Non sono un santo

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Sento che una mano si muove leggera lungo le mie sopracciglia, sul il mio viso e poi si intrufola dentro i miei capelli.
Chi è che mi sta toccando?
Di chi sono queste mani?
Mi sveglio piano e apro gli occhi. La luce invadente del mattino illumina una stanza che non è la mia.
Dove sono? Mi chiedo quasi saltando in aria dallo spavento.
"Come fai a essere bella anche appena sveglia?" è Leonardo che parla e al suono della sua voce ricordo improvvisamente tutto.
Ricordo della scorsa notte, del suo invito a dormire insieme e della delusione bruciante per il suo rifiuto.
E ricordo di non avere mai dormito così bene.
Sarà stato il fatto di avere riposato tra le sue braccia?
Il mio corpo sembra avere percepito di essere protetto e al sicuro nella sua stretta calda.
Penso a come devo apparire ai suoi occhi: i capelli completamente annodati, gli occhi struccati e magari ho anche un po' di bavetta che mi cola lungo il mento.
Alzo una mano e mi tasto il mento per controllare.
Un sospiro di sollievo esce dal mio petto: niente bava.
Almeno questa figuraccia mi è stata risparmiata... ma è inutile ingannarsi: so per esperienza che non sono bella di prima mattina.
Realisticamente nessuno può essere bello appena sveglio.
Lo guardo e vedo il suo sorriso tutto denti bianchissimi, i capelli così scuri e in perfetto ordine e la maglietta bianca che sembra assorbire tutta la luce della stanza e mettere in risalto il suo fisico allenato.
D'accordo, lui può essere bello anche di mattina. Ma lui non è normale.
"Smettila di fare il playboy" dico colpendolo con il mio cuscino: "Non sono bella di mattina"
"Sì Emma, lo sei" insiste mentre ride e cerca di difendersi dai miei deboli attacchi.
Prende il cuscino dalle mie mani, imprigiona i miei polsi nella presa salda delle sue mani e con il suo corpo forte mi cattura sotto di lui.
Ogni più piccola parte del mio corpo si fonde con il suo e solo il sottile strato dei nostri vestiti ci divide. Posso sentire il calore della sua pelle e vedere la corta e scura ricrescita della sua barba.
Posso specchiarmi nei suoi occhi, resi ancora più scuri dal desiderio, e cercare l'ombra di un possibile futuro insieme.
Non siamo mai stati così vicini.
Mai così l'uno preda dell'altro.
"Eri addormentata profondamente e il tuo viso era così dolce e innocente" un dito sfiora piano il contorno del mio volto e la sua voce è lenta e provocante, così eccitante da causare brividi in tutto il mio corpo: "Forse troppo innocente per me"
Le sue carezze e i baci che le sue labbra depositano lungo il mio collo nudo mi lasciano quasi senza respiro.
"Cosa? Cosa significa?" riesco a balbettare sempre più confusa dalle sue parole e dal suo atteggiamento.
"Ma ti prenderò lo stesso, Emma" è l'unica risposta che mi dà mentre continua a banchettare affamato con le mie labbra: "perché ti voglio. Come non hai voluto nessuna"
Le nostre labbra si incontrano e finalmente posso ancora sentire il suo sapore nella mia bocca.
Sa d'estate e di erba bagnata, sa di limone e di menta.
Ha lo stesso sapore della passione che accende i nostri corpi.
Non sembra più l'uomo che ieri notte voleva solo dormire.
Non c'è più traccia dell'uomo disposto ad aspettare ancora e, con un senso di trionfo che scorre nelle mie vene, mi avvicino sempre di più a lui e le mie mani si tuffano dentro i suoi ricci neri.
Ha dei capelli così morbidi ed è così piacevole toccarlo.
Toccare ogni parte di lui.
Le sue spalle forti, i suoi bicipiti che mi incatenano a lui e alla sua stretta piena di passione e tutto il suo corpo che mi sovrasta.
Le sue labbra calde sembrano nutrirsi di me, di ogni mio gemito, di ogni respiro spezzato.
Le sue mani grandi coprono il mio viso e guidano le mie labbra, le aprono e cercano la risposta a tutti suoi desideri.
A tutti i miei desideri.
Quando il mio corpo inizia a sciogliersi sotto le sue carezze lui si allontana svelto da me.
Sento solo il suo respiro forte ed eccitato che copre tutti i suoni del mattino.
Non la televisione alta del vicino o il cinguettio di un uccellino distante pochi alberi dalla sua finestra.
Sento solo lui e il desiderio represso.
Il mio. Il suo.
Il nostro desiderio che vibra ancora forte tra di noi.
Si alza e senza neanche guardarmi dice:
"Rivestiti, ti riporto a casa"
"Ma..." inizio a ribattere ma lui non mi permette di finire la frase.
"Maledizione Emma... Non capisci? Non sono un santo e più tempo passi nel mio letto più non risponderò delle mie azioni"
Accarezzo le lenzuola di seta sotto di me, ancora calde dei nostri corpi.
"E se io volessi tutto questo?"
Vedo che si passa nervoso la mano tra i capelli.
"Attenti continuamente alla mia virtù, Emma" e intrecciando il mio sguardo al suo: "e non sai neanche in che guaio ti stai andando a cacciare"
Gli sorrido e mi allungo verso di lui per rubargli un bacio dalle sue labbra imbronciate:
"Mi piacciono i guai"
"Anche a me" è la sua risposta sussurrata tra le nostre labbra rosse e bagnate del sapore dell'altro.
"Adesso sbrigati" dice ancora mentre si alza dal letto : "Beviamo un caffè e ti riporto a casa"
"Ci rivedremo a lavoro?"
Il suo sguardo carico di desiderio si posa ancora una volta su di me:
"Dopo una lunghissima doccia ghiacciata" è la sua risposta piena di dolore che mi ruba una risata.
Un bel risveglio quello di oggi, penso mentre mi stiracchio languida nel suo letto.
E il suo respiro affrettato è la più grande soddisfazione della giornata.


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