Louis non aveva mai sentito Harry rivolgersi a lui con quel tono così severo. Sapeva quanto fosse geloso e la cosa lo divertiva sotto alcuni aspetti: la gelosia era una cosa su cui spesso scherzavano. Ma quella dipinta sul volto di Harry era preoccupazione. Per cosa Louis non poteva saperlo. Magari di essere abbandonato? Se così era, perché Harry era sempre tanto spaventato da questo argomento?
Quando andarono in biblioteca ed Harry gli chiese di non lasciarlo mai, Louis capì che anche Harry nascondeva qualche segreto e la faccia che aveva ora, la paura espressa nello sguardo, ne era una conferma: Harry nascondeva qualcosa di importante ed era giunto per Louis il momento di saperlo.
- Hemmings mi ha dato questo compito e… -.
- Questo lo so: c’ero anche io in aula. Non capisco cosa voglia Zayn… -.
- Aiutarmi semplicemente –.
- E perché tu hai accettato? –.
- Perché riuscire ad eseguire bene quel pezzo, è un modo per far andare bene lo spettacolo -. Harry ci pensò su e in effetti Louis aveva ragione: era importante che suonasse bene.
- Di cosa ti preoccupi esattamente? Non ti fidi di me? – chiese dolcemente Louis tenendo il viso del ragazzo tra le mani.
- Non è di te che non mi fido… - e se ne andò, scostando Louis da lui. Questo rimase a guardarlo mentre spariva nei corridoi senza capire cosa stesse succedendo.
Louis aveva sempre pensato di aver chiara la vita di Harry: diciottenne ricco, figlio di una delle più importanti famiglie di Londra, che aspirava ad andare al Clifford per diventare regista.
Ora invece si trovò a rivalutare tutto. La reazione del ragazzo era la chiara dimostrazione che qualcosa non andava bene nella sua quotidianità o forse c’era un avvenimento nel suo passato che continuava a turbarlo. Qualsiasi cosa fosse, doveva scoprilo perché, da quanto aveva avuto modo di capire, ne dipendeva la tranquillità e la serenità di Harry.*
Louis trovò il ragazzo dopo qualche minuto seduto sul palco del teatro. L’intera sala era buia e solo le luci dietro al sipario erano accese. Si avvicinò con calma, sperando che Harry non scappasse non appena lo avesse visto. Con sorpresa, rimase al suo posto e alzò soltanto per un attimo gli occhi per poi puntarli di nuovo sul pavimento. Il più grande si avvicinò e spinse il più piccolo verso di sé, fino a far appoggiare la sua testa sulla propria spalla.
- Cosa succede, Harry? – e accarezzò il braccio dell’altro.
- Ho paura che tu te ne vada come ha fatto Lui… -.
- Lui chi? –.
- Mio padre -. Louis spalancò gli occhi: già una volta aveva affrontato quell’argomento con Harry e ne era uscito che il padre di Harry si trovava in America per lavoro.
- Ma tuo padre non sta negli Stati Uniti? –.
- Sì, ma non sai cosa lo ha fatto tornare lì… – e così, singhiozzando appena, Harry iniziò a raccontare.
Des Styles era un marine ed era nato e vissuto in America per tutta la sua giovinezza. Un giorno, per un incontro diplomatico, il presidente degli Stati Uniti e tutto il corpo di guardia vennero invitati in Inghilterra dal primo ministro inglese. Il motivo della riunione era semplicemente una visita tra capi di Stato. Così il primo ministro si organizzò e convocò le famiglie più importanti di Londra e gli avvocati più illustri. Tra queste persone, c’era Anne Cox, la madre di Harry. All’epoca la donna era già famosa nella capitale e aveva contatti anche all’interno del Parlamento Inglese.
Fu in quell’occasione che Anne e Des si conobbero. Approfittando del soggiorno prolungato degli americani nella città britannica, i due iniziarono a uscire, fino a che non nacque una storia. Il forte sentimento convinse Des a non ripartire più per la patria e rimase con la sua donna.
Dopo alcuni anni, arrivò Gemma e subito dopo Harry. Avevano formato una famiglia e tutto stava andando bene… Peccato che Des non fosse del tutto felice: il corpo dei marines gli mancava e la distanza da casa sua era difficile da sopportare. Si teneva in contatto con i suoi compagni e ogni volta che questi gli parlavano di qualche missione, la malinconia saliva e non poteva fare a meno di rimpiangere i momenti in cui anche lui faceva parte della squadra.
Un giorno decise di tornare negli Stati Uniti e di riprendere il suo incarico come marine. Anne lo capì e lo lasciò andare: non poteva intrappolarlo in una città che non sentiva sua e in una vita che non gli apparteneva.
Dunque si separarono continuando comunque a mantenere buoni rapporti.
Tutto questo accade quando Harry aveva sette anni e per un bambino di quell’età non era semplice sopportare una cosa del genere. Da un giorno all’altro si era ritrovato a non avere più un padre con cui guardare le partite di football o con cui giocare alla playstation. Harry vide sempre la partenza del padre come un abbandono. La fase del rancore e della rabbia l’aveva superata ma non riusciva a fingere che tutto andasse bene; non era in grado di rassegnarsi all’assenza dell’uomo che per lui non era solo un genitore, ma anche un amico, un eroe, un modello da seguire per la sua professione.
Con gli anni aveva provato a recuperare il tempo perduto con il padre, ma non era stato semplice dato che vivevano in due continenti diversi. Inoltre il rigore e la responsabilità dei marines non permetteva viaggi di piacere oltreoceano molto spesso.
- Io non potrei mai lasciarti, Harry! – dichiarò Louis.
- Lo ha fatto la persona che mi ha messo al mondo. Perché non dovresti farlo tu? –.
- Perché se ti lasciassi, io morirei – e lo baciò. – Perché mi avevi detto tutte quelle bugie su di lui? –.
- Perché volevo rinchiudermi in una bugia per continuare a rifiutare la verità –. Louis riusciva a capire la volontà di Harry perché era la stessa cosa che aveva fatto lui: prima che diventasse impossibile negare a se stesso il menefreghismo del padre nei suoi confronti, Louis convinceva se stesso dicendo che se il padre era lontano, era perché stava lavorando per la famiglia, per fare stare bene i figli, per provare a tirarli fuori dalla miseria in cui vivevano. Era sicuramente un bella bugia costruita su una realtà troppo dura da accettare.
- M-mi ami, Louis? – mormorò Harry con gli occhi lucidi.
- Non puoi immaginare quanto, piccolo – e riprese a baciarlo con più sentimento di prima.
Come avrebbe potuto Louis Tomlinson rinunciare ad Harry Styles? Sarebbe come chiedere ad un pesce di respirare senza branchie o ordinare ad una pianta di cresce senza acqua; ci sono cose di cui ognuno di noi non può fare a meno per vivere. Ed Harry Styles rappresentava per Louis la ragione per continuare a farlo.
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Detention (First Book).
FanfictionHarry Styles frequenta l'ultimo anno alla Lincoln High School. Fin da quando era bambino, sognava di diventare regista e per questo a scuola si era sempre impegnato, raggiungendo il massimo dei voti in quasi tutte le materia. Un giorno il professor...