14. Battle.

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Harry, stringendosi nel suo caldo cappotto, si diresse verso il Lincoln. Quel giorno scelse di andare a piedi per evitare la forza dell'aria fredda a sferzargli sul viso nel caso avesse preso la bicicletta.  

Il professore di letteratura annunciò la sua assenza il giorno prima e dunque gli studenti ebbero il permesso di entrare alla seconda ora. Così decise di vedersi con Liam e Niall per fare colazione insieme.  

- Dovremmo andarci - iniziò Niall, mentre girava il suo cappuccino. L'attenzione degli altri due sedutigli accanto cadde su un cartellone pubblicitario: era il manifesto dello "Scary party", un evento che si svolgeva nel loro quartiere durante la festa di Halloween, che sarebbe stata tra due giorni. - Sarebbe un'occasione per prendere caramelle gratis - spiegò.  

Quella festa veniva organizzata ogni anno in un pub, lo stesso da ormai cinque anni, ovvero da quando venne lanciata l'iniziativa per la prima volta. Come tradizione, dovevi recarti mascherato e poi passavi le ore seguenti con tanti coetanei a ballare e a partecipare a giochi di gruppo, il tutto ambientato secondo il tema che richiedeva il 31 Ottobre. Harry aveva partecipato una sola volta: non gli piacevano quel genere di incontri. La musica a palla, i drink alcolici e le danze sfrenate non erano il suo passatempo preferito. Tutto il contrario era per Niall e Liam: loro amavano quel tipo di raduni e rimanevano fino a tardi a divertirsi. Così Harry finiva con l'andare in compagnia di alcuni bambini a suonare alle porte del vicinato per chiedere "dolcetto o scherzetto" - e la maggior parte delle volte dava i dolci a Niall.  

- A me non va, ragazzi! – confessò Harry.  

- Giusto: ora che hai un ragazzo avrai cose più interessanti da fare... - commentò sarcastico Niall. Quella battuta infastidì Harry: l’amico infatti ironizzava ancora sul rapporto con Louis e ogni volta lo faceva con una punta di amarezza, mischiata al dissenso.  

- Non è il mio ragazzo, Niall! -.  

- Come vuoi... Tu verrai, Liam? -.  

- Molto probabilmente ci sarò. Harry, perché non inviti Louis? -. Niall lanciò un’occhiata agghiacciante a Liam, che però rimase impassibile.  

- Non mi sembra il caso… - ammise Harry e guardò Niall. A quel punto il ragazzo fece un respiro profondo: che lui lo volesse o no, Louis faceva parte della vita di Harry ora. Forse era giunto il momento di mettere da parte tutto quel senso di protezione: era giusto che preservasse l'amico, ma non poteva comandare la sua vita. Doveva lasciare che Harry non vivesse secondo l'approvazione dei suoi amici per le sue azioni.  

- Per me può venire... - si costrinse a dire Niall. Liam e Harry si guardarono e poi si rivolsero all'altro vicino a loro. Niall mostrò un debole sorriso decisamente tirato e immediatamente scattò quello di Harry che invece era sicuramente più raggiante. Per lui erano molto importanti i pareri dei suoi migliori amici, ma lo era ancora di più avere delle possibilità per dimostrare a loro come fosse diventato Louis, per farglielo conoscere meglio.  

- Vediamo se vorrà venire - concluse, mettendo sul tavolo una banconota per pagare il conto.  Allora i tre amici si alzarono, afferrarono i loro zaini e si diressero verso scuola.  

*

Durante la ricreazione, Louis era seduto da solo nell'aula di matematica. Tra le mani girava e rigirava il biglietto dello "Scary party". Lui, a differenza di Harry, aveva sempre preso parte a quelle serate. Era in quelle occasioni che riusciva a portare parecchi soldi a casa giocando d'azzardo o aprendo scommesse in merito a qualche competizione che veniva lanciata. Ricordava ancora quando vinse più di cento sterline in una mano di poker, in compagnia di Jeremy. Era con quest'ultimo che era sempre andato ai raduni: Stan raramente partecipava. La sua presenza avrebbe sicuramente posto dei freni a Louis e Jeremy perché non approvava ciò che facevano; la sua assenza invece lasciava sempre che quei due si spingessero al limite e che, nella maggior parte dei casi, lo superassero. 

Detention (First Book).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora