CAPITOLO 28 - Nithaiah

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Nithaiah fu umana. Parecchi secoli fa.

Al tempo della prima diffusione del Cristianesimo e delle prime persecuzioni, ella viveva con la sua famiglia a Gerusalemme.

Condivideva una misera dimora con i genitori e il fratellino di sette anni.

Le autorità di Gerusalemme avversavano contro i primi cristiani e impedivano loro la predicazione.

Così, la famiglia di Nithaiah si teneva lontana dal nuovo credo, come molte altre famiglie, per paura di essere perseguitata.

Ma la nostra giovane, in quel periodo sedicenne, non voleva farsi influenzare da ciò che la circondava.

Un giorno, si recò al pozzo. Nei paraggi non si vedeva anima viva.

Si appoggiò al bordo di pietra quando vide una strana luce a pochi metri da lei. Sgranò gli occhi. Era un ragazzo, completamente avvolto da raggi luminosi.

"Chi sei?", chiese Nithaiah.

"Sono un angelo", rispose lui.

- Un angelo?!

- Sì.

- Chi ti manda?

- Dio.

- Allora esiste!

- Certo. Ora devo andare, Nithaiah.

- Come sai il mio nome?

L'angelo sorrise.

- Lo so e basta.

- E tu invece, come ti chiami?

- Caim.

Il ragazzo scomparve ancor prima che Nithaiah avesse la possibilità di fare altre domande.

La giovane era euforica. Corse a casa e raccontò tutto ai suoi genitori.

Ma si aspettava una reazione diversa da parte loro.

La madre le ordinò di non raccontare niente a nessuno. Quello che era successo doveva rimanere all'interno di quelle mura.

Ma le voci corrono... e così poche settimane dopo anche le altre famiglie erano venute a conoscenza dell'accaduto.

Tutti accusavano Nithaiah di blasfemia e la allontanavano in modo sgarbato. Ma lei era sicura di ciò che aveva visto e la sua fede cresceva giorno dopo giorno.

Una mattina uscì di casa. Alcuni ragazzi iniziarono a prenderla a sassate e a questi si unirono un uomo e una donna.

Ormai non era più ben accetta. E solo perché aveva detto la verità.

La mattina seguente prese il pugnale che le aveva regalato suo nonno, lo legò alla coscia destra con un pezzo di stoffa e lo coprì con la lunga gonna.

Si recò al centro della piazza e, davanti a tutti, si pugnalò allo stomaco, gridando queste parole: "Per Cristo e per chi mi teme!".

Così, a sedici anni, Nithaiah decise di stroncare la sua vita per una causa molto più grande di lei.

Caim, commosso, pregò Dio di accoglierla in Paradiso con la gloria che meritava.

Egli acconsentì e Nithaiah divenne un angelo.

Caim la tutelava e la ricopriva di attenzioni. I due passavano molto tempo insieme.

Così finirono per innamorarsi.

Avevano due caratteri molto diversi. Lui, calmo e riflessivo, lei, tenace e impulsiva. Ma, si sa, gli opposti si attraggono.

Ma il loro amore sembrava destinato a svanire.

Infatti la rivolta di Lucifero compromise la loro storia.

Amon era il miglior amico di Caim, ma si dà il caso che fosse molto influenzabile. Si lasciava trasportare da qualsiasi cosa e così, quando i primi angeli iniziarono a seguire Lucifero, lo fece anche lui. Non era cattivo. Era solo troppo ingenuo. E questo Caim lo sapeva. Era sempre stato non solo un amico, ma anche un fratello per Amon. E in qualità di fratello aveva il compito di proteggerlo. Parlò con lui, provò a convincerlo a non dare retta a Lucifero. Ma ciò non fu abbastanza. La sua mente era stata annebbiata. Così Caim dovette trovare un'altra soluzione per salvarlo. Accettando qualsiasi compromesso.

Poco prima della rivolta prese anche lui le armi per conto di Lucifero. Voleva stare accanto ad Amon ed evitare che si facesse male.

Ma prima, salutò Nithaiah, e le disse la più grande bugia della sua vita: "Non ti ho mai amata". Si sentì come se qualcuno gli stesse strappando il cuore dal petto mentre pronunciava quelle parole. Ma aveva bisogno che lei lo odiasse. Solo così avrebbe alleviato la sua sofferenza nel vederlo andar via. Perché lui non poteva abbandonare Amon. Ma per salvare un amico stava rinunciando all'amore della sua vita.

Nithaiah lo vide allontanarsi. Caim la sentiva sempre più distante.

Non prese parte attiva alla rivolta. Si limitò a difendere Amon. Ma sulla sua armatura era stampato il marchio di Lucifero.

E nessuno sapeva la verità. Neanche Nithaiah.

Fu proprio lei, ormai col cuore infranto e preso a calci, a fare il suo nome durante il processo del Consiglio Divino.

E così Caim fu cacciato dal Paradiso, con Amon, Lucifero e gli altri traditori.

La sposa del DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora