Capitolo 26.

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Jessica's POV.

"Amore, sei pronta?"-mi domanda Axel.

Sono chiusa nel bagno della nostra stanza, intenta a truccarmi.

Oggi, dopo un mese, andiamo al Lux.

Esco dal bagno dopo essemi truccata e mi fermo davanti al mio armadio.

Stamattina ho portato già qualche cambio a casa di Axel.. non ho portato ancora tutto, ma l'essenziale diciamo di sì.

"Dove credi di andare?"-esulta Axel alle mie spalle, mentre mi osservo davanti allo speccio, accarezzandomi la pancia poco poco visibile

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"Dove credi di andare?"-esulta Axel alle mie spalle, mentre mi osservo davanti allo speccio, accarezzandomi la pancia poco poco visibile.

"Al Lux."-affermo, senza smettere di guardare la mia pancia.

"Ma vah?"-sbotta Axel.

"Axel, non ho voglia di litigare e siamo anche in ritardo, quindi andiamo."-dico e dopo aver preso il mio giubbotto di pelle,esco dalla stanza.

"Per colpa di chi siamo in ritardo?"-mi prende in giro mentre salgo in macchina e io in risposta, gli faccio la linguaccia.

La strada, sembrava essere molto più lunga.

Forse perché è da una vita che non andiamo.

Appena Axel parcheggia, sul mio viso, spunta un enorme sorriso che non passa inosservato agli occhi del mio bellissimo fidanzato.

"A cosa pensi?"-mi chiede.

"È bello essere a casa."-gli rispondo.

Il Lux, è dove tutto è iniziato, e la considero come una casa, dove posso fare quello che voglio senza spaventarmi persino di rimanere da sola perché ho gli uomini di Axel dalla mia parte.

Entriamo mano nella mano e appena entro, il fumo, inizia a scompigliarmi lo stomaco.

"Tutto ok?"-mi domanda Axel.

"Sì credo di sì.. il fumo mi da un po' fastidio."-ammetto.

"Aspettami qui."-mi ordina.

Sono appoggiata al muro e vedo Axel, parlare con l'uomo che sta dietro al bancone, facendo gesti con la mano.

Axel torna da me e mi rassicura.

Mi ha detto che ha fatto aprire i condotti per far uscire il fumo e far entrare nel locale aria pulita.

Che uomo.

Il mio uomo.

Ci andiamo a sedere al nostro solito tavolo, mentre aspettiamo gli altri ci coccoliamo un po'.

Io mi siedo sulle sue gambe, ma appena lo faccio, fa una smorfia di dolore.

"Cosa c'è?"-gli domando preoccupata.

"Inizi a diventare pesante."-mi dice e quando io rimango scioccata dalla sua risposta, lui mi dice che stava scherzando e inizia a ridere.

Mi correggo.

Il mio uomo coglione.

Non cambierà mai.

Intanto sono arrivati anche i ragazzi che appena mi vedono non resistono, e mi accarezzano la pancia.

Ad un tratto, sento il bisogno di andare in bagno, avverto Axel e mi alzo per dirigermi verso il bagno ma appena apro la porta che accomuna sia il bagno delle femmine che quello dei maschi, vado a sbattere contro un muro di muscoli.

L'uomo si gira e mi osserva attentamente.

Io faccio la stessa cosa, e se non sbaglio l'ho già visto da qualche parte.

"Dobbiamo smetterla di incontrarci così, signorina."-mi dice.

"Ci conosciamo?"-gli domando circospetta.

"Ci siamo visti al Mc in Russia.. lei era con il Boss Axel Bass."-mi ricorda.

"Giusto!"-rispondo, appoggiando una mano sulla mia fronte per poi iniziare a scusarmi per l'ennesima figura di merda.

"Non si preoccupi."-mi dice e io sento mancarmi il respiro.

Lui resosene conto, mi chiede se sto bene e d'istinto, porto una mano sul mio ventre.

Lui con lo sguardo segue il mio movimento, e poi mi fa le congratulazioni.

Lo ringrazio e dopo averlo salutato, entro nel bagno che intanto si era liberato, per fare i miei bisogni.

Appena esco, mi ritrovo davanti Axel, facendomi spaventate.

"Axel."-lo rimprovero mentre appoggio una mano sulla pancia.

Ormai ho preso il vizio di toccarmi sempre la pancia, come se in qualche maniera così posso proteggere la piccola creatura.

"Perché ci hai messo tanto?"-mi domanda.

"C'era la fila.."-dico a voce bassa.

Dopo avermi scrutato per bene, mi prende la mano e mi informa che dobbiamo tornare a casa.

"Perché?"-gli domando, senza ottenere risposta.

Passiamo accanto al nostro tavolo e noto che i ragazzi sono già andati via.

Ma che sta succedendo?

Usciamo velocemente dal locale e andiamo verso la macchina.

Appena saliamo in macchina, interrompo il silenzio che si era creato.

"Che sta succedendo? E non mentirmi."-lo ammonisco.

Dopo aver messo in moto la macchina, dalla sua giacca estrae un biglietto.

"Lei sarà mia."

Leggo e rileggo quelle tre parole per un tempo indeterminato.

"Cosa significa? Dove lo hai trovato?"-gli domando agitata.

"Poco dopo che sei andata in bagno, uno dei miei uomini mi ha informato che qualcuno si era introdotto nel mio studio e quando sono andato a controllare, ho trovato questo biglietto e poi sono corso subito da te.
Il fatto che hai impiegato così tanto.. mi hai fatto spaventare."-mi dice.

Mi alzo di poco e gli dò un bacio sulla guancia.

"Forse è uno scherzo.."-dico più a me che a lui.

"Non intendo ignorarlo."-mi avverte e alzo gli occhi al cielo.

Appena arriviamo a casa, mi avvio verso la nostra camera e dopo essermi cambiata, mi corico sul letto e poco dopo mi addormento.

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