discussione e da quel momento in cui mi aveva mostrato una piccola parte di sé, vulnerabile e ferita, sembrano essere passati secoli.
E invece era solo ieri.
Solo ieri che lui mi sbatteva contro il muro e mi raccontava il suo passato.
Oggi però è di nuovo lontano da me.
Stiamo aspettando che il giudice di un caso ci faccio entrare nella sua stanza e, nonostante i pochi centimetri che ci separano, noi non potremmo essere più distanti di così.
Io in piedi in mezzo a una folla di giovani avvocati, tra puzza di sudore, camicie inamidate e decine di faldoni.
Lui comodamente seduto su un divanetto in pelle, la giacca sbottonata, che parla fresco come una rosa per con una sua collega.
Mi correggo.
Non sta parlando.
Sta proprio filtrando con lei.
Lei è un avvocato che abbiamo già incrociato in varie occasioni, sempre inappuntabile nei suoi tubini stretti e con i suoi perfetti capelli neri.
Perché lei sembra appena uscita da un centro estetico e io ho delle occhiaie che farebbe spaventare un panda?
Sarà colpa di Leonardo?
Non posso fare a meno di lanciargli uno sguardo di fuoco: come sembra comodo e suo agio.
Inizio a odiare la mia vanità per avermi costretta a indossare questi maledetti tacchi quando sento la sua risata che riecheggia forse forte tra le mura del tribunale.
Ok, non odio i tacchi che mi stanno praticamente uccidendo i piedi.
Odio lui.
Proprio quando un sospiro forte esce dalle mie labbra lo vedo avvicinarsi all'altra per sussurrarle qualcosa.
L'oca ride e si tocca maliziosa i lunghi capelli.
Dio come sono scontati!
Non mi stupirei di vederli distendersi sul divanetto e divertirsi mentre noi teniamo loro le borse.
O forse mentre lui si intrattiene così simpaticamente con lei io potrei fare qualche altra fotocopia.
Poi i nostri occhi si incrociano e lì capisco che lui sa.
Sa che lo sto guardando.
Sa che la gelosia sta montando dentro di me e di diverte a inscenare questo stupido teatrino.
Eppure, anche adesso che ho capito che è tutta una messa in scena, non posso evitare di provare questo sentimento forte, un terremoto che scuote tutte le mie certezze e mille farfalle che girano come impazzite nel mio stomaco, mentre la voglia di allontanarla da lui  mi fa prudere le mani.
Sono gelosa.
Gelosa come non sono mai stata in tutta la mia vita.
Gelosa di ogni donna che lo tocca, che gli parla, che ride delle sue battute.
Gelosa di uno stupido Casanova che non riesce a tenere a bada il suo testosterone.
E che mi fa impazzire ogni giorno di più.
Come è possibile che l'astinenza che doveva fare soffrire lui fa soffrire anche me?
Lui è mio, vorrei urlare.
Lui è mio e tu non dovresti neanche respirare la sua stessa aria.
Poi Leonardo, come richiamato dai miei pensieri, si alza e si avvicina a me.
Gli assistenti che mi circondavano sono come spariti e siamo fianco a fianco.
Lui ha sulla faccia il solito sorrisetto compiaciuto che indossa ogni volta che vince una causa.
"Gelosa?" mi sussurra.
Faccio un respiro profondo mentre cerco di calmare i miei nervi e uno sorriso di circostanza illumina il mio volto.
"Io? Assolutamente no"
Una risata silenziosa scuote le sue spalle.
"Avevo avuto questa impressione"
"Ti sarai sbagliato" la mia risposta decisa.
Mi giro per prendere la mia borsa e un mio tacco schiaccia violento il suo piede.
Sono quasi certa di sentire un gemito di dolore fuoriuscire dalle sue labbra.
Con suo sorriso guardo le carte sul caso e ringrazio la mia vanità.
Ecco a cosa servono le scarpe con il tacco.

*Note Autrice*
Ecco il nuovo capitolo!! Vi è piaciuto? A voi è mai capitato di usare le scarpe con il tacco in modo così fantasioso come fa Emma? E che ne pensate del comportamento di Leo? Forse forse se lo è meritato!!😂😂

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