17. Lifesaver.

3.3K 174 32
                                    

“Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi di trovare.” 

- Eraclito. 

Louis rimase sorpreso nel vedere Harry: era convinto che il ragazzo fosse andato da Niall e Liam, e invece era lì, davanti alla porta della sua camera; ancora una volta Harry era arrivato per aiutarlo; di nuovo Harry aveva scelto lui.  

Louis lo fece entrare. Harry non aveva mai visto la camera dell’altro, sapeva soltanto che Louis la divideva con sua sorella Felicitè e per questo immaginava quella stanza più grande; al contrario si presentava un spazio molto piccolo. Due letti erano posizionati vicini, distanti poco meno di un metro. Una libreria stava vicino ad una scrivania sulla quale giacevano quaderni ed altri volumi che non trovavano posto negli scaffali.  

Harry notò che mancava un armadio: ciò significava che tutti i membri della famiglia tenevano i vestiti insieme in una cassettiera comune. Doveva essere molto grande per contenere gli abiti di sei persone, immaginò. Poi però si ricordò delle condizioni economiche di Louis e realizzò che non poteva trattarsi di un mobile tanto grande. Una finestra di media grandezza stava di fronte all’uscio ed era oscurata da una tendina consumata. Una debole luce illuminava il tavolo dove Louis stava studiando.  

- Ti avevo detto di andare da Niall e Liam – rimproverò Louis.  

- Sì, ma siccome non sei mia madre, non sono tenuto ad ascoltarti e ad ubbidire ad ogni tua richiesta – ribatté Harry.  

- Non era un richiesta – Louis si avvicinò al ragazzo – era un ordine –.  

- Sono un ragazzo a cui piace rischiare, lo sai…- e lo strinse a sé.  

- Già, hai avuto il coraggio di venire fin qui, a casa di Louis Tomlinson, il ragazzo più temuto del Lincoln. Devi essere pazzo –.  

- Probabilmente lo sono… di te -.  

- Oh, Harry Styles! Tu mi stai distraendo –.  

- Allora mettiamoci subito a studiare – e lo allontanò prendendo una sedia con il sedile in paglia e sedendosi davanti alla scrivania. Louis riprese la sua posizione ed iniziarono a leggere.  

Il libro di filosofia era aperto su Eraclito e, dalla faccia di Louis, non sembrava essere un argomento molto simpatico al ragazzo. Harry prese a spiegare la teoria del divenire. Il filosofo greco affermava che ciò che noi viviamo non è altro che una manifestazione temporanea e passeggera di una realtà che è in continuo cambiamento. Per tanto, ogni cosa che ci circonda, è soggetta al tempo e alla sua relativa trasformazione; tutto è basato sul divenire e sul mutare continuo delle cose. Anche nell’entità che sembra essere la più statica avviene un mutamento, perché la realtà è come un flusso continuo in cui tutto scorre e cambia.  

A Louis fu impossibile non trovare in questa dottrina un riferimento con la sua vita. Per lui le cose erano cambiate radicalmente da qualche settimana: erano divenute altro, si erano trasformate. Ora stava vivendo un’altra realtà completamente diversa dalla precedente. Poiché però Eraclito sosteneva che ciò che noi vediamo non è altro che un apparire momentaneo, Louis si chiedeva se anche la sua situazione sarebbe cambiata: sarebbe potuta diventare migliore o peggiore. E lui non voleva che tutto precipitasse, che tutto tornasse di nuovo ad essere negativo.  

Presto si perse nel suono dolce della voce di Harry: il suo tono calmo e soffice dava vita a parole che uscivano fluide e chiare dalla sua bocca, che si muoveva lentamente nella pronuncia di ogni sillaba. Louis ne studiava i movimenti, li imparava, quasi li preveniva osservandoli a lungo e così ogni concetto si fissava nella sua mente. Era come quando un musicista impara i tempi di una melodia dal suo insegnante: segue il movimento della mano che scandisce gli attimi, grazie al quale riesce a riproporli nella sua mente, e alla fine li conosce ancora prima che vengano eseguiti.  

Detention (First Book).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora