Chi Sei?

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Giorno 11

Salgo a casa e mi dirigo nella mia camera.
Leonardo mi sta aspettando qui sotto non voglio farlo aspettare molto. Devo solo trovare qualcosa di decente nel mio armadio sempre troppo vuoto e in disordine.
Dove avrò messo la mia camicetta rosa? E quali pantaloni potrei indossare? Mi scosto nervosa i capelli che mi coprono la fronte e continuo a rovistare in mezzo al mio disordine.
Sospiro forte e penso che il prossimo weekend anziché dedicarmi ai casi legali dovrò mettere un po' in ordine la mia stanza.
Sono ancora china tra la mia biancheria quando nella stanza entra la mia coinquilina, Irene.
Io e lei ci siamo conosciute all'università e da quel momento siamo state amiche per la pelle. Nonostante le nostre abissali incompatibilità caratteriali, per usare una delle sue espressioni preferite per descrivere la nostra amicizia quando vuole fare colpo su qualcuno.
Che poi, come fa a fare colpo quando usa quei paroloni incomprensibili?
Io quando la sento parlare così penso solo che la psicologia deve averle dato alla testa e che preferisco un migliaio di volte il linguaggio senza scampo di un avvocato.
Io e lei siamo le due facce diverse della stessa moneta.
Giovani donne con dei sogni scolpiti chiari nella mente ma, mentre io studiavo per raggiungere i miei obiettivi il più velocemente possibile, lei ha sempre preferito divertirsi.
Alzo lo sguardo verso di lei per chiederle se per caso si è illecitamente impossessata della mia camicetta nuova, e per un avvocato donna questo è un crimine che la spedirebbe direttamente alla ghigliottina, quando vedo un ragazzo mezzo nudo che gira per la casa alla ricerca di qualcosa da mangiare.
Sì, a lei piace molto divertirsi.
"Hai preso tu la mia camicetta rosa?"
"No" risponde ma evita il mio sguardo.
Brutto segno, penso scuotendo la testa... Per un bravo avvocato questo potrebbe essere un indice di colpevolezza.
E il mio istinto sa già che se aprissi adesso il suo armadio troverei velocemente l'oggetto della contesa.
Niente camicetta rosa per oggi.
Opterò per la quella blu. Andrà bene lo stesso. E stasera farò una visitina nel suo regno.
Ma solo per riprendermi ciò che è di mia legittima proprietà.
"Dove sei stata stanotte?" mi chiede guardandomi attenta: "Non ti ho sentita tornare"
"Ho dormito da Leonardo"
"Non ti sembra un po' presto, Emma?"
Alla sua domanda non posso fare a meno di guardarla sconvolta.
Davvero lei sta facendo la moralista? Stiamo parlando della stessa persona che ogni sera esce con un uomo diverso?
E che stanotte ha fatto entrare a casa nostra uno sconosciuto?
"Irene non credo che tu sia la persona giusta per farmi questo discorso" dico indicando la cucina. "Sono sicura che se ti chiedessi il nome del tuo atletico amico non sapresti neanche cosa rispondere" e prevedendo le sue mosse concludo: "E tesoro o amore non sono ammessi"
Lei ride e chiude la porta.
"Ok, hai ragione" dice sedendosi sul mio letto: "Io sono l'ultima persona che ti può giudicare ma... Ma io e gli uomini che frequento vogliamo la stessa cosa: divertimento e poco impegno. Ma tu?"
"Io, cosa?" le chiedo mentre mi vesto.
"Tu sei sicura di volere solo questo da Leonardo? Sei pronta a condividere solo il suo letto?" blocca la mia protesta: "Non la sua vita. Non il suo futuro. Lui è un tipo che vuole solo sesso"
"Sì... Lo so, Irene. Non mi sto facendo delle illusioni"
La vedo giocare con i suoi lunghi capelli neri e fissarmi con uno sguardo triste.
"No, non è vero Emma. Tu stai ancora sperando che lui cambi. Che diventi l'uomo dei tuoi sogni. Ma lui non sarà mai così"
Lei con una frase, semplice e brutale, è riuscita a mettere a nudo tutti i timori che io non ho mai avuto il coraggio di pronunciare a voce alta.
Adesso sono io che non ho più la forza di guardarla negli occhi.
"Lui non è così cinico come pensi tu" sussurro a lei, e forse anche a me stessa, con la disperata voglia che anche lei concordi.
Lui non è così.
Leonardo, non l'avvocato spietato o il playboy impenitente, ma l'uomo che a poco a poco si sta svelando davanti ai miei occhi, non è così.
Non può essere così.
"Sei sicura Emma? Pensaci: tu che cosa sai davvero di lui? L'unica che si è veramente esposta in questa relazione sei tu. Lui non ti ha mai raccontato niente di sé"
Non so cosa rispondere perché Irene ha ragione.
Io non so niente di lui. Niente del suo passato. Niente dei suoi progetti per il futuro. Niente delle sue precedenti relazioni.
Mentre finisco di indossare la giacca lei mi lancia un'ultima occhiata:
""Ti ho già visto soffrire per amore e non è stato molto bello. Promettimi che starai attenta"
"Starò attenta" le rispondo come un automa.
Ma sia io che lei sappiamo che sto mentendo.
Mentre il vento di una fresca mattinata scompiglia i miei capelli, l'unica cosa a cui riesco a pensare sono le parole di Irene.
Tutta la felicità che aveva invaso il mio corpo stamattina è come sparita e dentro di me sento solo un grande vuoto.
Chi sei? Vorrei chiedergli.
Io non conosco nulla di lui, l'uomo che sta al mio fianco, che mi sorride sicuro e che sta cambiando tutta la mia vita.
E questa certezza fa male.
Molto male.




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