CAPITOLO 37 - Disposti a tutto...per amore

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Lili vide Sam da lontano. Si scontrava con Alastor. Lo faceva per lei.

Si consolò constatando che la sua forza stava tornando. Ma era pur sempre vulnerabile. Il nemico era molto potente.

Davanti a sé un esercito di angeli combatteva per salvare l'equilibrio del Mondo. Spade scintillanti si muovevano provocando un suono particolare. Vari demoni si disintegravano sotto i suoi occhi, che però vedevano anche alcuni angeli cadere a terra, feriti.

Caim non si allontanava da Nithaiah. La teneva d'occhio, mentre schivava i colpi dei nemici. E nel frattempo, anche lui era impegnato a difendersi.

"Ti serve una mano?", gridava alla giovane.

"Posso farcela da sola", rispondeva lei.

Amon e Dagon erano a casa di Lilith. Posarono i corpi di Isma e Joel, privi di sensi, sul letto della loro camera. Sapevano che si sarebbero risvegliati, e sapevano anche che non potevano permettere loro di ricordare quello che era successo. Avrebbero dormito ancora per qualche ora, perché la possessione aveva quasi azzerato le loro energie. Dagon e Amon, dunque, avrebbero avuto il tempo di tornare sul campo di battaglia e fare il loro dovere, per poi avvisare Lucifero della situazione dei due coniugi. Lui avrebbe potuto fare qualcosa per loro.

E così fecero.

Ricomparvero a pochi metri dal luogo in cui si stava svolgendo il cruento combattimento. Ciò che videro i loro occhi li stupì. Erano stati via solo pochi minuti. Eppure, molte cose erano cambiate.

Parecchi demoni dell'esercito nemico erano stati annientati, infatti il loro numero era nettamente diminuito. Ma a terra vari angeli agonizzanti cercavano di tenere strette le loro spade. Altri erano stati disintegrati, scomponendosi in polvere argentea, per poi svanire.

Michael, Gabriel e Raphael tentavano disperatamente di spostare gli angeli feriti dalla mischia, mentre gli altri tenevano a bada i nemici.

Nel frattempo, Samael si dedicava alla sua battaglia personale contro Alastor.

Lilith guardava tutto in un angolo.

Amon e Dagon corsero tra la folla, agitando le loro spade.

Stavano per attaccare gli avversari quando il suolo si aprì nuovamente.

Abigor uscì dalla spaccatura.

Ecco perché nessuno lo aveva visto...non era ancora arrivato.

Senza pensarci due volte, si diresse verso il primo angelo che si trovò davanti: Nithaiah.

La giovane fu colta di sorpresa, quando il generale infernale le si scagliò contro con una lancia.

È vero che per amore siamo disposti a fare qualunque cosa. A volte non rispondiamo di noi stessi. Altre volte, invece, siamo sicuri delle nostre scelte e delle nostre azioni. In alcuni casi, quando il sentimento è molto forte, viviamo in funzione dell'altro. E la nostra vita diventa vivere per la persona che amiamo. Volere la felicità di chi amiamo. Mettere al primo posto chi amiamo. Dare tutto alla persona a cui abbiamo donato il nostro cuore. Essere incapaci di vivere senza quella persona. E all'improvviso ci rendiamo conto che la nostra vita, prima di esserci innamorati, non aveva un senso. O lo aveva, ma non pienamente. Ci rendiamo conto di quanto fosse stata vuota e insensata la nostra esistenza, senza l'amore. E ci sentiamo pronti ad accettare qualunque compromesso, pur di amare. Magari non ci importa di soffrire. Perché preferiamo provare tutta l'angoscia del Mondo, versare un mare di lacrime, pur di non rinunciare all'amore. Gli innamorati sono coraggiosi. Perché hanno il coraggio di amare. Hanno il coraggio di affrontare una delle più belle e difficili sfide che la vita ci propone. Gli innamorati sono eroi silenziosi. Eroi senza titolo, senza medaglia. Combattono tutti i giorni per il loro amore, e nessuno se ne accorge. Nessuno si complimenta con loro, li elogia o li acclama. Perché gli innamorati non hanno bisogno di essere acclamati. Non hanno bisogno di riconoscimenti. Gli innamorati bastano l'uno all'altra.

Sono pronti a sacrificarsi per chi amano. Sono disposti a tutto, per la felicità della persona che amano.

Come Lili e Sam. Ma anche come qualcun' altro.

Caim scattò più veloce che potesse e si piazzò davanti a Nithaiah, ricevendo il colpo che era destinato a lei. Un dolore lancinante gli percorse il corpo, partendo dallo stomaco, al centro del quale risiedeva una profonda ferita, nella quale era ancora conficcata la lancia di Abigor, che rideva soddisfatto. Caim cadde a terra, in fin di vita. Nonostante avesse ormai ripreso il controllo della sua forza, le armi dei demoni non erano per niente innocue. Potevano essere letali, per chiunque.

Nithaiah emise un grido di dolore, che proveniva dal suo cuore straziato. Perse il controllo.

Gettò la spada a terra. Poi si alzò la gonna. Sfilò dalla coscia destra il suo fidato pugnale, lo stesso che la aveva portata a divenire ciò che era, e lo piantò dritto nel petto di Abigor, che cadde a terra, disintegrandosi.

Poi la giovane raccolse Caim.

Lui la guardava negli occhi. Era felice di morire per lei. L' aveva fatta soffrire già abbastanza, e adesso aveva potuto dimostrarle quanto l' amasse. L'unica cosa che lo rattristava era il pensiero di non poterla più rivedere. Perché se un demone o un angelo muore, cessa di esistere.

Nithaiah gli accarezzò il viso, piangendo. Era inginocchiata a terra, con la testa di Caim poggiata sulle sue fragili gambe.

Lui sorrideva.

Gli arcangeli tenevano i nemici lontani dai due, così che potessero dirsi addio.

"Non puoi lasciarmi", singhiozzò Nithaiah.

"Sai come sopravvivere senza di me", rispose lui.

La giovane scosse il capo.

- Ti sbagli. L'ho dimenticato.

Caim rise.

- Strano...hai sempre avuto una buona memoria...

- Ma come fai a sdrammatizzare in questa situazione?!

- Voglio assaporare con gioia gli ultimi momenti con te. E voglio farmi perdonare, prima che sia troppo tardi.

Nithaiah sorrise.

- Non ce n'è bisogno. Amon mi ha detto tutto.

Il respiro di Caim si faceva sempre più affannato, ma il giovane sembrava ignorarlo.

- Davvero?

- Sì. Ma adesso non parlare. Non devi stancarti.

- Sto andando via, Nithaiah.

- Tu non vai da nessuna parte.

Una lacrima percorse il viso di Nithaiah, che si chinò su Caim, posando le sue labbra su quelle di lui e unendole in un bacio. Un bacio che desideravano da secoli. Che era mancato per tanto, troppo tempo. Un bacio profondo. Dolce. Un bacio d'amore.

Poi, posò le mani sul petto del giovane e trasferì in lui tutte le sue energie. "Ti amo", sussurrò.

La ferita di Caim si rimarginò in pochi secondi.

Il ragazzo si rialzò.

Mentre Nithaiah cadde a terra, priva di sensi. Aveva donato a colui che amava la sua energia vitale.

Caim la raccolse, disperato. "Anche io ti amo", bisbigliò, abbracciandola.

La sposa del DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora