20. Angel.

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Il pomeriggio era ancora lungo e Louis rimase a casa di Harry un altro po’. Scelsero un film e cominciarono a vederlo. Erano sdraiati sul letto, abbracciati l’uno all’altro, la testa di Harry sul petto di Louis, mentre quest’ultimo accarezzava dolcemente il braccio dell’altro. 

Erano immersi nella tranquillità di quel freddo pomeriggio di metà Novembre e, mentre fuori il vento soffiava forte, loro erano al caldo sotto un plaid a quadri. Si sentivano sollevati, come svuotati da ogni brutto pensiero, sospesi nella calma di quei minuti. Il silenzio li cullava mentre le parole degli attori creavano un gradevole sottofondo. 

- Non mi hai più detto di Zayn… -. Fu Harry a parlare e un attimo dopo si sentì quasi in colpa per aver disturbato quella quiete. 

- Già, tra una cosa e l’altra mi sono dimenticato di dirti cosa ho deciso – e infilò una mano nei morbidi ricci del ragazzo. 

- E…? –. 

- Abbiamo fissato una prima lezione di prova per domani… -. 

- E lo dici così? – si alzò di scatto. 

- Come dovrei dirlo? –. 

- Louis, è una notizia bellissima! Sono contentissimo per te –. Vedendo l’esitazione del ragazzo, continuò – Qualcosa non va? -. 

- Le ripetizioni sono per la sorella Waliyha –. 

- Non capisco dove vuoi arrivare… -. 

- Mi spieghi come faccio a non spaventarla con questo occhio nero e a non mandare nel panico la famiglia? Potrebbero farsi strane idee… -. 

Harry ci pensò su e capì che la preoccupazione di Louis non era del tutto inutile: in effetti farsi vedere con un livido in faccia non era il modo migliore per presentarsi. I genitori avrebbero potuto farsi delle domande e trarre delle conclusioni. Tuttavia Harry conosceva abbastanza Zayn: non era mai stato un ragazzo con preconcetti verso qualcuno o qualcosa; si era sempre dimostrato disponibile e accogliente verso gli altri. Se era cresciuto con questo carattere grazie all’educazione dei genitori, allora Louis non aveva nulla da temere. 

- Forse hai ragione. Ho un piano -. Saltò giù dal letto ed uscì dalla sua camera correndo in calzini verso quella di fronte, sullo stesso piano. Louis si mise seduto sul bordo del letto e guardava l’altro bussare ad una porta bianca. Questa si aprì e comparve sulla soglia una ragazza alta e magra, dai capelli biondi tendenti al castano. Parlarono qualche minuto e poi entrambi tornarono da Louis. 

Mentre Gemma era davanti a lui, Louis fu di nuovo colpito dalla grande somiglianza che legava i due fratelli: due adorabili fossette e due profondi occhi verdi la caratterizzavano rendendola bellissima. 

- Mi ha detto Harry che avrai bisogno di un mio miracolo… – iniziò la ragazza. 

- Miracolo? Harry, cosa hai in mente? –. 

- Domani pomeriggio, dopo il teatro, verrai qui e lei si occuperà di truccare il tuo occhio. Una dose abbondante di fondotinta e di qualcos’altro servirà a coprire quel viola o, per lo meno, ad attenuarlo un po’ -. Non era un’idea pazza. Louis si meravigliò ancora di come Harry riuscisse sempre a trovare una soluzione per tutto. 

Istintivamente lo abbracciò, alzandosi di scatto. Gemma guardò le quella scena vinta dalla dolcezza e sgusciò via dalla stanza in fretta. 

- Vi lascio alle vostre… cose – il tono appena malizioso. Harry richiuse la porta e tornò sul letto, mentre Louis rimase in piedi. 

Detention (First Book).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora