Ritorni

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Angolo autrice:

Ehiiii... Dopo tantissimo tempo sono tornata!!!! Non posso che chiedere perdono, cospargermi il capo di cenere e chiedere perdono!
Mi dispiace tantissimo che abbiate dovuto sopportare tutta questa attesa ma credo di essermi ritrovata nella classica e temutissima fase del: "Blocco dello scrittore".

Non è stato un periodo facile per me e, non vi nascondo, che facile non lo è ancora adesso ma ho deciso di prendere un po' di coraggio tra le mani e ritornare a scrivere.

Non vi nascondo che questo non è uno dei miei capitoli preferiti, è stato difficile tornare a scrivere, difficile scrivere e difficile tornare alla normalità... Ma devo farlo. Per me, per voi e per la storia.

Spero che non siate troppo crudeli e che il capitolo, anche nelle sue imperfezioni, vi piaccia.

Ecco il mio regalo di natale per voi! Aspetto i vostri commenti e a presto
☺️

Sono appena arrivata a Milano, cammino per la città con il mio fedele trolley e le ombre scure della sera mi circondano.
Suono alla porta e aspetto che mi aprano.
“Mi hai perdonata?” chiede speranzosa Irene.
“Potrei perdonarti a una condizione” le dico ed entro dentro casa portandomi dietro il mio fedele trolley.
“Che condizione?”
“Mi racconterai tutto quello che sai su Leonardo e la sua fidanzata e lo farai adesso”
“Finalmente” dice e sembra quasi saltare di gioia dalla voglia di raccontarmi ogni cosa, poi la vedo fermarsi sui suoi passi: “E il segreto professionale da rispettare?”
mi domanda con la fronte corrucciata. “Non hai più diritto al segreto professionale, cara la mia psicologa” stanca, prendo posto sul nostro vecchio e comodo divano: “E un bravo avvocato per difenderti ce l'hai già”
“E la mia migliore amica?” è
titubante quando si siede accanto a me: “C'è l'ho ancora?”

Sospiro e mi specchio nei suoi occhi grandi e scuri, tristi e insieme speranzosi.
Nonostante quello che mi ha nascosto su Leo, davanti a me c'è ancora la persona con cui ho condiviso quasi tutto: un appartamento, risate a crepapelle, nottate in mezza alla strada, amori e delusioni, paure e persino sogni.
“Sì” le rispondo e le sorrido prendendole la mano: “La tua migliore amica è tornata”
Delle lacrime scorrono lungo le sue
guance mentre ricambia la mia stretta.
“Finalmente! Milano era così noiosa senza di te” si asciuga le lacrime e poi inizia a raccontare.

Alla fine Irene non era stata una fonte d'informazioni così importanti come mi immaginavo o come speravo. Francesca era andata da lei per risolvere dei “problemi di cuore” così le aveva detto, perché il suo fidanzato le sembrava sempre più di distante,
sempre più uno sconosciuto.
“Come se si preparasse a lasciarla” aveva concluso Irene dando quasi voce ai miei stessi pensieri.
E tutto sembra quadrare.
C'ero io, no?
Potevo essere io la motivazione del cambiamento di Leonardo e la nostra relazione che sembrava così vera. Timida e nascente... ma vera.
Molto più vera di quella che sembrano vivere lui e Francesca.
“Mi ha anche raccontato che, in tre anni di relazione, non ha mai dormito a casa sua” aveva detto Irene guardandomi con gli occhi spalancati. “Mai?” le avevo fatto eco sussultando sul posto.
“Mai” aveva confermato: “Mi ha raccontato che lui le ha sempre detto che non voleva una donna a casa, che lei doveva rispettare la sua privacy. Dimmi tu se non dovevo riderle in faccia... Tu praticamente vivevi a casa sua! Altro che privacy”
Era bastato un attimo per digerire l'informazione e una smorfia strana si
era stampata sulla faccia di Irene.
E, come un tempo, dopo uno sguardo complice, entrambe eravamo scoppiate in una risata liberatoria.
Così liberatoria e triste insieme. “Allora perché?” mi ero ritrovata a chiedere mentre riprendevo fiato
e delle stupide lacrime correvano per le mie guance.
Perché invece di lasciare Francesca, alla fine Leonardo aveva lasciato me? Così all'improvviso, senza avvisaglie che lasciassero prevedere le sue mosse.
Perché o sei un vero bastardo, e non è da escludere pensa il mio cervello ancora parecchio incazzato, oppure
è davvero successo qualcosa.
Cosa è andato storto?
E' la domanda che ronza nella mia testa mentre mi dirigo nel secondo posto di Milano in cui potrei cercare altre risposte alle mie domande.
Entro nello studio di Leonardo e rivedo i miei vecchi colleghi, scambio veloci battute con altri praticanti e cerco di calmare la fretta che sembra essersi impadronita di me.
Non vedo l'ora di trovarmi faccia a faccia con lui e sommergerlo con le mille domande che scorrono dentro di me.
Alla fine riesco a liberarmi dalla loro accoglienza e mi fermo davanti alla porta del suo studio.
Sto per varcare la soglia quando una voce amica blocca i miei passi.
“Emma... alla fine ti sei decisa a tornare”
Mi giro verso il mio interlocutore e mi ritrovo davanti agli occhi Roberto. Per lui il tempo non sembra essere passato.
E' ancora il ragazzo dal sorriso spontaneo e l'amico leale che mi ha supportato fino alla fine.
Forse un po' meno triste della notte in cui ci siamo detti addio.
La notte in cui lui mi confessava il suo amore per me e io mi disperavo per Leonardo.
“Sì, sono tornata” gli rispondo sorridendogli e poi indico con la testa la porta di Leo: “Ho delle questioni da risolvere con il capo”
Roberto sembra stupito e mi guarda corrucciato:
“Leonardo non lavora più qui. Pensavo che lo sapessi”
La sua risposta mi spiazza completamente.
Mai avrei potuto credere che Leonardo lasciasse il suo studio.
“Ma... ma era il suo studio” protesto quasi offesa di non trovarlo lì ad aspettarmi, nella sua grande sedia, con i capelli scompigliati e l'aspetto perfetto nonostante le innumerevoli ore passate chino sulle sue carte.
Vedo Roberto stringersi nelle spalle: “Da quando te ne sei andata sono cambiate un bel po' di cose, Emma” Più di quelle che mi aspettavo, rifletto.
Forse troppe.
“Me ne sto rendendo conto” gli rispondo riflettendo su tutti quegli strani cambiamenti e poi, mentre una certa idea inizia a formarsi nella mia mente, continuo:
“Ti va di aggiornarmi su tutto quello che è successo?”

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