Non vorrai costringermi a venire fin nel tuo letto, vero?

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È sabato mattina e ho deciso che dormirò fino a tardi.
È tutta la settimana che mi sveglio presto e sono stanca!
Voglio dormire, dormire e ancora dormire.
Mi rigiro fra le coperte e poi sento che il cellulare squilla.
Non risponderò, penso mentre guardo la sveglia, sono soltanto le 7:00, posso ancora continuare a dormire.
Mi nascondo meglio sotto il piumone e cerco di ignorare quel suono disturbante.
Aspetto un paio di secondi e anche il cellulare tace.
Accolgo il silenzio come una benedizione, sistemo meglio il cuscino e richiudo gli occhi.
Ma il telefono ricomincia a squillare.
Telefonino malefico.
Esco solo una mano dal mio nascondiglio tra le coperte e guardo chi è che mi sta chiamando.
Il nome di Leonardo lampeggia sul mio display. Devo rispondere... altrimenti chissà a che punizione potrebbe sottopormi.
"Pronto" dico con la voce ancora assonnata.
Dall'altra parte del telefono sento rumori vari, confusione e in sottofondo la voce lontana di un altoparlante.
"Ehi Emma" dice Leonardo: "stai ancora dormendo?"
Ovvio che sì, Leonardo...vorrei rispondergli ma mi trattengo.
Non sarebbe educato mandarlo a quel paese di prima mattina.
"No" ma entrambi sappiamo che sto mentendo.
"Mi sembra che la tua voce sia assonnata"
"Mi hai chiamato per aprire un caso sulla mia voce?"
Una risata è l'unica risposta che mi dà.
"Ti ho chiamata per dirti che sono in stazione. Sto per andare a Firenze"
In stazione? A Firenze? Ma cosa significa?
"A Firenze?" gli chiedo per sicurezza.
"Sì, mi ha chiamato un cliente" fa una pausa di qualche secondo come se stesse pensando a come definirlo: "un cliente importante e vuole subito che ci occupiamo del suo caso"
Sento che parla con qualcuno in sottofondo, forse sta chiedendo informazioni, e rimango in silenzio aspettando che riprenda a parlare.
Quasi quasi potrei ancora continuare a dormire mentre lui parla.
"Emma? Sei ancora li?"
"Sì"
"Per lunedì voglio che tu faccia delle ricerche. Ora ti dico cosa mi serve. Sei pronta a prendere appunti?"
"Certo" è la mia risposta mentre mi risistemo tra le coperte: "dimmi tutto"
"Emma esci da quelle coperte e prendi appunti. Dico sul serio" abbassando la voce continua: "Non vorrai costringermi a venire fin nel tuo letto, vero?"
Mentre un brivido caldo scende per la mia schiena, penso che non mi dispiacerebbe che venisse adesso nel mio letto.
Solo per dormire, ovviamente.
Abbandono definitivamente le mie coperte prima che il capo si incazzi davvero e inizio a scrivere tutte le sue richieste.
L'elenco è lungo e accurato, vuole una ricerca a tappeto su questo nuovo cliente e su tutti i suoi contatti dell'ultimo anno.
Niente deve essere lasciato al caso, come al solito del resto.
"Allora ci vediamo lunedì, Emma"
"A lunedì" rispondo nascondendo a stento uno sbadiglio.
Sto per chiudere la chiamata quando la sua voce interrompe.
"Un'ultima cosa Emma" il suo tono non è più quello professionale di poco prima, è basso e quasi intimo.
"Dimmi"
"Non ti ho chiamato per queste ricerche"
Guardo sconvolta il telefonino e vorrei urlare dalla disperazione.
Che significa che non mi ha chiamato per le ricerche?
Sapeva che stavo dormendo e, come al solito, voleva torturarmi? Vorrei tanto chiudergli il telefono in faccia.
"Cioè sì, mi servono queste ricerche" balbetta:
"Ma in realtà, prima di partire, volevo sentire la tua voce"
E dopo questa frase, sono sicura che rimarrò sveglia per molto tempo.

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