10. Confessions.

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Harry camminava a passo svelto verso casa, con la testa bassa e le lacrime agli occhi. Maledisse le sue parole in ogni modo esistente per farlo. Perché aveva detto quelle cose orribili? Lo stato in cui aveva trovato Louis, quella sera, in quel vicolo, era la chiara dimostrazione che lui non si divertiva a fare ciò che faceva e certamente non ne andava fiero. La sua frase però aveva dato prova che Harry credesse tutto il contrario. Il riccio sapeva che per Louis era stato difficile confidarsi così tanto con qualcuno e lui l'aveva ripagato offrendogli la sua incomprensione. Sapeva che Johannah non avrebbe mai creduto al fatto che Louis aveva avuto il denaro da lui. Ciò significava che avrebbe dovuto dare delle spiegazioni.  

E quando Harry aprì la porta di casa, capì che non sarebbe stato l'unico in dovere di farlo.  

- Cosa sono questi? - chiese Anne, appena il figlio entrò nell'abitazione. In mano teneva i vestiti che Louis aveva lasciato nella casetta di legno. - Certamente non sono tuoi... - continuò la donna.  

Il peso della verità stava opprimendo Harry e lo stava persuadendo a liberarsene. Prima o poi avrebbe dovuto dire tutto e, per qualche motivo, il destino scelse al posto suo il momento per farlo. Harry si sedette sul divano con le mani tra i capelli. Dopo la lite con Louis, non avrebbe potuto sopportare anche quella con la madre. Doveva mentire. Doveva trovare il coraggio di farlo.  

Stava iniziando a raccontare una menzogna, quando sul tavolino del salone notò un biglietto. Era quello che gli scrisse Louis, firmato con tanto di "L". Harry abbandonò l'opzione di dire il falso e si arrese alla decisione del fato: avrebbe raccontato di Louis.  

- S-sono di Louis... - spiegò Harry balbettando. La madre spalancò gli occhi e si sedette accanto al figlio, senza dire una parola. Anne aveva bisogno di altre informazioni e sembrava tenacemente convinta a rimanere seduta lì tutto il tempo necessario per ottenerle. Harry fece un respiro profondo e si lanciò in una lunga confessione che partiva dal primo giorno di detenzione di Louis. Era inutile omettere qualche dettaglio o qualche episodio: quel "sei bellissimo quando dormi" avrebbe tradito comunque ciò che lui voleva tenere nascosto.  

- Vai in camera tua, Harry - concluse la madre senza neanche lasciarsi andare a qualche commento. Harry non cercò di replicare o di dare altre ragioni: qualsiasi cosa avesse fatto, non avrebbe migliorato la situazione. Così si rinchiuse nella sua stanza.  

Quella sera, Harry non scese a mangiare neanche per la cena. Era steso sul letto in posizione fetale, appoggiando il viso su un cuscino ormai completamente bagnato dalle lacrime.  

Aveva demolito le fondamenta del rapporto di fiducia che stava iniziando a costruire con Louis. Di tutto ciò erano rimaste solo le macerie, esattamente come ne rimangono di un palazzo che crolla a causa di un terremoto: Harry era stato la scossa che aveva messo fine a tutto. E ora la distruzione avrebbe coinvolto anche la madre. Perché non le aveva detto tutto dall'inizio? Tenere nascosto ogni cosa a Liam e Niall aveva causato la fine della loro amicizia - quasi -; non gli bastava come lezione per capire che dire la verità è sempre la cosa migliore?  

Una bugia può creare meno dolore della verità a volte. Questa era la filosofia che aveva convinto Harry a tenere tutto nascosto. Ma alla fine, come si era ritrovato? Non stava comunque male?  

La porta si spalancò. Harry girò la testa e vide sua madre. Scattò seduto e poggiò la schiena contro la spalliera. La donna si mise seduta sul letto vicino al figlio.  

- Perché mi ha mentito? -.  

- Temevo una tua reazione - ammise Harry.  

- E facevi bene: non vedrai mai più quel ragazzo -.  

- Non lo avrei mai più rivisto in ogni caso dato che abbiamo litigato -.  

- Questo renderà più semplici le cose allora -.  

Detention (First Book).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora