Lilith entrò in macchina, nel buio di quasi mezzanotte, decisa a tornare a casa e spiegare ogni cosa si suoi genitori. Di Lucifero che voleva prenderla in sposa, del suo strano destino e della fine delle visioni per opera di quell'incontro.
Fuori era completamente buio. Solo la luce delle stelle, guidate dalla luna, le permetteva di orientarsi nella notte. Mise in moto la macchina, ma non partiva. "Accidenti, non si accende", borbottò. Riprovò a girare la chiave e il motore partì. Diede gas. L'auto si mosse. Frenò. Qualcuno la bloccava. Qualcuno che lei conosceva bene. Chi? Se stessa. Quella "se stessa" che non poteva credere che non l'avrebbe più rivisto, che non poteva accettare che lui l'avesse lasciata così, lì, dopo tutto quello che era successo, così in fretta.
Spense il motore della macchina. Si buttò di schiena poggiata allo schienale del sedile e chiuse gli occhi, pensando a quella canzone, quella del ballo. Che iniziava così...
"So lately, been wondering
Who will be there to take my place
When I'm gone you'll need love to light the shadows on your face
If a great wave shall fall and fall upon us all
Then between the sand and stone, could you make it on your own"E le sembrò perfetto, come inizio, perché pareva che fosse stato scritto proprio da Sam. "Ultimamente mi sono chiesto chi ci sarà accanto a te a prendere il mio posto, quando me ne sarò andato avrai bisogno di un amore che illumini quelle ombre sul tuo viso". "Se un'onda gigante dovesse cadere, e cadere su tutti noi, allora tra la sabbia e i sassi ce la potresti fare a cavartela da sola?". E lui era andato via, lasciandola lì. Ma lei adesso non era in grado di cavarsela da sola.
"Sei testarda. Va a casa".
Sentì la sua voce ma pensava stesse sognando. Non aprì gli occhi finché lui bussò contro il finestrino dell'automobile.
Lilth si voltò e lo vide.
E poi il testo diceva che...
"And maybe, I'll find out
A way to make it back someday
To watch you, to guide you, through the darkest of your days
If a great wave shall fall and fall upon us all
Then I hope there's someone out there
Who can bring me back to you"E così lui era lì. "E forse, scoprirò un modo per tornare indietro un giorno, per guardarti, guidarti attraverso i tuoi giorni più bui". "Se un'onda gigante dovesse cadere, e cadere su tutti noi, allora spero che ci sarà qualcuno lì che potrà riportarmi da te". Era lì per guidarla, per proteggerla, per sorvegliarla. Era lì per lei.
"Sei qui", disse Lilith, sorpresa.
"Sono qui. E tu non dovresti esserci. Dovresti essere a casa, perché non so che succederà: non sono sicuro che ora che ti ho lasciata andare tu non abbia più le visioni... Devi tornare a casa, al sicuro, e dovrai verificare, per precauzione". Voce ed espressione fin troppo serie.
"Perché sei ancora qui?", domandò lei.
Lui sparì ancora, di colpo.
Lilith aprì con foga la portiera della macchina e ne uscì subito. "Sam, dove sei andato adesso?!", gridò.
"Ti dà fastidio parlare con qualcuno senza sapere dove rivolgere lo sguardo, vero, Lili?", disse lui, mentre la ragazza si voltava ovunque per capire da dove provenisse quella voce."Non lo capisci che io sono questo? Sono buio, notte, freddo. Sono il Diavolo. Torna a casa".
"E se non volessi tornarci, ora?". Voce tenace. "Questo scherzetto non è divertente. Dove sei?".
"Trovami". Una semplice parola con un significato immenso.
"Ti ho cercato fin troppo questa sera, non ti pare?", obiettò lei.
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La sposa del Diavolo
FantasyLui è il Diavolo. Lei è umana. Lui la vuole. Lei gli è promessa.