3. Sunshine.

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Quella mattina, quando Harry lasciò il suo letto, andò subito al bagno: durante la notte, le percosse di Louis avevano iniziato a fare male. 

Guardò il suo riflesso nello specchio e vide che sul suo volto erano comparsi dei lividi. La madre aveva scoperto tutto e, come lei, anche Liam: Harry aveva rivelato ogni cosa di quel pomeriggio e non solo l'incendio del copione. Era stata dura convincere Liam a non vendicarsi insieme a Niall, ma ancora più ardua era stata l'impresa di trattenere la madre dal non parlare con i professori. Harry le disse che con la sua protesta, avrebbe potuto compromettere l'intero spettacolo - non sapeva neanche lui in che modo! - e anche la vita di Liam e Niall: infatti, quando i due se ne andarono, le parlò delle minacce di Louis verso i ragazzi. Anne, a quel punto, perse la volontà di reclamare. 

Inumidì i suoi lividi: in quel gioco di colori, che adesso andavano dal verde al viola, rivide gli occhi di Louis. Sentì sulla sua pelle il male delle sue botte. Si sentiva fragile, come se la forza di un soffio potesse spezzarlo del tutto. Era come se la tenacia di reagire ancora a quegli attacchi, lo avesse lasciato del tutto. Non riusciva a capire perché Louis lo avesse aggredito fin dal primo giorno di liceo, quando era solo un ragazzo di quattordici anni. Esattamente, qual era la sua colpa? Per ricevere quelle aggressioni, doveva aver commesso qualche errore... qual era il suo? Avrebbe mai avuto il tempo di ripararlo, così che tutta quella sofferenza finisse? Forse c'era qualcosa di sbagliato anche in lui, perché l'odio non può essere dato gratuitamente. 

Quando una persona subisce bullismo, comincia a pensare che il problema sia se stesso e non gli altri. È come se i bulli costruissero intorno alla vittima una recinzione di specchi sui quali però viene proiettata l'immagine che voglio dare loro e non quella reale del soggetto che ci si riflette. 

Così tu inizi vederti con i loro occhi, dimenticando di usare i tuoi: vieni plagiato e arrivi a credere che ogni cosa ti venga detta da loro, sia vera. Louis vedeva Harry come una creatura spregevole e ora lui si sentiva così: era stato sempre disprezzato e ora anche lui aveva iniziato a farlo. Ciò che però Harry non capiva era che, molto spesso, lo specchio inganna. 

*

Il ragazzo dagli occhi verdi, quel giorno, appena il corso di scienze finì, si recò in teatro per i preparativi dello spettacolo. Ora che quasi tutto era stato rimesso a posto, bisognava ricominciare con le prove. Harry voleva andare al Clifford: in quel modo avrebbe raggiunto il suo obiettivo e non avrebbe più visto Louis. Dunque trovò nel suo sogno, la spinta per andare avanti. 

Quando entrò, vide che Louis era già lì, seduto su una delle poltrone del pubblico, impegnato a prepararsi una sigaretta. 

- Sfigato, sei ancora qui? - se ne uscì, continuando a tenere gli occhi sul tabacco con cui stava riempiendo la cartina. 

- Già. Oggi ricominceranno le prove regolarmente -. 

- Lo vedo difficile senza un copione - e rise. Harry allora si avvicinò e gli lanciò sul petto i fogli con tutte la battute e gli appunti sulla recita, sperando di procurargli almeno un po' della sofferenza che aveva sofferto lui. Louis era incredulo: aveva distrutto quei pezzi di carta, ma ora erano di nuovo integri. 

- Sai Louis, - riprese Harry, sfilandosi gli occhiali per pulire le lenti con la maglietta. - non sei l'unico furbo qui dentro - e gli fece l'occhiolino, andandosene. 

- Ah, se vuoi - aggiunse - quello puoi bruciarlo, tanto per levarti lo sfizio di farlo: ho circa altre dieci copie -. 

Detention (First Book).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora